InfoAut
Immagine di copertina per il post

La vittoria del popolo palestinese è la nostra vittoria

Riceviamo e pubblichiamo…

Cosa vuol dire, per noi, stare al fianco della Palestina fino alla vittoria? Già sarebbe interessante capire cosa intendiamo per “Vittoria”: il cessate il fuoco? La fine dell’assediamento nella Striscia e nei territori occupati? Il riconoscimento delle Stato Palestinese?

Gli sconvolgimenti politici che si stanno dando rispetto alla compagine di governo palestinese sostanzialmente delegittimato tra la popolazione ci danno delle indicazioni rispetto a ciò che per i palestinesi potrebbe identificarsi come una Vittoria. Chi collabora con il nemico non può agire negli interessi del popolo che questo nemico sta sterminando, i palestinesi l’hanno capito. Israele, supportato da tutto l’Occidente, vuole annientare la Palestina perché non può comprarla e trovare un compromesso.

Il momento storico scelto dalla Resistenza per attaccare l’entità Sionista restituisce la capacità di collocarsi in una fase che in generale permette di immaginare la possibilità concreta di colpire con efficacia il nervo scoperto dell’atlantismo e dell’imperialismo mondiale.
Come poter contribuire ad un processo di indebolimento di questa controparte che mostra qui i suoi connotati più ipocriti, attraenti e mistificatori è una grossa sfida che per nostra fortuna non affrontiamo sotto le bombe al momento. Anche se la guerra è un orizzonte presentato come sempre più giustificato, integrato all’immaginario collettivo contemporaneo e che in forme indirette già si subisce.

Gli orrori della guerra israeliana contro i palestinesi stanno raggiungendo picchi spaventosi, una crudeltà indiscriminata che chiarisce fin da subito che l’annientamento militare della Resistenza rientra negli intenti ma è un elemento parziale. La strage degli affamati ne è una dimostrazione. La volontà di compiere un genocidio ha di certo la funzione di mostrare al mondo quello che succede se ci si pone l’ambizione di emergere dal proprio stato di oppressione e subalternità. Un’opera esemplare per celebrare la forza dell’identità civile occidentale, per mostrarsi invincibili. Quello che si gioca in Palestina, e in tutto il mondo, è un tutto per tutto. In questo tutto ci siamo pure noi.

La piazza milanese del 24 febbraio è stata un momento importante per riaffermare la volontà di iscriversi in quello che inizia a definirsi come “Movimento internazionale per la liberazione della Palestina”.
Salta all’occhio come sia stata rimarcata una distanza abissale tra i governanti e le persone, le posizioni espresse dal Governo e dalle sue istituzioni non rappresentano il sentire diffuso nella società, così come vengono considerate antipopolari le riforme politiche ed economiche adottate dallo Stato per (non) affrontare la crisi e riservarsi un posto di riguardo nei prossimi equilibri politici ed economici su scala europea e internazionale. Non rendersi complici del genocidio sta significando assumersi la responsabilità di non rimanere più in silenzio, di occupare le strade, i centri cittadini, di mostrare il vero volto dell’Ordine mondiale vigente e rifiutarlo. Si inizia a capire che per non essere schiacciati dalle infinite risorse repressive e sussuntive della controparte è necessario compattarsi e allearsi, guardando alla Vittoria come a qualcosa che può esistere, che deve esistere per cambiare le cose ingiuste per come sono ora.

La battaglia sui numeri è stata già vinta a mani basse, così come quella dell’opinione, vediamo l’immensa fatica della compagine mediatica nell’argomentare in difesa dello stato d’Israele, dunque di cosa ci sarebbe bisogno? Di colpire il potere verrebbe da dire… Le manganellate agli studenti e le dichiarazioni pedisseque dei governanti denotano uno spaesamento notevole per chi desidererebbe riassorbire il fenomeno delle piazze Pro Palestina prima che assuma caratteri ben più generali.
Bisognerebbe riuscire a riconoscere questa debolezza per approfondirla in maniera funzionale al fine da raggiungere, spostando sempre un metro più avanti l’asticella della contesa, senza accontentarci di quello che già c’è… Far male al nemico della Palestina, potremmo dire il nemico della Libertà, ai fianchi qui in casa dove ce l’abbiamo appagato e impunito sarebbe un’opera oltremodo necessaria per contribuire al successo della Resistenza. E’, per altro, l’appello che riceviamo dai combattenti in virtù dell’accrescersi della violenza contro i palestinesi:

