InfoAut
Immagine di copertina per il post

Tregua di 12 ore, nuovo massacro a Khan Yunis

Ciò è stato chiaro anche nelle ultime ore quando, nonostante l’imminenza della tregua umanitaria, le forze armate israeliane hanno continuato a colpire con violenza Gaza, facendo almeno 20 morti nelle ultime ore, in particolare nella zona di Khan Yunis dove è stata colpita una abitazione civile. Tra le vittime si segnalano ancora numerosi bambini. Sono oltre 850 i palestinesi, in gran parte civili, uccisi sino ad oggi. I feriti circa 5 mila.

La scorsa notte erano in piena emergenza anche all’ospedale di Beit Hanun, a nord di Gaza, raggiunto da colpi israeliani che hanno fatto alcuni feriti, tra i quali un attivista internazionale.

Nei combattimenti della scorsa notte due soldati israeliani sono stati uccisi, facendo salire il bilancio dall’inizio dell’offensiva di terra a 37.

GISGIORDANIA – E’ stata una notte di proteste e scontri, con due morti e decine di feriti tra i palestinesi, nelle città della Cisgiordania. Il ‘Giorno della rabbia’, indetto da tutti i partiti e le fazioni palestinesi, per l’eccidio in atto a Gaza e l’ultimo venerdì del mese islamico del Ramadan si è chiuso con migliaia di persone scese in strada a Betlemme, Tulkarem, Jenin, Nablus, Salfit e nei villaggio dei territori occupati.

A Beit Fajjar, vicino Betlemme, il 16enne Nasri Mahmoud Taqataqa è stato ucciso da un proiettili esploso dai soldati israeliani. A Qabatiya gli scontri con i militari hanno fatto un morto, Bassem Safi Sadeq Abu Rob, e trenta feriti. A Jenin erano almeno in 10mila alla marcia di protesta diretta verso il check point di Jalame, a nord della città.

Le manifestazioni hanno chiuso una giornata di proteste in tutta la Cisgiordania, durante la quale sono stati uccisi sei palestinesi, di cui uno da un colono a Nablus. Da giovedì notte, quando a Qalandia  sono morti due giovani nel corso di una manifestazione di almeno 10mila persone, il bilancio delle vittime del fuoco israeliano è di dieci morti. Nena News

RESOCONTO DELLA GIORNATA DI IERI

E’ arrivato ieri notte l’ok del gabinetto di sicurezza israeliano alla proposta d’emergenza del segretario di Stato americano John Kerry di una tregua di 12 ore, dopo che il cessate il fuoco di sette giorni proposto in precedenza aveva incontrato il rifiuto di tutto il governo israeliano. E poco più tardi è arrivato anche l’ok di Hamas che, nel pomeriggio, per voce del parlamentare di Hamas Mushir al-Masri aveva dichiarato che il cessate il fuoco con Israele – tra le condizioni c’erano il disarmo dell’organizzazione e il mantenimento di truppe israeliane in tutta la Striscia –  non c’era.

Secondo un funzionario israeliano citato dal quotidiano Haaretz, il cessate il fuoco ha lo scopo di consentire alla popolazione di ottenere cibo, acqua e rifornimenti di medicinali per gli ospedali, oltre a permettere alle organizzazioni internazionali di prestare soccorso ai civili dopo 18 giorni di bombardamenti quasi ininterrotti. L’emergenza umanitaria si è aggravata negli ultimi due giorni: secondo l’Unrwa, sarebbero oltre 160 mila gli sfollati che hanno trovato rifugio in 83 delle sue strutture; strutture che Israele, lamentando fuoco proveniente dalle vicinanze, ha bombardato due volte dall’inzio dell’operazione “Barriera Protettiva”.

E proprio per il bombardamento della scuola Unrwa di Beit Hanoun, avvenuto giovedì da parte dell’aviazione israeliana e costato la vita a 15 palestinesi, l’Unione Europea ha chiesto ieri un’immediata indagine. Israele continua a dichiarare di aver risposto al fuoco proveniente dalle vicinanze dell’edificio e di aver avvertito l’Unrwa e la Croce Rossa di evacuare la struttura perché avrebbe colpito la zona; l’organizzazione delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, dal canto suo, ha negato di aver ricevuto un avvertimento simile da parte dell’esercito israeliano.

Ma i numeri dell’attacco a Gaza – 865 morti, di cui 65 ieri, e 3750 feriti – hanno portato ieri il ministro palestinese della Giustizia, Saleem Al-Saqqa, e il procuratore del tribunale di Gaza, Ismail Jabr, a presentare una denuncia per crimini di guerra a Gaza contro lo Stato di Israele alla Corte penale internazionale (ICC) dell’Aia. Per procedere e far valere la propria autorità sovranazionale, la Corte dovrà prima stabilire se l’Autorità nazionale palestinese può considerarsi il governo di uno stato nazionale palestinese. Israele ha firmato ma non ha ratificato – e non intende farlo – il trattato che istituisce la Corte Penale Internazionale. Sono 35, invece, i soldati israeliani uccisi dall’inzio dell’operazione di terra.

