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PALESTINA: NOVE ANNI DALL’OMICIDIO DI VITTORIO ARRIGONI. VIK VIVE!

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Il 15 aprile 2011 Vittorio Vik Arrigoni, volontario italiano dell’International Solidarity Movement, fu ritrovato strangolato in un appartamento di Sudaniyeh, nella Striscia di Gaza, in Palestina.

Due giorni prima era stato sequestrato da un sedicente gruppo salafita, guidato da un cittadino giordano, Abdel Rahman Breizat, poi ucciso un paio di giorni dopo assieme a un altro sodale a Nuseirat durante un blitz con le Brigate Ezzedin Al Qassam, di fatto la polizia di Hamas.

Altri responsabili furono arrestati e condannati in primo grado a pesanti pene detentive, poi ampiamente ridotte in appello. Nessuno dei sequestratori è  ancora in carcere: si tratta di Abu Ghoul, Khader Jram, Mohammed Salfi e Hasanah Tarek.

Vittorio raccontava la vita dei palestinesi di Gaza, costretti a sopravvivere con gigantesche difficoltà a causa dell’occupazione israeliana, senza tuttavia tacere quando lo riteneva necessario le contraddizioni interne alle fazioni palestinesi. Lo faceva attraverso un blog, Guerrilla Radio (clicca qui per molto del materiale prodotto da Vik), scrivendo – spesso su Il Manifesto – e con la sua voce, anche a Radio Onda d’Urto: sulle nostre e vostre frequenze aveva denunciato, tra le molte cose, le devastazioni causate dall’aggressione militare israeliana “Piombo Fuso” del 2008-2009, a cui Vik aveva dedicato anche un libro, “Restiamo Umani”, del 2009.

Vittorio era nato a Besana in Brianza, non lontano da Milano, il 4 febbraio 1975, da Ettore Arrigoni e Egidia Beretta, fondatrice un anno dopo la sua morte e assieme alla sorella Elena della Fondazione “Vik Utopia Onlus”. Dopo il diploma di ragioneria, Vik lavora nell’azienda di famiglia, ma inizia anche ad interessarsi alla solidarietà internazionale. A 20 anni è nell’Europa dell’est: Croazia, Russia, Ucraina, Estonia, Polonia, Repubblica Ceca. Poi il SudAmerica, in Perù, e in Africa: Ghana, Tanzania, Togo. Vik si getta in molte attività: la ristrutturazione di sanatori e di alloggi per diversamente abili o senza casa, oppure contro il disboscamento delle foreste alle pendici del Kilimangiaro.

arrigoni

In Palestina Vittorio arriva nel 2002, nella stessa esperienza che vide la morte del pacifista Angelo Frammartino. Nasce così il suo rapporto con la Palestina e in particolare con l’ “International Solidarity Movement”, che lo porta nel 2005 – e a sua…insaputa – a essere inserito nella lista nera delle persone “sgradite” ad Israele. Nell’aprile 2005 fu bloccato alla frontiera con la Giordania, picchiato dai militari israeliani e ributtato in territorio giordano.  

Non serve, però, a fermarlo: dal 2008 si trasferisce a Gaza, dove viene ferito e incarcerato dall’Esercito israeliano per aver difeso  alcuni pescatori palestinesi che cercavano di pescare nelle proprie acque territoriali, bloccate dalla Marina di Tel Aviv. Pochi mesi dopo, durante l’Operazione Piombo fuso, il suo blog “Guerrilla Radio” diventa l’unica fonte occidentale ad informare da Gaza in un momento in cui nessun giornalista aveva accesso alla Striscia. Sempre dal blog, e su Youtube, replica duramente, nell’ottobre 2010, a un video di Roberto Saviano a sostegno di una manifestazione della destra israeliana a Roma.

Nell’ultimo periodo, Vittorio Arrigoni, pur senza dimenticare mai chi sia l’oppresso e chi l’oppressore, aveva guardato in faccia anche le contraddizioni interne alla Palestina, ripubblicando a inizio 2011 il manifesto dei numerosi giovani di Gaza, il  “Gaza Youth Breaks Out”, sull’onda delle cosiddette “Primavere Arabe”,  a favore della loro rivendicazione di libertà dall’occupazione israeliana e dalle difficoltà quotidiane vissute nella Striscia, anche in relazione all’autorità locale (de facto, Hamas) e delle divisioni con la Cisgiordania, controllata da Fatah.

Una divisione che perdura ancora oggi, così come perdura l’occupazione israeliana. Ma, come ricordava lo stesso Vik:

“Non si è sconfitta l’apartheid negli Usa in due giorni, non si è liberata dal colonialismo inglese l’India in poco tempo. Noi non ci arrendiamo all’idea che venga vietata la possibilità di manifestare la solidarietà internazionale alla Palestina, e di lavorare laggiù per la pace fra i due paesi in conflitto”.

Di seguito, la trasmissione realizzata da Radio Onda d’Urto il 15 aprile 2020, a nove anni dall’omicidio di Vittorio Arrigoni, con le voci dello stesso “Vik” sulle nostre e vostre frequenze, della mamma, Egidia Beretta e di Anna Maria Selini, videoreporter e giornalista, autrice di “Vittorio Arrigoni. Ritratto di un utopista”, uscito nel dicembre per Castelvecchi Editore.  Ascolta o scarica

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 Da Radio Onda d’Urto

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