InfoAut
Immagine di copertina per il post

Abbiamo analizzato i tre gradi di sentenza del processo che ha portato Dana in carcere

||||

Abbiamo analizzato i tre gradi di sentenza del processo che ha portato Dana in carcere

Nicoletta Dosio, tutt’ora agli arresti domiciliari (dopo essere uscita dal carcere per l’emergenza Covid) con una pena di un anno aveva rifiutato coscientemente le misure alternative per protestare contro questa sentenza.

9 notav nei prossimi giorni sapranno del loro destino per lo stesso processo.

L’iniziativa

Era il 3 marzo 2012 e iI movimento No Tav all’epoca dei fatti era in mobilitazione permanente da lunedì 27 febbraio, in seguito alla caduta di Luca dal traliccio. Giorni di rabbia e dolore, che fin dall’inizio del processo, non sono mai stati presi in considerazione, anzi nelle ricostruzioni della polizia si era trattato di un eventoromanzato dal movimento No Tav, in quanto secondo loro ci trovavamo di fronte, semplicemente, ad un gesto sconsiderato da parte di un attivista. (Ah, dimenticavamo, il poliziotto rocciatore, sempre secondo loro, non seguiva Luca mettendolo in pericolo, ma lo voleva solamente invitare a scendere…ed infatti il fascicolo aperto contro i roccitori fu ben presto archiviato, come del resto qualsiasi altro su nostra istanza aperto contro le forze dell’ordine)

L’iniziativa era in autostrada perché dopo l’occupazione della stessa per 4 giorni, si era deciso di ritornarvi per protestare contro la Sitaf per il ruolo attivo nella vicenda tav, denunciando i costi della tratta Torino – Bardonecchia la più cara d’Italia.

Oggi paga Monti perché il governo dei sacrifici presieduto da Mario Monti, tenne una vuota e terrificante conferenza stampa in quei giorni, dove dichiarò di voler continuare con determinazione nel progetto Tav Torino Lione, così si presentò un pupazzo di Monti in persona ai caselli di Avigliana.

oggipagamonti copia

[QUI UN PICCOLO ARCHIVIO DELLE NOTIZIE]

Partiamo dal capo d’imputazione

Il reato per l’iniziativa in autostrada poteva tranquillamente essere considerato un blocco stradale ed esagerando poteva diventare un danneggiamento (risibile peraltro) mentre si è trasformato in un elenco infinito di contestazioni agli imputati con l’unico intento di trasformarlo in qualcosa di gigantesco in fase di condanna.

Violenza privata, violenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, blocco stradale, concorso morale…

Questa formula è quella applicata normalmente ai processi notav in mano alla procura torinese, prima ai pm Rinaudo -Padalino e poi Quaglino – Pedrotta, che ha toccato il suo apice quando ha portato avanti un intero processo con il capo di accusa di “terrorismo” sonoramente bocciato in altre sedi.

Le richieste della Procura

Dal principio del processo la strategia della Procura è mirata a “punire i nemici” notav, infatti chiedere pene spropositate consente loro, anche se abbassate di poco dal giudice, di portare a casa “la punizione” desiderata.

I reati contestati avevano come pena base 15 giorni, mentre il Pm ha chiesto per tutti, senza nessuna differenza di partecipazione alla manifestazione, 3 anni di pena.

Questo perché avrebbe permesso loro, come poi è avvenuto, in caso di condanna di evitare che venisse concessa la sospensione della condizionale (cioè DI NON scontare in galera) A tutti, anche agli incensurati come Dana.

Il concorso morale

Tutti gli imputati/e sono stati condannati/e per concorso morale nella manifestazione, quindi tutti “colpevoli” allo stesso modo.

Questa parte della sentenza è fondamentale da comprendere perché sancisce la strategia della Procura sopracitate: chi tiene uno striscione, chi parla ad un megafono, chi anche solo è presente, partecipa al pari di tutti gli altri (che possono anche commettere altri reati) e quindi rientra nel massimo della pena inflitta senza condizionale.

La violenza privata

Fa comodo nelle ricostruzioni giornalistiche (fatte a partire da appunti passati dalla questura) farcire i testi con il termine “violenza”, eppure anche in questo caso, come in molti altri peraltro, i reati di violenza a pubblico ufficiale o violenza privata, rappresentano atti che non hanno nulla di violento per come ce lo immaginiamo tutti.

In questo caso la violenza privata a cui si richiama la sentenza sarebbe rappresentata dalle sbarre alzate dell’autostrada e dal passaggio degli automobilisti al casello senza pagare.

