InfoAut
Immagine di copertina per il post

Vittorio Arrigoni, nostro grande amico

«Negli ultimi mesi (precedenti al sequestro e l’uccisione da parte di un sedicente gruppo salafita, ndr) Vittorio ed io passavamo quasi ogni sera insieme. A discutere di tutto: di Gaza, dell’Italia, di politica, dei nostri sogni, di un mondo che volevamo diverso. Credo di aver trascorso con lui tra i momenti più importanti della mia vita», ricorda Khalil. All’inizio del 2011 erano le «primavere arabe» ad alzare il tono delle chiacchiarate tra amici. La gente di Gaza aveva seguito incantata l’esito delle rivolte in Tunisia ed Egitto. Sull’onda dell’entusiasmo gli attivisti palestinesi erano impegnati in iniziative per favorire la riappacificazione tra Fatah e Hamas e la riconciliazione nazionale. «Vittorio era rimasto profondamente colpito dalla forza del popolo egiziano – prosegue Khalil -, me ne parlava spesso e si augurava che i palestinesi potessero trovare l’energia e la determinazione per mettere fine alla loro frattura interna che stava favorendo gli interessi dell’occupazione israeliana». I colloqui serali tra Vittorio e il vicedirettore del Cpdu, si svolgevano quasi sempre nel giardino del «Gallery», un locale frequentato perlopiù da giovani attivisti laici, aspirando il fumo profumato della «shisha» e sorseggiando un tè. Non di rado si parlava dell’Italia.

«Berlusconi era il bersaglio preferito di Vik – ricorda Khalil, abbozzando per la prima volta un sorriso – lo etichettava con parole durissime, mi riferiva delle sue ultime imprese (di Berlusconi, ndr) e ne ridevamo insieme. Poi cambiava tono e si arrabbiava pensando al sostegno cieco che il governo italiano dava a Israele senza tenere conto della condizione di Gaza e di tutti i palestinesi sotto occupazione». Anche per questo Vittorio puntava sull’utilizzo dei social per mobilitare gli occidentali, a partire dagli italiani. Ripeteva che la nuova comunicazione – blog, facebook e twitter – era lo strumento ideale per raggiungere decine di migliaia di persone private di una informazione obiettiva su Gaza e la Palestina a causa delle reticenze e dei silenzi di tv, radio e grandi giornali. «Vik – continua Khalil – aveva preso molto sul serio le minacce che in rete la destra filo israeliana aveva rivolto a lui e ad altri attivisti internazionali. Ma non aveva paura, anzi era sempre più determinato a portare avanti la sua battaglia contro il blocco di Gaza».

Vittorio e il suo caro amico palestinese cominciavano a porsi interrogativi sulla crescita del salafismo nella Striscia, un fenomeno non nuovo ma che si stava facendo in quel periodo più presente, che faceva di tutto per farsi notare. «Mi faceva domande sull’ideologia salafita, mi chiedeva se questi gruppi di poche centinaia di membri fossero manovrati da qualcuno, anche fuori da Gaza. Entrambi provavamo a valutarne la crescita in termini numerici e la loro pericolosità per la causa di Gaza e dei palestinesi», prosegue Khalil che il 13 aprile del 2011 fu uno degli ultimi amici a parlare con Vittorio. «Mi chiamò alle 15.10 per chiedermi alcune informazioni sulle conseguenze di spari israeliani su contadini e pescatori (di Gaza) avvenuti al mattino, poi decidemmo di incontrarci come sempre al Gallery». Vik però non sarebbe andato all’appuntamento con il suo amico. Quella sera fu rapito da una presunta cellula di «Tawhid wal Jihad» appena uscito dalla palestra che frequentava da qualche tempo per tenersi in forma. Khalil ci racconta di quelle ore con lo sguardo fisso e gli occhi umidi. «Quando non lo vidi arrivare telefonai all’Addar (una piccola trattoria dove Vittorio mangiava spesso, ndr). Mi dissero che aveva annunciato qualche ora prima il suo arrivo ma che poi non si era visto. Non mi preoccupai più di tanto, Vik talvolta cambiava programma all’improvviso. Non sempre mi avvisava, perchè sapeva che ero al Gallery in compagnia di altri amici». Invece Vittorio si trovava già nelle mani dei suoi sequestratori che la notte successiva, tra il 14 e il 15 aprile, lo avrebbero ucciso dopo aver postato in youtube un video di rivendicazione del rapimento.