Sangue non solo Gaza, però. Massicce manifestazioni contro l’attacco israeliano alla Striscia hanno avuto luogo ieri nelle principali città della Cisgiordania: il bilancio è stato di 7 manifestanti uccisi per mano israeliana. L’ultimo a morire è stato un giovane palestinese colpito dai soldati durante una manifestazione pro-Gaza a Betlemme. Due giovani manifestanti sono morti a Nablus dopo che un colono aveva aperto il fuoco contro di loro mentre si avvicinavano in marcia verso il check-point di Huwwara. Un uomo di 47 anni è stato invece ucciso a Beit Ummar, vicino Betlemme, mentre un altro palestinese di 32 anni è stato colpito a morte dall’esercito israeliano nel campo profughi di al-Arrub, a nord di Hebron: stando a quanto dichiarato dall’esercito israeliano stava “tentando di sottrarre la pistola a un soldato”. Sono 10 i palestinesi uccisi in Cisgiordania dall’inizio delle manifestazioni contro l’attacco a Gaza degli ultimi 3 giorni. La speranza però arriva proprio da Gaza: una bambina è stata fatta nascere questo pomeriggio dai medici dell’ospedale di Deir al-Balah dopo che sua madre era morta in seguito al bombardamento della sua casa.

da Nena News

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

cisgiordaniagazaisraelepalestinaprotective edge

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Obbligazioni di guerra a sostegno di Israele

Un’indagine rivela che sette sottoscrittori di “obbligazioni di guerra” sono stati determinanti nel consentire l’assalto di Israele a Gaza.  Dal 7 ottobre 2023 le banche hanno sottoscritto obbligazioni emesse dal governo israeliano per un valore di 19,4 miliardi di dollari. di BankTrack, PAX e Profundo (*), da La Bottega del Barbieri Un’indagine condotta dal gruppo di ricerca finanziaria olandese Profundo […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: nasce la Global Sumud Flotilla, “il più grande sforzo civile per rompere l’assedio di Gaza”

Attivistɜ e volontariɜ della Freedom Flotilla Coalition, della Global March to Gaza e del convoglio Sumud si sono uniti per lanciare la Global Sumud Flotilla (GSF) – il più grande sforzo civile via mare dalla nascita dell’assedio illegale imposto dall’occupazione israeliana a Gaza. A giugno, migliaia di volontari sono stati mobilitati via terra, via mare […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

E’ uno sporco lavoro / 1: ma qualcuno deve pur farlo…

Almeno per una volta l’alter ego dell’ispettore Stephan Derrick, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, ha lasciato da parte l’ipocrisia con cui da tempo l’Europa maschera le sue posizioni dichiarando che «Israele sta facendo il lavoro sporco anche per noi». di Sandro Moiso, da Carmilla Una frase che più che dai dialoghi della serie televisiva che […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La ribellione dei ricercatori: 300 membri del CNR rifiutano di collaborare al riarmo

Oltre 300 ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno dichiarato la propria indisponibilità a prestare la propria attività intellettuale a studi finalizzati al settore bellico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

UK: Palestine Action e legislazione anti terrorismo

23 giugno 2025 – Yvette Cooper, Home Secretary del Regno Unito, dichiara l’intenzione di mettere al bando Palestine Action ai sensi della legislazione antiterrorismo, ponendo quindi l’organizzazione sullo stesso piano di gruppi armati come al-Qaeda.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le applicazioni più vendute create da spie israeliane

Alcune delle applicazioni di Apple e Google più scaricate sono state sviluppate da spie e Criminali di Guerra israeliani, generando miliardi di entrate per l’Economia dell’Apartheid.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dopo il 5 luglio il percorso Stop Riarmo continua!

Riprendiamo il comunicato uscito su @STOPRIARMO e alcuni articoli sulla giornata del 5 luglio scorso a Torino contro guerra, riarmo e gencidio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Militarizzazione: la Sicilia sempre più al centro degli interessi bellici di Stati Uniti e NATO

La Sicilia sarà il primo luogo al di fuori degli Stati Uniti dove verranno formati i piloti degli F-35.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Zohran alza la temperatura

Una sorpresa dagli Stati Uniti governati da Trump: la vittoria di Zohran Mamdani alle primarie democratiche per la carica di sindaco di New York, che ha da subito scatenato il delirio islamofobo della destra e l’allarme nell’establishment democratico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: I popoli dell’Oaxaca convocano un Incontro Nazionale contro la Gentrificazione

I popoli e le comunità dell’Oaxaca hanno convocato l’Incontro Nazionale contro la Gentrificazione, davanti alla necessità di organizzazione “per far fronte al saccheggio” territoriale e culturale provocati dalla gentrificazione e turistificazione nel paese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Stop Riamo: giornata a Torino contro riarmo, guerra e genocidio in Palestina

Riprendiamo il programma della giornata dal canale telegram @STOPRIARMO, percorso cittadino e territoriale che intende costruire una dimensione ampia di attivazione contro la guerra, contro il piano di riarmo e vuole opporsi al genocidio in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Smilitarizziamo Sigonella. Contro guerra, riarmo, genocidio

Fermiamo il genocidio del popolo palestinese
Impediamo la terza guerra mondiale ed il riarmo europeo
Smantelliamo le basi Usa-Nato – Smilitarizziamo Sigonella.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Haaretz: soldati israeliani sparano deliberatamente contro richiedenti aiuti disarmati vicino ai siti di distribuzione sostenuti dagli USA a Gaza

“È un campo di sterminio“, ha detto un soldato. “Dove ero di stanza, venivano uccise da una a cinque persone ogni giorno. Vengono trattate come una forza ostile”

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia formalmente sostiene l’Iran, ma mantiene un difficile equilibrio nello scacchiere mediorietale.

Con l’Iran la Russia ha un accordo strategico che però non prevede l’assistenza militare reciproca formalizzato nel Trattato di partenariato strategico del gennaio 2025, in realtà  è un accorod molto più all’insegna del pragmatismo e degli interessi reciproci anche perchè Mosca continua ad avere buone relazioni con Israele non fosse altro perchè un sesto circa della popolazione israeliana è costituito da russi di origine più o meno ebraica.