InfoAut
Immagine di copertina per il post

Turbolenze e alleanze contrapposte tra Mediterraneo e Golfo

||||

Abbiamo chiesto a Michele Giorgio di farci un quadro della condizione politica e geopolitica dell’area mediorientale regolata dagli interessi israeliani e per la vita  dei palestinesi, che si vedono aggrediti e feriti da raid squadristi di giovani fascisti ebrei, di cui nessuno parla a livello di media mainstream, pur esistendo filmati diffusi in twitter.

A cominciare dall’Iran e dagli irrevocabili segnali di distensione dell’amministrazione Biden che annovera tra i suoi uomini di spicco quegli stessi che avevano curato per Obama la trattativa con gli ayatollah; Israele non può certo stare a guardare la trattativa e infatti interviene in ogni modo possibile, non solo attraverso il Mossad, pur avendo ormai chiaro che l’era trumpiana è conclusa e il ritorno al tavolo del Jcpoa è scontato, quindi l’obiettivo è almeno tirare sul prezzo. Anche se l’opzione militare per Netanyahu rimane sempre sul tavolo e al termine del mandato di Trump ci si era andati molto vicino; e ancora adesso Israele spera nell’incidente bellico, proseguendo con le provocazioni, nonostante anche gli interessi delle altre potenze spingano per mettere fine alle tensioni nel Golfo; Michele in questo intervento aveva accennato a postazioni iraniane in Siria e da lì nella notte successiva a questa registrazione sono partiti razzi diretti al nucleare israeliano di Dimona, caduti a una trentina di chilometri dal reattore israeliano; un messaggio dall’Iran.

Nonostante Biden e i suoi uomini siano indubbiamente filoisraeliani hanno dovuto far capire al governo di Tel Aviv di darsi una calmata per evitare che la strategia possa subire battute d’arresto. Come già rilevava Marina Forti Tehran è riuscita a riconvertire la propria economia aggirando in larga parte le sanzioni e ha stretto accordi con la Cina, avvicinandosi alla sua sfera di influenza e Michele Giorgio ci conferma l’esistenza di accordi sino-iraniani a lunga scadenza, sancendo l’inefficacia della politica sanzionatoria statunitense. Infatti è previsto per i primi mesi del 2022 un accordo definitivo sul nucleare iraniano, ma già a maggio dovrebbe venire siglato un primo accordo secondo le previsioni di Washington.

Altro argomento affrontato è l’enorme business delle armi tra paesi del Mediterraneo orientale, che coinvolgono Grecia, Cipro, Emirati (e Sauditi, a gettare nuova luce sui criteri che informano realmente gli Abraham Accords), una sorta di rimodulazione di alleanze, scambi, traffici, occupazione di tratti di mare e contratti petroliferi… dove Israele si propone come garante, forte della sua potenza militare, per la sicurezza di chi vorrà essere suo alleato. Una fazione che si contrappone agli interessi dell’inedito ticket Egitto-Turchia: non è una sorpresa l’offerta greca di batterie di missili in questo coinvolgimento strategico di monarchie sunnite del Golfo con paesi del Mediterraneo orientale.

Passando alle questioni interne, oltre agli episodi di aggressioni da parte di giovani israeliani ai danni di lavoratori palestinesi che lavorano nella parte ebraica di Gerusalemme, è in corso anche una quotidiana rivendicazione con arresti e scontri dall’inizio del ramadan per ottenere l’accesso alla spianata di al-Aqsa: importante è che questa situazione dimostra come la città rimanga una città divisa, nonostante i riconoscimenti americani della giurisdizione israeliana. Gerusalemme è divisa, un conflitto che non è concluso e archiviato dalla Storia, ma che al contrario va di nuovo affrontato e aggiornato… e su questa divisione va a incidere anche la negazione da parte delle autorità israeliane di consentire la partecipazione alle elezioni palestinesi (e contrastate) dei palestinesi di Gerusalemme Est. Un’elezione contrastata pure dall’Autorità stessa che le ha indette dopo 15 anni, perché Marwan Barghouti, il più popolare degli ergastolani palestinesi, sarebbe il quasi sicuro vincitore delle presidenziali e le legislative, con sondaggi contrastanti tra Hamas e Fatah.

Ecco come si è dipanato il discorso di Michele Giorgio nelal mattinata di giovedì 22 aprile dalle frequenze di Radio Blackout:

“Turbolenze e alleanze contrapposte tra Mediterraneo e Golfo”.

