InfoAut
Immagine di copertina per il post

Usa. La polizia (mal)tratta i minori come adulti

||||

In molti stati dell’Unione non c’è un’età minima per subire l’arresto. In altri è stato fissato a dieci anni. E in molti casi i minori finiscono davanti ai tribunali penali per adulti. Inquietante poi l’abituale ricorso ad ammanettare bambini e adolescenti. Soprattutto quando appartengono a minoranze, provengono da famiglie povere o hanno disabilità.

di Marco Cinque  (*)

Sono passati più di trent’anni da quando gli Stati Uniti hanno firmato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, un trattato teso a proteggere i bambini in ogni luogo della Terra. Malgrado ciò, gli Stati Uniti sono il paese coi più alti tassi di arresti e di detenzione di minori al mondo. Anche se contano meno del cinque per cento della popolazione mondiale, gli Usa detengono circa il 25 per cento della popolazione carceraria di tutto il pianeta, rimpolpata da un sostanzioso numero di detenuti minorenni, anch’essi sottoposti alle stesse discriminazioni razziali ed economiche che vengono inflitte agli adulti.

Nel quinquennio 2013-2018 sono stati arrestati 30.467 bambini sotto i dieci anni e 266.321 tra i dieci e i dodici anni, mentre tra il 2009 e il 2018, ogni 43 secondi un bambino o un adolescente è finito in manette. Sempre nel 2018 sono stati arrestati 728.280 minori e anche se recentemente i numeri sono sensibilmente calati, restano comunque di un’enormità inammissibile, sopratutto per un paese che si autoconsidera e viene considerato democratico e civile.

Secondo i dati governativi, in 34 stati degli Usa non c’è un’età minima per subire l’arresto, mentre buona parte degli altri stati ha fissato il limite a dieci anni. Inoltre, secondo l’Ufficio per la giustizia minorile, 24 stati non hanno un’età minima che impedisca loro di trasferire i casi minorili ai tribunali penali per adulti. Questo evidenzia un sistema politico e giudiziario profondamente malato, un sistema che facilita i comportamenti disumani di agenti di polizia, tribunali e personale carcerario, facendo carta straccia della succitata Convenzione sui diritti dell’infanzia.

Inquietante poi l’abituale ricorso ad ammanettare bambini e adolescenti, prelevandoli dalle scuole, cioè da quei luoghi sacri che dovrebbero proteggerli ed educarli ed è vergognosa la pratica frequente di usare le manette persino per i bambini sotto i sei anni, compresi quelli disabili. Un’analisi del Center for Public Integrity sui dati del Dipartimento dell’Istruzione ha rilevato che vengono arrestati in modo sproporzionato soprattutto alunni e studenti che appartengono a minoranze, che provengono da famiglie povere o che hanno disabilità.

Una volta in carcere, i bambini sono messi a rischio di abusi fisici e psicologici, aggressioni sessuali, suicidi e altri danni che lasciano strascichi indelebili nella loro psiche. I rischi aumentano per i minori destinati al sistema di giustizia penale degli adulti, che si concentra sulla punizione piuttosto che sull’educazione e sulla riabilitazione. I minori nelle carceri per adulti hanno maggiori probabilità di subire traumi permanenti ed hanno cinque volte più probabilità di morire per suicidio rispetto ai bambini detenuti nei centri di detenzione minorile.

I minori negli Usa vengono perseguiti e condannati in base ai cosiddetti “reati di stato”, vale a dire quei reati che non sarebbero punibili, secondo la legge, se commessi da un adulto. Per l’American Bar Association, si tratterebbe di piccoli reati come bere alcolici, assenteismo scolastico, fughe da casa e altri cattivi comportamenti, che possono far finire i bambini in prigione per anni, mettendoli in contatto con autori di reati violenti e tenendoli fuori dalle scuole. Il 66per cento dei giovani detenuti nelle carceri minorili non torna mai a scuola.

Emblematico il caso della dodicenne Ansche Hedgepeth, che salì alle cronache nel 2000, a Washinghton. La bambina tornava da scuola e, mentre aspettava un’amica alla fermata della metropolitana, venne arrestata dalla polizia per aver consumato delle patatine all’interno della stazione, grazie a un rigurgito repressivo del Distretto di Columbia che prevedeva la cosiddetta “tolleranza zero” anche per reati di piccola entità, tra cui era previsto il divieto di consumare cibo all’interno delle stazioni della metropolitana.

