Il tribunale di Cordoba frena la multinazionale Monsanto
La sentenza emessa l’8 gennaio ha quindi accolto il ricorso fatto dai comitati che da tempo si battono contro l’installazione dell’impianto, stabilendo che fino a quando non sarà ultimato lo studio di impatto ambientale la municipalità di Malvinas Argentinas dovrà astenersi dall’emettere qualsiasi tipo di autorizzazione alla Monsanto. Vengono così annullati i permessi precedentemente accordati all’impresa la scorsa estate, con i quali sarebbero dovuti partire i lavori per la costruzione di un nuovo impianto industriale che occuperebbe una superficie di 27 ettari per la produzione di prodotti chimici destinati all’agricoltura, in particolare erbicidi, e di sementi Ogm.
Al momento della diffusione della sentenza, i comitati e le associazioni che si oppongono alla costruzione dello stabilimento si sono riuniti davanti alla sede della Corte d’Appello di Cordoba per festeggiare la notizia, esponendo cartelli con scritto “Basta con il saccheggio e la contaminazione” “No Monsanto a Cordoba e America Latina”.
Forte la consapevolezza che questa prima vittoria è stata ottenuta solo grazie alla spinta data dal basso dalla mobilitazione che da mesi viene portata avanti: lo scorso 18 settembre, infatti, gli abitanti di Malvinas hanno dato vita ad un presidio permanente sui territori dove dovrebbe sorgere l’impianto, bloccando il passaggio dei camion che trasportano i materiali e resistendo più volte ai feroci tentativi della polizia di sgomberarli. Assieme a loro, molti altri gruppi e comitati si battono in tutta l’America Latina contro l’avanzata della Monsanto e contro un modello economico basato sullo sfruttamento indiscriminato del territorio e delle sue risorse.
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