Da Radio Blackout

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

israelemedioriente

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cina, le linee guida del plenum sul piano 2026-2030

Si è conclusa la quarta sessione plenaria del XX Comitato centrale del Partito comunista. Fissati gli obiettivi generali del XV piano quinquennale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: cariche alla manifestazione in solidarietà alla popolazione palestinese e contro il governo Meloni “Blocchiamo Tajani”

Una manifestazione indetta per contestare la loro presenza come esponenti del Governo Meloni, complice di Israele nel genocidio in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia in rivolta: proteste e scioperi contro l’inquinamento dell’impianto chimico

Il 21 ottobre 2025, la città tunisina di Gabès è stata paralizzata da uno sciopero generale e da massicce proteste contro l’inquinamento causato dall’impianto chimico statale gestito dal gruppo Tunisian Chemical Group (CGT)

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brasile: solidarietà internazionalista, João Pedro Stédile spiega la posizione del MST sul Venezuela

João Pedro Stédile, nell’intervista che ha concesso a Rádio Brasil de Fato, spiega la posizione politica del Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra (MST) di fronte alla situazione in Venezuela.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sui diritti degli Indiani americani

In corrispondenza con noi Sibilla Drisaldi del Healing and Freedom Movement e Donald Hatch, detto Buddy, rappresentante della tribù Cheyenne e Arapaho del Sud Oklahoma. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Guerra alla Guerra! Blocchiamo Tutto!

Di seguito il comunicato di GUERRA alla GUERRA rispetto a valutazioni e prospettive del percorso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: accendiamo i riflettori della festa del cinema sulla Palestina, blocchiamo l’ambasciata israeliana

Venerdì 24 novembre alle ore 18 in piazza Verdi a Roma è stato chiamato un corteo da parte di diverse realtà di cui riprendiamo il comunicato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Milano: “fermiamo la macchina di guerra”. Presidio lunedì 20 ottobre alla Malpensa

Lunedi 20 ottobre è prevista la partenza da Malpensa del volo CV06311 con cinque carichi di ali di F-35 diretti allo stabilimento Lockheed Martin di Fort Worth, USA, per l’assemblaggio e la successiva spedizione verso Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dalla strategia di Trump ai pakal

Nelle analisi non è bene separare le diverse dimensioni della dominazione, né di nessun oggetto di studio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nel Paese Basco meridionale: risposta antifascista contro i nostalgici di Franco

Durante il raduno, i sostenitori della Falange hanno moltiplicato i saluti fascisti, sfilando con bandiere spagnole e simboli della dittatura militare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Udine: i/le giovani scendono due volte in campo contro Israele

Più di 15.000 a Udine solidali con la Palestina: considerazioni sul corteo del 14 ottobre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Alba: Blocchiamo tutto! Free Palestine!

Alba. Venerdì scorso un corteo in sostegno alla popolazione palestinese è partito da Zona h (parco cittadino) in direzione del teatro sociale: si inaugurava la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco; oltre al presidente della regione Alberto Cirio, era previsto l’intervento di Paolo Zangrillo ministro del governo Meloni.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Udine: in 15mila mostrano il cartellino rosso ad Israele

In migliaia da tutta Italia hanno raggiunto Udine per manifestare contro la partita della vergogna Italia – Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Milano: non passa la mozione per interrompere il gemellaggio con Tel Aviv. Proteste dentro il consiglio comunale, cariche fuori

A Milano proteste dentro e fuori il consiglio comunale: a Palazzo Marino passa il voto con la maggioranza di 22 a 9 (3 gli astenuti) contro la mozione che chiedeva l’interruzione del gemellaggio con Tel Aviv.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Show Israel the red card! Corteo nazionale a Udine

Domani, 14 ottobre, alle 20:45, si giocherà a Udine Italia–Israele, match di qualificazione ai Mondiali 2026. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attivisti della Flotilla rinchiusi nella prigione di Ketziot

Israele trasferisce i volontari sequestrati della Freedom Flotilla alla prigione di Ketziot: cresce l’indignazione internazionale

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ecocidio, imperialismo e liberazione della Palestina/1

La devastazione di Gaza non è solo genocidio, ma anche ecocidio: la distruzione deliberata di un intero tessuto sociale ed ecologico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

E’ ufficiale il “cessate il fuoco” a Gaza

Il governo israeliano ha ratificato a tarda notte la prima parte del piano Trump con la dura opposizione dei ministri dell’ultra-destra Ben Gvir e Smotrich.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Continuano le piazze per la Palestina e nella notte nuovo abbordaggio della Flottilla

Ieri, 7 ottobre, in particolare in due città italiane, Torino e Bologna, si sono tenuti appuntamenti per continuare la mobilitazione in solidarietà alla Palestina. Entrambe le piazze sono state vietate dalle rispettive questure in quanto considerate “inopportune”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: 473 i componenti della Global Sumud Flotilla rapiti. Continua il viaggio della Thousand Madleens to Gaza

Sono 473 i componenti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla rapiti in acque internazionali dalle forze occupanti dell’esercito israeliano dopo l’assalto alle imbarcazioni iniziato la sera di mercoledì 1 ottobre 2025 a meno di 70 miglia da Gaza.