Così Ansche Hedgepeth dovette subire tutte le degradanti procedure dell’arresto: ammanettata, perquisita, umiliata, privata dei lacci delle scarpe ed anche dell’inviolabilità di quella dignità umana che dovrebbe essere garantita a tutte le persone, soprattutto ai bambini. Terrorizzata, la dodicenne pianse per tutto il tempo. Fu poi fatta sedere nella vettura della polizia, in uno scompartimento chiuso, condotta in un centro di detenzione per minorenni dove le vennero prese le impronte digitali e scattate foto segnaletiche come a un qualsiasi criminale.

Oltre alla vicenda di Ansche, le cronache statunitensi sono tutt’oggi piene zeppe di casi assurdi, dove i bambini debbono subire i soprusi più inimmaginabili, non dal delinquente o dal mostro di turno, ma dalle stesse autorità che dovrebbero proteggerli e tutelarli. Tra questi casi se ne elencano a seguire una piccola parte, per far capire quello che avviene quotidianamente in un paese che vorrebbe essere regola e righello per il mondo in tema di diritti umani, soprattutto quelli dei minori.

Idaho, 2008: Evelyn Towry, una bambina di otto anni, affetta da sindrome di Asperger, è stata prima maltrattata dal personale della scuola elementare di Kootenai, riportando segni e lividi sul corpo, poi ammanettata e arrestata dalla polizia.

New York, 2010: la dodicenne Alexa Gonzalez è stata ammanettata e trasferita nella stazione di polizia per aver scarabocchiato con dei pennarelli sul suo banco scolastico frasi innominabili come: «Io amo i miei amici Abby e Fede».

California, 2011: Michael Davis, un bimbo di appena cinque anni affetto da ADHD, viene ammanettato mani e piedi  con delle fascette da un ufficiale di polizia, nella scuola di Stockton.

Florida, 2017: John Haygood è un bambino autistico di dieci anni che, sebbene non capisca cosa gli stia accadendo, viene ammanettato senza tanti complimenti all’interno dell’istituto scolastico da due agenti di polizia, caricato sul sedile posteriore dell’auto e arrestato mentre impreca e si dispera.

Indiana, 2017: Devin Shepherd è un altro bambino autistico di nove anni, che frequenta la quarta elementare alla Needham Elementary School di Franklin. Durante la ricreazione litiga con un compagno di classe. L’insegnante chiama la polizia e gli agenti ammanettano Devin, che in lacrime viene condotto in prigione.

Georgia, 2018: Corey Jackson, un bambino di dodici anni viene arrestato in un centro commerciale con l’accusa di aver venduto illegalmente dei CD. Dalla registrazione di una Tv affiliata alla NBC, si sente un ufficiale di polizia minacciare Corey: «Hai dodici anni? Stai per andare in prigione».

Colorado, 2019: Gavin Carpenter, un bambino di dieci anni, è stato arrestato dalla polizia di Colorado Springs con l’accusa di aver giocato assieme a un suo coetaneo con una pistola finta. In una testimonianza la madre del bambino ha affermato:

Questa storia ha colpito immensamente tutta la nostra famiglia. Soprattutto il nostro Gavin, che ora è terrorizzato dalle forze dell’ordine ed ha dei flashback dell’evento terrificante. Il mio scopo è raccontare al mondo quello che è successo e informare tutti i genitori che questo potrebbe accadere a chiunque abbia dei bambini.

Florida, 2020: Kaia Rolle è una bimba di 6 anni che soffre di apnea notturna, un disturbo che le rende difficile riposare a sufficienza durante la notte. Una mattina Kaia si sente stanca e in difficoltà durante la sua prima lezione nella scuola elementare. Kaia fa i capricci, ma invece di offrirle sostegno, il personale scolastico la spedisce prima nell’ufficio del preside, poi vengono chiamati gli agenti di polizia che l’ammanettano, la prelevano dalla scuola e la portano in prigione.

New York, 2021: dopo un litigio in famiglia, una bambina di 9 anni fugge in strada sotto la neve. La polizia di Rochester viene avvertita e raggiunge la ragazzina che non vuol saperne di tornare a casa dalla madre e chiede di incontrare il padre. Ben nove agenti la circondano e la ammanettano. Mentre lei piange e supplica disperata, le spruzzano in faccia uno spray al peperoncino e la arrestano, costringendola a salire sul retro dell’automobile.

L’elenco sarebbe ancora piuttosto lungo e potrebbe sembrare uno scherzo di cattivo gusto, se non il tentativo di offuscare la credibilità di un paese considerato così importante e influente, ma in verità questa vuole essere semplicemente una presa d’atto dell’amara realtà che si consuma con inquietante regolarità negli Stati Uniti, dove ben 70 ragazzini di 13 e 14 anni sono stati condannati all’ergastolo senza la possibilità di liberazione (come documentato dall’organizzazione Equal Justice Initiative) e dove attualmente ci sono oltre 2000 giovani condannati a morire in carcere.

