Yarmouk: cosa succede nel campo “profughi” palestinese alle porte di Damasco?
Sul terreno continuerebbero gli scontri tra jihadisti e miliziani palestinesi, in buona parte vicini all’ala locale di Hamas, Aknaf Beit al Maqdisi, e al Fronte Popolare di Liberazione per la Palestina-Comando Generale (Pflp-Gc), nato nel 1968 (con il sostegno della Siria) da una scissione interna al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), animata da Ahmed Jibril, ancora oggi numero uno dell’organizzazione.
Secondo l’Ansa, che cita “fonti palestinesi”, elicotteri governativi siriani (gli stessi che nelle scorse settimane avevano attaccato il campo con barili-bomba) bombardano postazioni jihadiste nel campo, situato alla periferia meridionale della capitale siriana.
Gli attacchi al campo di Yarmouk arrivano dopo due anni di assedio delle diverse fazioni, anche legate ad Assad: ventiquattro mesi trascorsi di fatto con poco cibo, acqua e forniture mediche.
A Yarmouk ci sono ancora migliaia di civili, quelli che non sono riusciti a scappare. Tra loro, secondo quanto denuncia l’ong Save the Children, ci sarebbero almeno 3.500 bambini. Molti risultano ancora dispersi. “A Yarmouk – dice Save The Children – stiamo assistendo a una farsa…la vera tragedia è che i palestinesi all’interno della Siria non hanno un posto dove scappare e trovare rifugio. È terribile il continuo fallimento della comunità internazionale nei confronti dei palestinesi”
Su questo fronte va registrato il (vacuo) intervento del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che esprime “profonda preoccupazione”. Dall’Onu arriva un generico appello a garantire “la protezione dei civili nel campo” e “l’accesso umanitario”, compresa “l’assistenza per interventi salva-vita” e il passaggio sicuro per l’evacuazione dei civili. La situazione dei circa “ottomila residenti è aldilà del disumano”.
Dopo l’attacco a Yarmouk, Hamas ha invece arrestato lo sceicco Adnan Mayat, considerato uno dei punti di riferimenti di Daesh nella Striscia di Gaza.
Su quanto sta accadendo a Yarmouk abbiamo raggiunto telefonicamente Fouad Roueiha, blogger italo-siriano (clicca qui)., autore in questi giorni di un lungo e dettagliato articolo proprio su Yarmouk pubblicato da Osservatorioiraq.it
(mappa tratta da Conflict News)
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