InfoAut
Immagine di copertina per il post

UE. Diventa obbligatoria l’etichetta “Made in Israeli settlements”

L’annuncio fatto questa mattina dalla Commissione Europea dopo la diffusione delle linee guida per la tracciabilità dei prodotti provenienti dalle colonie illegali. L’ira di Israele: “Decisione politica e discriminatoria”. E sospende temporaneamente i prossimi incontri con Bruxelles

AGGIORNAMENTO ORE 18.30 – ISRAELE SOSPENDE INCONTRI CON UE

Tel Aviv ha voluto lanciare un “forte messaggio di malcontento” verso Bruxelles per la sua decisione di etichettare i prodotti provenienti dalle colonie illegali dei Territori palestinesi occupati e ha deciso di boicottare i prossimi appuntamenti in agenda con l’Unione Europea. Lo ha dichiarato il vice ministro degli Esteri israeliano Tzipi Hotovely all’emittente tv Channel 2: “Non si può essere coinvolti in ciò che sta accadendo in Medio Oriente e al contempo fare una mossa così estrema come l’etichettatura dei nostri prodotti … boicottandoci”. La sospensione, ha fatto sapere il portavoce degli Esteri Emmanuel Nahshon, sarà temporanea e riguarderà gli incontri regolari tra Tel Aviv e Bruxelles sulle questioni politiche inerenti al Medio Oriente, ai diritti umani e alle organizzazioni internazionali.

della redazione

Roma, 11 novembre 2015, Nena News – D’ora in poi le merci provenienti dalle colonie israeliane nei territori palestinesi occupati dovranno essere obbligatoriamente etichettate in modo diverso. Lo ha annunciato questa mattina la Commissione Europea pubblicando le nuove linee guida per la tracciabilità dei prodotti in provenienza da Israele.

Presagendo le proteste di Tel Aviv, che ha definito la decisione “una inaccettabile discriminazione”, Bruxelles ha fatto sapere che si tratta di una “nota interpretativa”, ovvero della chiarificazione di norme già vigenti. La normativa dell’Unione Europea, infatti, impone l’etichettatura con denominazione di origine a tutti i prodotti agricoli in commercio nell’area comunitaria. Israele, che aveva a lungo osteggiato l’imposizione dei requisiti di etichettatura a merci prodotte su terra occupata, ora dovrà adeguarsi alle regole stabilite.

L’annuncio segue la mozione – approvata lo scorso aprile con 525 voti a favore, 70 contrari e 31 astenuti – con cui il Parlamento Europeo aveva introdotto la differenziazione delle etichettature per le merci provenienti da Israele e per quelle pro­dotte nelle colo­nie ebrai­che in Cisgiordania, a Gerusalemme est e nelle Alture del Golan occupato. Decisione sollecitata da 16 paesi membri dell’Ue, tra cui l’Italia, dopo una serie di riconoscimenti simbolici dello stato di Palestina da parte dei singoli paesi europei e a seguito delle decisioni prese da alcuni stati membri – Gran Bretagna, Danimarca e Belgio – di voler tracciare per conto proprio i prodotti provenienti dagli insediamenti ebraici illegali.

Un coro di proteste si è levato da ogni angolo del paese per una decisione considerata “discriminatoria” e “controproducente al processo di pace”, che – stando alle dichiarazioni indignate del portavoce del Ministero degli Esteri israeliano Emmanuel Nahshon – arriva proprio nel momento in cui “Israele sta affrontando un’ondata di terrorismo che prende di mira tutti i suoi cittadini”. Un’escalation di violenza che ha il suo centro proprio nei territori occupati, a Gerusalemme est e in particolare in Cisgiordania, dove Israele manda i suoi coloni a sottrarre terra, acqua e risorse ai palestinesi sotto la protezione dell’esercito e della legge.

Fattori, questi ultimi, che sono alla base del mancato processo di pace tra Tel Aviv e Ramallah, ma che il Ministero degli Esteri israeliano non considera, puntando piuttosto il dito sulla mossa che “l’Unione Europea ha imparato bene dal movimento di boicottaggio (BDS)” e che “potrebbe rafforzare il rifiuto dei palestinesi a tenere negoziati diretti con Israele”.

A scanso d’equivoci per una norma che gli israeliani considerano “politicamente motivata” e che rischia di incrinare ulteriormente i rapporti tra Bruxelles e Tel Aviv, un portavoce della Commissione Europea si è affrettato a riferire al New York Times che “questo non cambia in alcun modo la nostra posizione nei confronti del processo di pace in Medio Oriente”.