Ma sia buona parte dei casellanti, cosi’ come la maggioranza degli automobilisti non hanno mai parlato di violenza nei loro confronti:

  • Il capo casellante nelle sue testimonianze non ha mai parlato di minacce o violenza nei confronti dei casellanti presenti
  • Le testimonianze degli automobilisti dicono che non si sono spaventati e che i manifestanti si sono rivolti educatamente a loro, parlano di clima tranquillo e atteggiamento pacifico.
  • Sono diverse le testimonianze del genere, per la maggioranza di quelle raccolte, ma il Pm nella sua ricostruzione e il giudice nella condanna riesce a riportare le uniche due che fanno comodo.

    Il blocco stradale

    Per la manifestazione in oggetto sarebbe persino errato parlare di blocco stradale, perché la circolazione, nella realtà è stata rallentata, di 10 minuti o alcuni secondi (sempre dalle testimonianze degli automobilisti).

    La condanna

    Con tutto il “carico” messo sopra a questo processo la condanna è stata a dir poco spropositata ed ha mantenuto la linea della Procura (cosa che avviene molto spesso).

    11 persone condannate da 1 a 2 anni di pena senza la condizionale, ovvero avviandoli verso la galera, per aver:

  • parlato con un megafono (nel caso di Dana),
  • per aver tenuto uno striscione (nel caso di Nicoletta e di altre 2 notav)
  • per aver illustrato i motivi della protesta agli automobilisti
  • per essere STATI presenti
  • Il danno economico causato

    Infine, visto che parte del processo si è tenuto sostenendo che la manifestazione aveva bloccato il traffico e fatto passare gli automobilisti senza pagare e quindi ha arrecato un danno, ci teniamo a sottolineare come questo danno sia stato quantificato in meno di 800€.

    Il diritto penale del nemico

    Ora ci sembra palese che qualcosa non quadri da tanti punti vista.

    E’ in corso una punizione esplicita ed esemplare che mira non solo a sconfiggere il movimento notav, ma a punire i notav, uno per uno.

    La politica ha fallito sonoramente, e quindi ora è il momento delle forze dell’ordine e della magistratura che ha istituito centinaia di processi e fatto ricostruzioni storiche fuori dalla realtà, presentando la Val Susa come campo di battaglia e i notav come veri e propri nemici da sconfiggere.

    Proprio per questo calza appieno la teoria del diritto penale del nemico, dove s’ intende rappresentare non una violazione al sistema penale, quanto più la creazione di un altro diritto penale: quello del nemico.

    Si viene a formare, quindi, un diritto parallelo e separato rispetto a quello vigente dove gli imputati non hanno gli stessi diritti degli altri cittadini, ma vengono giudicati per quello che sono (non per quello che fanno), con una sorta di diritto di guerra.

    Ecco perché Dana è in carcere per aver parlato ad un megafono, da incensurata, con il rifiuto della sospensione della pena e delle misure alternative alle quali avrebbe potuto tranquillamente accedere.

    Da notav.info

    [iframe width=”560″ height=”315″ src=”https://www.youtube.com/embed/eCyvLnXdYVI” frameborder=”0″ allow=”accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture” allowfullscreen ]

    Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

    pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

    DANA LIBERAno tav

    Articoli correlati

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Uragano a Mayotte: un’isola devastata e le miserie della politica coloniale francese

    A Mayotte, Dominio d’Oltremare (DOM) francese nell’Oceano Indiano, si contano già diverse decine di migliaia di morti, dopo il passaggio del devastante ciclone Chido.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Quattro mega-bacini, tra cui quello di Sainte-Soline, sono stati dichiarati illegali dalla giustizia: è tempo di festeggiare in Francia

    Il 18 dicembre il tribunale di Bordeaux ha dichiarato illegali quattro bacini, tra cui quello di Sainte-Soline.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Buon 8 dicembre No Tav! (Video)

    Riceviamo e pubblichiamo. da notav.info Contro ogni devastazione, contro politiche corrotte e incapaci di guardare ai bisogni delle persone e dell’ambiente, a fianco dei popoli in lotta e per chi si trova privato della libertà per aver difeso la sua valle! Avanti No Tav!

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Torino: Extinction Rebellion scarica sacchi anti allagamento in Consiglio Regionale

    Extinction Rebellion scarica sacchi anti allagamento all’ingresso del Consiglio Regionale del Piemonte, poco prima della discussione sul Piano di Qualità dell’Aria.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    8 dicembre 2024, marcia popolare No Tav: una data di cui non smetteremo mai di raccontare

    Nel pomeriggio di ieri, più di 5000 No Tav si sono riversati per le strade di Susa per la tradizionale manifestazione popolare in occasione dell’ 8 dicembre.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Operaio contaminato dal plutonio a Casaccia: per i responsabili diventa garanzia di sicurezza.