Tutti gli studi neurologici, psicologici e sociologici confermano che i bambini di 12 e 13 anni hanno spesso un senso di responsabilità non sufficientemente sviluppato. Proprio per questo sono considerati immaturi per votare, guidare, sposarsi senza il consenso dei genitori, bere alcolici e hanno ancora l’obbligo della frequenza scolastica. Ma sono incomprensibilmente considerati maturi per essere arrestati, processati e rinchiusi in prigione, come qualsiasi adulto.

Oltre alle mostruosità quotidiane che negli Stati uniti si consumano ai danni dei minori, vale la pena ricordare anche la tragica realtà che riguarda i bambini immigrati. Un rapporto di Amnesty International del 2019 denunciava le condizioni tragiche di questi bambini, rinchiusi e ammassati nelle Homestead, le strutture di “emergenza temporanea”. Queste strutture sono ambienti impersonali, industriali e altamente restrittivi in cui i bambini devono indossare badge identificativi con codici a barre, dormire in alloggi in stile caserma, seguire linee segnate con il gesso quando si spostano da un luogo all’altro e seguire un programma rigoroso. Insomma, ambienti più simili a complessi carcerari che ad alloggi pensati per accogliere bambini già provati da traumi e difficoltà.

Alla luce dei fatti descritti e dei casi riportati, che sono solo la punta di un iceberg ben più vasto e profondo, verrebbe da pensare che la pedagogia sia una materia totalmente sconosciuta a molti legislatori, insegnanti, giudici e poliziotti statunitensi. La caccia ai bambini cattivi è aperta ormai da troppo tempo, forse sarebbe il caso che i governi dei paesi alleati aiutassero i “cacciatori” a chiuderla al più presto.

(*) ripreso da qui  –  https://ytali.com/

Da La Bottega del Barbieri

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

bambinicarcereUsa

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Trump ribalta Zelensky facendo dissolvere la falsa coscienza dal capitalismo “liberale”

Terre rare, materie prime, il dollaro come valuta di riferimento, porte spalancate ai capitali americani e i risparmi nazionali dritti dritti nei portafogli di società Usa. In meno di una riga di post, il neo-presidente, attaccando l’omologo ucraino, ha riassunto la dottrina che gli Stati Uniti hanno seguito per anni. L’Europa balbetta, proponendo solo nuova […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: corrispondenza dall’Indonesia tra il neogoverno Subianto e le prime mobilitazioni dal basso

Levante: nuova puntata, a febbraio 2025, dell’approfondimento mensile di Radio Onda d’Urto sull’Asia orientale, all’interno della trasmissione “C’è Crisi”, dedicata agli scenari internazionali. In collegamento con noi Dario Di Conzo, collaboratore di Radio Onda d’Urto e dottorando alla Normale di Pisa in Political economy cinese e, in collegamento dall’Indonesia, Guido Creta, ricercatore in Storia contemporanea dell’Indonesia all’Università Orientale di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tajani non sei il benvenuto! Comunicato dell’Intifada studentesca di Polito

Dopo più di un anno di mobilitazioni cittadine, di mozioni in senato e di proteste studentesche, il Politecnico decide di invitare il ministro degli esteri all’inaugurazione dell’anno accademico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

150 realtà politiche e sociali si incontrano a Vienna per la People’s Platform: alcune valutazioni sulla 3 giorni

Riprendiamo da RadioBlackout: Centinaia di organizzazioni politiche e sociali, per un totale di 800 delegati/e, si sono incontrate a Vienna tra il 14 ed il 16 febbraio in occasione della People’s Platform Europe. Si è trattato di un incontro internazionalista organizzato da collettivi e realtà vicine al movimento di liberazione curdo con l’obiettivo di creare […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Negoziati in Ucraina: Trump e Putin gestiscono le sorti dell’Europa

A seguito di una propaganda elettorale incentrata sulla risoluzione in Ucraina, dopo un lungo scambio con Putin nelle ultime ore, Donald Trump avvia i negoziati per poi farli accettare a cose fatte a Zelensky.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hamas ha annunciato il rinvio dello scambio di prigionieri: Perché e perché ora?