Era un Vittorio persino più maturo quello che era tornato a Gaza nel 2010 dopo il tour di conferenze e incontri, lungo diversi mesi, che aveva tenuto in tutta Italia per raccontare della Striscia e della sua esperienza umana e politica nelle tre settimane di bombardamenti e cannoneggiamenti israeliani su Gaza durante l’offensiva «Piombo fuso» (dicembre 2008 – Gaza 2009). Il suo libro Restiamo Umani (ed. Manifestolibri) andava a ruba, la sua popolarità era enorme. Lui però aveva messo da parte la notorietà e, con umiltà, continuando la sua attività di «protezione passiva» di contadini e pescatori palestinesi minacciati dai militari israeliani, si stava impegnando in un altro progetto editoriale. Di inchiesta, di denuncia, di analisi, finalizzato alla mobilitazione a sostegno dei palestinesi. L’inizio della scrittura del testo era stato rallentato da una notizia che lo aveva sconvolto e alla quale andava sempre con il pensiero. Il padre si era ammalato gravemente. Riferiva ad amici e conoscenti gli aggiornamenti che gli arrivavano da casa, dalla madre Egidia suo costante punto di riferimento di affetto e di impegno politico.

«Vittorio era combattuto, da un lato voleva partire per l’Italia e dall’altro era riluttante a lasciare Gaza divenuta la sua seconda patria», ricorda Ebaa Rezeq, giovanissima amica di Vik e parte, tra l’autunno 2010 e la primavera 2011 di quel gruppo di ragazzi palestinesi divenuto noto con il nome di Gybo (Gaza Youth Breaks Out). All’inizio era solo una protesta contro tutto e tutti per la condizione di Gaza. Poi, con il passare delle settimane, i Gybo divennero un laboratorio di iniziative ed elaborazione politica. «Vik veniva alle nostre riunioni – prosegue Ebaa – ma non per darci istruzioni o addirittura ordini come fanno altri internazionali che transitano per Gaza, veniva solo per ascoltarci. Voleva capire e capirci, sapeva che era sbocciato qualcosa di importante e ne era felice. Diceva che Gaza era una terra di giovani e che che i giovani si sarebbero liberati, dall’occupazione israeliana e da ogni tipo di oppressione». Ebaa ricorda la simpatia di Vik. «Era molto serio durante le discussioni politiche, in quei momenti non amava divagare. Poi però, durante il relax, faceva battute a non finire, raccontava storielle. Aveva imparato un po’ d’arabo e la sua pronuncia approssimativa ci faceva divertire tantissimo. Vittorio ci manca molto. E’ una perdita incolmabile». Vik manchi tanto anche a me. Mi piace ricordarti con le parole che scrivesti una sera: «Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi».

da Nena News

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

gaza citymichele giorgioVittorio Arrigoni

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele e Turchia premono sulla Siria del Sud-Ovest e del Nord-Est

In queste giornate di repentini cambiamenti vogliamo fare il punto con Eliana Riva, caporedattrice del giornale di informazione Pagine Esteri, rispetto a due elementi di particolare pressione sul territorio siriano, ossia Israele da un lato e la Turchia dall’altro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kobane pronta a resistere all’imminente invasione guidata dalla Turchia

Le Forze Democratiche Siriane (SDF), martedì, hanno lanciato un duro monito contro l’imminente invasione di Kobane da parte della Turchia. Sottolineando la storica resistenza della città, le SDF hanno giurato di difenderla insieme al suo popolo, facendo appello alla solidarietà internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la Turchia ammassa le truppe al confine e bombarda Kobane

Siria. La Turchia continua ad ammassare truppe al confine per invadere con le sue milizie jihadiste la città di Kobane, simbolo della lotta anti-Isis e della rivoluzione confederale del nord-est siriano. Da questo martedì 17 dicembre in corso anche bombardamenti di artiglieria sulla città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la sfida di una ricostruzione indipendente dagli interessi imperialisti

Abbiamo posto alcune questioni a Yussef Boussoumah, co-fondatore del Partito degli Indigeni della Repubblica insieme a Houria Bouteldja e ora voce importante all’interno del media di informazione indipendente Parole d’Honneur a partire dalla caduta del regime di Bachar Al Assad in Siria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La fine di Assad e l’inizio del califfato all’ombra di Ankara scompongono il mosaico siriano

La repentina caduta del regime alauita degli Assad riporta alla luce le fratture della Siria postcoloniale, frutto malsano dell’accordo Sykes Picot del 1916 fra Francia e Gran Bretagna, che ha diviso in modo arbitrario i territori che appartenevano all’impero ottomano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA minacciano la Siria: via le sanzioni solo se Damasco abbandonerà Teheran

Caduta Aleppo, si combatte intorno a Hama. Ieri migliaia di miliziani di Ha’yat Tahrir al Sham (Hts) e di altre formazioni jihadiste appoggiate dalla Turchia hanno ripreso ad avanzare verso la città un tempo roccaforte dell’islamismo sunnita. Incontrano la resistenza delle forze governative che sembrano aver in parte ricompattato i ranghi dopo il crollo ad […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Oltre 800 banche europee investono 371 miliardi di euro in aziende che sostengono gli insediamenti illegali in Cisgiordania

La Coalizione Don’t Buy Into Occupation nomina 58 aziende e 822 istituti finanziari europei complici dell’illegale impresa di insediamenti colonici di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: jihadisti filo-turchi entrano ad Aleppo. Attacata anche la regione curda di Shehba