<< L’escalation della lotta e della protesta globale è dovere dell’umanità di fronte alla guerra di annientamento (…) Sottolineiamo che questa campagna sistematica di annientamento non è altro che una guerra americana per liquidare i diritti del nostro popolo, distruggere gli elementi della sua esistenza e costringerlo ad abbandonare la sua causa e i suoi diritti sotto il fuoco dell’annientamento, una guerra contro il legittimo e giusto sforzo umano per sostenere i diritti e la lotta del popolo palestinese per la libertà e l’indipendenza, mentre l’amministrazione statunitense e la coalizione di annientamento composta da governi coloniali che armano e riforniscono il sistema di uccisione sionista, gli forniscono copertura politica e si oppongono a qualsiasi tentativo di fermare l’aggressione.

L’alleanza sionista-imperialista che accende e sostiene l’aggressione e il genocidio richiede un confronto globale con le politiche dei governi che sostengono l’aggressione, mobilitando tutte le forze alleate e amiche per affrontarla e esercitando pressioni sui governi che guidano l’aggressione contro il nostro popolo nel paese. Stati Uniti, Europa, Australia e Canada, che costituisce una parte essenziale del compito di rovesciare questa aggressione e fermare il genocidio, è un dovere umanitario che non può essere trascurato da tutti coloro che credono nella giustizia e nell’umanità in questo mondo. (…) >>

Comunicato stampa del FPLP, 26 febbraio 2024

Organizzare un movimento per la liberazione della Palestina incarna oggi più che mai la possibilità di contare qualcosa nel quadro della crisi globale nel quale siamo immersi.
L’affezione e l’identificazione nella causa palestinese indica una capacità diffusa di riconoscere qual è la nostra Parte e chi è il nemico. La brutalità dell’attacco sionista contro la Palestina rende chiaro cosa è disposto a fare un sistema di dominio afferente alla civilizzazione occidentale per difendere il proprio potere. Il vero volto della democrazia liberale è tutto qui.
Gli Stati Uniti rappresentano un polo nevralgico, una potenza pervasiva e presente che sta imponendo un’impennata di violenza a difesa della propria egemonia attaccata dall’emergere di interessi opposti che sono disposti a sfidare l’Impero. Il punto è quanto si vuole diffusamente pagare questo costo socialmente distribuito.

Sostenere la Palestina fino alla vittoria, ma anche per la Vittoria, può voler dire per noi situati qui dove siamo, colpire le condizioni che rendono possibile che in Palestina si compia un genocidio impunemente. Rompere con le strutture che sostengono lo stato di cose attuali e che permettono ai signori della guerra di operare senza timori.
Quello che vediamo succedere in Palestina dai video e dalle fotografie che tappezzano i social è reale e concreto per cui dovremmo esserlo anche noi. C’è una Storia che accelera, va veloce e sconvolge, riuscire a stare dietro questi ritmi e poter essere all’altezza di farlo non sono cose scontate. Sicuramente bisogna essere disposti a mettersi in discussione ed avere coraggio.
La Palestina e i palestinesi ci insegnano l’importanza di credere in qualcosa e di praticarlo; ci sono state molte sconfitte ma non possiamo permetterci di perdere la concretezza nei nostri orizzonti, dobbiamo riuscire a credere di poter valere e poi provare a farlo.

Con la Palestina fino alla Vittoria!
Con la Palestina per la Vittoria!

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Contributidi redazioneTag correlati:

ASSEDIO DI GAZAisraelepalestinastati uniti

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Contributi

Le guerre del Capitale

Passano i mesi e, nonostante le mobilitazioni di massa in tutto il mondo, con milioni di persone che chiedono a gran voce un immediato cessate il fuoco, su Gaza continuano a piovere bombe.

Immagine di copertina per il post
Contributi

Un organo che tutto controlla, un controllo che tutto organizza

Smart control room a Venezia, polizia e giustizia predittiva, chip war e molte altre brutte cose!

Immagine di copertina per il post
Contributi

La guerra al sud e ai poveri del nord possiamo  fermarla!

Riceviamo e pubblichiamo volentieri questo estratto di Lavoro e Salute…

Immagine di copertina per il post
Contributi

“La primavera serba non può essere fermata”: in 60.000 in piazza a Belgrado contro il governo per la quinta volta consecutiva

Ad un mese dal massacro avvenuto nella scuola di Belgrado, sabato 3 giugno le strade di Belgrado sono state inondate per la quinta volta dalle proteste contro il governo.