Ha poi rassicurato Tel Aviv sul trattamento preferenziale di cui continueranno a beneficiare i prodotti “Made in Israel” nel mercato europeo, prodotti che “continueranno a essere poco o per nulla sottoposti a imposte”. Ma ha anche ricordato che “i prodotti provenienti dagli insediamenti non possono beneficiare di queste condizioni di favore”.


da Nena News

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

colonieisraeletracciabilità

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Haaretz: soldati israeliani sparano deliberatamente contro richiedenti aiuti disarmati vicino ai siti di distribuzione sostenuti dagli USA a Gaza

“È un campo di sterminio“, ha detto un soldato. “Dove ero di stanza, venivano uccise da una a cinque persone ogni giorno. Vengono trattate come una forza ostile”

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vertice Nato: servili o complici?

Entro il 2035 la spesa militare dei 32 paesi della Nato dovrà raggiungere il 5% del PIL.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia formalmente sostiene l’Iran, ma mantiene un difficile equilibrio nello scacchiere mediorietale.

Con l’Iran la Russia ha un accordo strategico che però non prevede l’assistenza militare reciproca formalizzato nel Trattato di partenariato strategico del gennaio 2025, in realtà  è un accorod molto più all’insegna del pragmatismo e degli interessi reciproci anche perchè Mosca continua ad avere buone relazioni con Israele non fosse altro perchè un sesto circa della popolazione israeliana è costituito da russi di origine più o meno ebraica.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: bilancio delle due manifestazioni nazionali di sabato 21 giugno contro guerra, riarmo e genocidio

Sabato 21 giugno, a Roma, si sono svolte due manifestazioni nazionali contro la guerra, il riarmo e il genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: le loro armi, i loro profitti, i nostri morti

Più di 4.000 persone hanno manifestato e portato avanti delle azioni contro l’Air Show di Parigi, il commercio della morte e a sostegno della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA bombardano l’Iran, ogni maschera è caduta

Ieri notte gli USA hanno bombardato tre siti nucleari in Iran, quello di Fordo, di Isfahan e di Natanz ufficializzando di fatto l’entrata in guerra al fianco di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: media e organizzazioni documenteranno con una Missione di Osservazione la persecuzione politica a Eloxochitlán

Si tratta della prima missione di osservazione a Eloxochitlán che sorge “come una risposta urgente” alla violenza politica e giudiziaria contro la popolazione

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Difendere Anan, Alì e Mansour significa difendere la resistenza del popolo palestinese

Udienze ed iniziative all’Aquila Il 25, 26, 27 giugno si terranno al tribunale dell’Aquila tre udienze consecutive del processo ad Anan, Alì e Mansour, tre palestinesi accusati di proselitismo e finanziamento del terrorismo, contemporaneamente si terranno alcune giornate di mobilitazione. La corte ha intenzione di arrivare alla sentenza entro il 10 luglio. Le iniziative proposte […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

l’Occidente che uccide:retoriche vuote per giustificare l’ingiustificabile.

L’idea che si possa “difendere la civiltà” a suon di bombe e crimini di guerra è il paradosso fondativo del progetto coloniale. E oggi è il cuore della propaganda bellica israeliana, e di chi la sostiene in Occidente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello a mobilitarsi contro il salone del Bourget a Parigi.

Dal 16 al 22 giugno 2025, presso il centro espositivo di Le Bourget, a nord di Parigi, si terrà il 55° Salone internazionale dell’aria di Parigi.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Montichiari: cancellato il volo con i missili in transito.

Vittoria per lavoratrici e lavoratori. Revocato lo sciopero.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Chi importa in Europa il gas di Israele?

Le guerre di Israele si nutrono anche di gas: quello estratto dai giacimenti offshore di Tamar, Leviathan, Karish e Tanin (questi ultimi contesi con il Libano), e in previsione anche di quello sottratto ai palestinesi nei mari di fronte a Gaza. di Collettivo Gastivists, da ECOR Network Come è noto, nell’autunno 2023 il Ministero dell’Energia […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Una resa dei conti coloniale: come la guerra di Israele contro l’Iran riapre vecchie ferite

Riprendiamo di seguito questo articolo di Soumaya Ghannoushi, apparso su Effimera. Condividiamo in gran parte quanto scritto nel testo e nell’introduzione di Effimera, ci teniamo a sottolineare per quanto riguarda il nostro punto di vista che sicuramente quello del multipolarismo rappresenta un orizzonte del desiderio tra le masse del sud del mondo (ed anche qui […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ma quale “imperialismo iraniano”?

Per un attimo ci siamo illusi/e che di fronte a fatti di questa portata la priorità fosse quella di capire come opporsi, dal nostro lato di mondo, al caos sistemico che Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti, sta portando sulla regione.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

L’attacco di destre, sionisti e lgbt liberali al pride di Parigi

Il 28 giugno a Parigi si svolge la Marche des Fiertés Paris & Île-De-France, il più importante pride francese quest’anno anticipato da violente polemiche

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

MAGA vs neocons: la coalizione trumpiana si spacca sulla guerra all’Iran

Qualcosa di interessante sta accadendo all’interno della coalizione che ha portato alla vittoria Donald Trump: la tentazione di entrare in guerra direttamente contro l’Iran al fianco di Israele sta creando scompiglio.