Hamas si trova attualmente in una posizione in cui deve fare del suo meglio per negoziare l’ingresso di aiuti sufficienti a Gaza, assicurando al contempo la fine della guerra e la formazione di un’amministrazione post-bellica in modo che il territorio possa essere rilanciato e ricostruito. di Robert Inlakesh, tradotto da The Palestine Chronicle Lunedì, il […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: giustizia per Samir Flores Soberanes! 6 anni di impunità

Questo 20 febbraio si compiono 6 anni dal vile assassinio del nostro compagno Samir Flores Soberanes. Sei anni nella totale impunità di un governo che funge da mano armata per il grande capitale. da Nodo Solidale Samir è stato ucciso da 4 colpi di pistola davanti a casa sua ad Amilcingo, nello stato messicano del […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Un unico modo per sconfiggere il Fascismo Israeliano: Ilan Pappé sulla giustizia globale

Riprendiamo l’articolo tradotto di invictapalestina. English version Dobbiamo ancora credere che, a lungo termine, per quanto orribile sia questo scenario che si sta sviluppando, esso sia il preludio a un futuro molto migliore. Di Ilan Pappe – 7 febbraio 2025 Se le persone vogliono sapere cosa ha prodotto in Israele l’ultimo folle e allucinante discorso […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il progetto imperialista USA-Israele su Gaza e gli sviluppi sul cessate il fuoco

L’amministrazione Trump ha gettato la maschera esplicitando il progetto coloniale e imperialista che lo accomuna al piano sionista di Israele, attraverso dichiarazioni shock senza precedenti il Presidente degli Stati Uniti parla di deportazione e pulizia etnica del popolo palestinese in mondovisione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Fronte Popolare: Gaza non è proprietà di Trump e qualsiasi sogno di controllarla è puramente illusorio

Il destino di qualsiasi forza di occupazione statunitense non sarà diverso da quello dell’occupazione sionista.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Non sono i nostri figli che si devono vergognare, ma chi li persegue

La recensione del libro Carcere ai ribell3: storie di attivist3. Il carcere come strumento di repressione del dissenso, a cura di Nicoletta Salvi Ouazzene – Mamme in piazza per la libertà del dissenso – di Haidi Gaggio Giuliani recentemente pubblicata da serenoregis.org

Immagine di copertina per il post
Traduzioni

Leonard Peltier è finalmente libero!

Pubblichiamo la traduzione di questo articolo. “Oggi sono finalmente libero! Mi hanno imprigionato, ma non hanno mai spezzato il mio spirito!” Ciò che sembrava impossibile è diventato realtà il 18 febbraio, quando il prigioniero politico nativo Leonard Peltier è uscito dal penitenziario federale di Coleman da uomo libero. Ha lasciato Coleman non più in uniforme […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Violenze nel carcere di Reggio Emilia: derubricato il reato di tortura

E’ arrivata la sentenza che riguarda il processo, avvenuto con rito abbreviato, nei confronti di dieci agenti della polizia penitenziaria che agirono violenza nei confronti di un detenuto nel carcere di Reggio Emilia nell’aprile 2023.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Diamo voce al dissenso

Ai più non è chiaro che oggi stiamo assistendo, sia in Italia sia in Europa, a una criminalizzazione del dissenso politico Riprendiamo l’articolo di osservatoriorepressione di Marco Sommariva*: La curatrice del libro Carcere ai ribell3, Nicoletta Salvi Ouazzene, è un’attivista del Comitato “Mamme in piazza per la libertà di dissenso”, nato nel 2016. Il Comitato nasce per iniziativa […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Geopolitica e lotta di classe nella crisi di sistema

0. Si apre un tempo di incertezza, che non fa ancora epoca. Per conquistarne l’altezza, occorre rovesciare il punto di vista. E cogliere, nell’incertezza del tempo, il tempo delle opportunità. da Kamo Modena 1. «La fabbrica della guerra». Abbiamo voluto chiamare così un ciclo di incontri dedicati a guardare in faccia, da diverse angolature e […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Non guerra in Europa, ma guerra all’Europa

La telefonata tra Trump e Putin ha traumatizzato la pessima classe dirigente europea, gettandola nel panico. Mentre la guerra in Ucraina va verso il congelamento gli imbelli che governano il continente finalmente si stanno rendendo conto che questa non era solamente una guerra in Europa, ma una guerra all’Europa, portata avanti con mezzi non convenzionali […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Intervista esclusiva all’Accademia della Modernità Democratica e Foza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del Partito di Unione Democratica (PYD)

Abbiamo avuto l’occasione di realizzare questa intervista all’Accademia della Modernità Democratica con al suo interno un contributo (citato tra virgolette) di Forza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del PYD..

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Carcere di Palermo: 400 detenuti in sciopero della fame

400 detenuti in sciopero della fame. L’associazione Yairahia Onlus, attiva per i diritti dei reclusi, spiega i motivi della protesta nel carcere di Palermo : “In una situazione carceraria disastrosa che l’anno scorso ha registrato il record di suicidi, ed in cui il sovraffollamento è una costante, appare assurdo gravare in maniera ancora maggiore sulla […]