    Al centro nucleare della Casaccia alle porte di Roma un operaio è stato contaminato dal plutonio presente nel sito; a renderlo noto è stata l’Agenzia di stampa per l’energia e le infrastrutture (Ageei) lo scorso venerdì.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Perù: Annunciata giornata nazionale contro l’attività mineraria

    Gli indigeni dell’Amazzonia si mobiliteranno per chiedere l’implementazione di 15 azioni concrete contro l’attività mineraria aurifera che avanza nei loro territori. Con una giornata nazionale di azione che includerà mobilitazioni a Lima e nei territori indigeni, diversi popoli dell’Amazzonia questo 2 e 3 dicembre esprimeranno il loro rifiuto dell’attività mineraria aurifera. Stanchi di promesse, chiederanno […]

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Crisi idrica in Basilicata

    In questi giorni la Basilicata, in particolare la rete di 29 comuni in provincia di Potenza, è rimasta senz’acqua: sono ancora in corso i razionamenti e questa crisi idrica senza precedenti lascia a secco più di 140mila persone.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    8 DICEMBRE 2024: MANIFESTAZIONE POPOLARE NO TAV – ORE 14 PIAZZA D’ARMI, SUSA

    A quasi vent’anni dall’8 dicembre 2005, il Movimento No Tav attraverserà di nuovo le strade ed i sentieri della Valsusa che con determinazione e coraggio difende da tanto tempo. Con un occhio al passato, per custodire ciò che la lotta insegna, ed un occhio al presente, per rafforzare le ragioni e la pratica che da […]

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Sardegna: sgomberato il presidio “La rivolta degli ulivi”

    Sgombero di polizia in corso questa mattina a Selargius, nel Cagliaritano, del presidio permanente “La rivolta degli ulivi” sorto per contestare il cavidotto elettrico “Tyrrhenian Link” tra Sardegna e Sicilia. 

    Immagine di copertina per il post
    Divise & Potere

    Processo Askatasuna: 88 anni richiesti perché lottare é reato

    “Non è interesse della procura criminalizzare il dissenso”: si apre con questo paradosso prontamente ripreso dai giornali l’udienza di oggi sul processo per associazione a delinquere ai danni di compagni e compagne del centro sociale askatasuna, del movimento Notav e dello spazio popolare Neruda. Di seguito alcune considerazioni a caldo a cui seguiranno altri ragionamenti. […]

    Immagine di copertina per il post
    Divise & Potere

    Al fianco di chi lotta per un futuro collettivo: MATTIA E UMBERTO VI VOGLIAMO LIBERI!

    Quando si lotta per il futuro collettivo si mette in conto la possibilità di dover rinunciare al proprio destino individuale. da Centro Sociale Askatasuna È ciò che accade quando la scelta di portare avanti un orizzonte di liberazione per tutti e tutte viene anteposto a velleità o interessi dei singoli. E accade anche che, in […]

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    L’inganno della Torino – Lione

    Continuare a parlare di Alta Velocità tra Torino Lione vuol dire continuare a ingannare i cittadini.

    Immagine di copertina per il post
    Formazione

    In Val Susa si accende lo sciopero studentesco

    Durante la giornata di ieri un grande numero di studentesse e studenti si è riunito in piazza per scioperare contro l’accorpamento tra il Liceo Norberto Rosa e l’iis Enzo Ferrari e la chiusura della stazione di Susa per i lavori della stazione internazionale.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Contro il vostro progresso la nostra rabbia!

    Pubblichiamo di seguito l’appello degli studentə dei collettivi autonomi romani per la mobilitazione che si terrà a Roma venerdì 11 ottobre.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Sgombero del Presidio No Tav di San Giuliano

    Sono arrivati con il buio e con l’arroganza che li contraddistingue. Come a Venaus, a Chiomonte, a San Didero. Come sempre. Ad attenderli, però, hanno trovato la tenacia e la determinazione di chi, con grande coraggio, ha resistito contro lo sgombero brutale e ingiustificato del presidio di San Giuliano (Susa).

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Inizia il presidio permanente a San Giuliano

    E’ iniziato ieri il presidio permanente con campeggio a San Giuliano. Ricordiamo che il presidio No Tav “Sole e Baleno” e i terreni sui quali è stato costruito, sono minacciati dalla violenza distruttrice di TELT.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Ciao Alberto, a sarà dura!

    Nella tarda serata di ieri, giovedì 3 ottobre, ci ha lasciati Alberto Perino.