In Siria a partire dal 27 novembre, milizie jihadiste legate alla Turchia hanno lanciato un’offensiva dalla regione di Idlib e raggiungendo i quartieri occidentali di Aleppo. Come sottolinea ai nostri microfoni Jacopo Bindi, dell’Accademia della Modernità Democratica, l’Esercito nazionale siriano, responsabile di attacchi nella regione di Shehba, è strettamente legato ad Ankara. Questo gruppo, che […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Una fragile (sanguinosa) tregua

Alle 10 di questa [ieri] mattina è partita la tregua di 60 giorni (rinnovabile) tra Israele e Hezbollah, orchestrata dagli Stati Uniti e in parte dalla Francia. Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Entra ufficialmente in vigore il cessate il fuoco tra Libano e Israele

Riprendiamo l’articolo di InfoPal: Beirut. Il cessate il fuoco israeliano con il Libano è entrato ufficialmente in vigore mercoledì alle 4:00 del mattino (ora locale). Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato martedì sera che il suo governo ha approvato un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah in Libano, dopo settimane di colloqui […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

PALESTINA: DIECI ANNI SENZA VITTORIO ARRIGONI…DIECI ANNI CON VIK!

15 aprile 2011 – 15 aprile 2021: dieci anni senza Vittorio Arrigoni, compagno internazionalista e nonviolento, mediattivista con il blog “Guerrilla Radio“, attivista per i diritti, ancora oggi negati, della Palestina e del suo popolo. Rapito il 14 aprile 2011, Vittorio fu ucciso nelle prime ore del giorno successivo da un gruppo jihadista-salafita. La voce […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

PALESTINA: NOVE ANNI DALL’OMICIDIO DI VITTORIO ARRIGONI. VIK VIVE!

Il 15 aprile 2011 Vittorio Vik Arrigoni, volontario italiano dell’International Solidarity Movement, fu ritrovato strangolato in un appartamento di Sudaniyeh, nella Striscia di Gaza, in Palestina. Due giorni prima era stato sequestrato da un sedicente gruppo salafita, guidato da un cittadino giordano, Abdel Rahman Breizat, poi ucciso un paio di giorni dopo assieme a un […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

“Il viaggio di Vittorio”: video-intervista a Egidia Beretta

“Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi”. Vittorio Arrigoni

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

A Gaza resta l’assedio e ritorna la guerra

Nes­suno sot­to­va­luta l’angoscia che prova una madre israe­liana di Sde­rot o Nahal Oz men­tre manda i figli a scuola a causa dei razzi lan­ciati da Gaza o per pos­si­bili incur­sioni da gal­le­rie sot­ter­ra­nee. E’ ver­go­gnoso però che il mondo sot­to­va­luti, anzi ignori del tutto anni di ves­sa­zioni, asse­dio, omi­cidi cosid­detti “mirati” e pres­sioni che Israele, con la col­la­bo­ra­zione egi­ziana, eser­cita su […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Convoy Vik, Gaza to Italy

Mohammed Jihad Ismail ha una trentina di anni eppure parla con il tono pacato di un anziano saggio. «Quella in Italia sarà per noi un’esperienza umana e di lavoro molto importante, di confronto con una realtà diversa da Gaza». Allo stesso tempo, aggiunge, «non ci limiteremo ad ascoltare, ad apprendere. Esprimeremo il nostro pensiero, le […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sentenza Arrigoni: ergastolo agli assassini di Vik

 Mahmoud Salfiti e Tamer Hasasnah, accusati di rapimento e omicidio – uno, Salfiti, venne preso nel corso del blitz in cui furono uccisi i «capi» della cellula salafita Abdel Rahman Breizat e Bilal al Omari – sono stati condannati all’ergastolo (che per la legge di Gaza equivale a 25 anni di prigione) più 10 […]

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

USO IMPROPRIO ED ILLECITO DELLE PAROLE, DELL’IMMAGINE E DELLA VITA DI VITTORIO ARRIGONI

E’ NOTO COME VITTORIO NON HA MAI CONDIVISO LE IDEE DI “FORZA NUOVA” E AFFIANCARE LA SUA IMMAGINE AL SIMBOLO DI “FORZA NUOVA” E’ DA RITENERSI ATTO LESIVO NEI SUOI CONFRONTI. SI AUSPICA CHE “FORZA NUOVA”  PROVVEDA IMMEDIATAMENTE A RISPETTARE LA VOLONTA’ DELLA FAMIGLIA CHE STA VALUTANDO DI ATTIVARE, NEI LORO CONFRONTI, UN’AZIONE LEGALE A TUTELA DI […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Questa volta il Mossad l’ho depistato io (di Vauro Senesi)

“Vauro dove si trova?“, mi chiede al cellulare la voce del giornalista dell’Ansa.A Gerusalemme, rispondo“Come è possibile? Le agenzie hanno battuto che lei è stato bloccato alla partenza all’aeroporto di Fiumicino, insieme con altri sette pacifisti della Flytilla…“Depistando i servizi segreti israeliani, con un biglietto a mio nome, mi sono imbarcato in un charter di […]