Immagine di copertina per il post
Contributi

Postfazione di “Le vene della Terra: un’antologia dei bacini idrici”

Riceviamo e pubblichiamo la traduzione della postfazione del libro “Les Veines de la Terre. Une anthologie des bassins‑versants” di Marin Schaffner, Mathias Rollot e François Guerroué.

Immagine di copertina per il post
Contributi

Parma: “A Carnevale ogni scherzo vale?”

Riceviamo e pubblichiamo… “A Carnevale ogni scherzo vale?” Non questa volta, non per il collettivo di Art Lab Bene Comune di Parma. E’ bastata una locandina satirica per una festa di Carnevale come pretesto per accusarci di terrorismo, istigazione all’odio ed emulazioni sataniche dell’omicidio del Presidente del Consiglio. Evidentemente siamo così ingenux da pensare che […]

Immagine di copertina per il post
Contributi

Mehmet Akar e Veysi Taş: due azioni di Resistenza nel Nord del Kurdistan

Il 17 Gennaio giunge la notizia che Mehmet Akar, giovane curdo di 25 anni originario di Amed (Diyarbakir), si è dato fuoco per protestare contro l’isolamento detentivo di Abdullah Öcalan.

Immagine di copertina per il post
Contributi

L’Italia armata, i falsi miti e le zone grigie nel saggio di Giorgio Beretta

Riceviamo e pubblichiamo volentieri questa recensione del saggio “Il Paese delle armi. Falsi miti, zone grigie e lobby nell’Italia armata” di Giorgio Beretta a cura di Michele d’Amico

Immagine di copertina per il post
Contributi

LÜTZERATH BLEIBT-Riflessione con e oltre Lützerath, per una lotta ecologista consapevole, radicale e glocale

A Lützerath si sta combattendo la battaglia ecologica più importante degli ultimi tempi. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Prof Chambers: “Israele vuole la pulizia etnica. I genocidi del colonialismo occidentale”

Il sionismo persegue la pulizia etnica con una politica colonialista e anche sui temi del genocidio, dell’unicità della Shoah, bisogna permettere che altre voci possano partecipare, senza far dominare il discorso dal punto di vista unico, egemonico e occidentale.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Gli Stati Uniti verso le elezioni: guerre e guerra civile

Manca poco più di una settimana alle elezioni negli Stati Uniti e nonostante i pronostici regna l’incertezza.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Lettera di Anan Yaeesh dal carcere di Terni

Lettera di Anan dal carcere di Terni. E’ stata scritta il 24 settembre. Il 10 novembre si terrà un presidio sotto il carcere di Terni, dalle 14 alle 18

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Centro addestrativo per i piloti di elicotteri da guerra in Liguria.

Sorgerà in Liguria un grande centro di formazione ed addestramento dei piloti di elicottero delle forze armate italiane e straniere; la realizzazione sarà affidata ad un’azienda leader del complesso militare-industriale di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: i portuali bloccano un container di munizioni per Israele

Decine di membri del sindacato greco dei lavoratori portuali PAME (Front Militant de Tous les Travailleurs) hanno bloccato il carico di un container di munizioni destinato a Israele per protestare contro la guerra a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vice-capo di Hezbollah afferma che esiste ora una “nuova equazione” nella lotta contro Israele

In un recente discorso televisivo, il vicesegretario generale di Hezbollah, Naim Qassem, ha dichiarato che il gruppo di resistenza libanese si è completamente ripreso dai recenti colpi e sta operando sotto una “nuova equazione” volta a intensificare i suoi attacchi contro lo Stato di occupazione israeliano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attivisti ebrei contro il genocidio bloccano la borsa di New York

Lunedì 14 ottobre, un gruppo di attivisti del collettivo “Jewish Voices for Peace” ha preso d’assalto la Borsa di New York per chiedere la fine dei crimini commessi da Israele e il blocco delle forniture di armi allo Stato coloniale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ribellarsi per la Palestina è possibile e necessario più di prima: una riflessione dal casello di Roma Ovest su sabato 5 ottobre e DDL 1660

Con questo articolo vogliamo proporre una riflessione sulla giornata di mobilitazione per la Palestina di sabato 5 ottobre a partire dall’esperienza di lotta e conflitto che abbiamo avuto come studentə e giovani di Pisa partitə con il pullman di Studentə per la Palestina, per arrivare a Roma.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele spara sulle truppe Unifil: il cortocircuito colonialista

Dopo un anno di guerra genocida a Gaza i politici italiani hanno iniziato a pronunciare le parole “crimine di guerra”.