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La Regione revoca le autorizzazioni per il MUOS: il movimento ringrazia se stesso!

Come abbiamo raccontato in queste settimane appena trascorse, però, lo STOP era stato già conquistato da tutti coloro che ogni mattina all’alba hanno bloccato i camion che avrebbero voluto dirigersi alla base per l’ultimazione dei lavori.

Staremo a vedere cosa significhi questa revoca: perché nonostante la mossa della Regione sia indirizzata a fare ciò che è in suo potere (amministrativo) pur di levarsi dal pantano (della questione elettorale alle porte e delle pressioni dal basso provenienti dalla lotta territoriale, si intende), certe decisioni non sono così facili da imporre alla potenza capitalistica e militare statunitense. Soprattutto in un momento in cui la sua egemonia su Mediterraneo e Africa, attraversata dalle rivoluzioni arabe e dai recenti interventi militari, e sul medio oriente, tra Iran e resistenza palestinese, comincia a vacillare dopo decenni. Probabilmente l’Ars vuol passar la palla e la responsabilità, dunque, alla segreteria del governo nazionale: anche in questo senso staremo a vedere cosa significheranno questi provvedimenti, per quanto tempo avranno forza e se riusciranno ad arrivare quanto meno alla fatidica data delle elezioni.

Certo, di vittoria si può parlare per il movimento NoMuos e per l’esperienza di lotta datasi e sviluppatasi dentro e attorno al presidio permanente. L’annuncio della revoca, qualsiasi sarà il suo corso (soprattutto dopo le elezioni!), dà sicuramente il tempo e gli stimoli giusti ad una battaglia che da mesi nel territorio del niscemese ha sedimentato una soggettività contro, inesperta ma genuina che, con le pratiche, è andata aldilà del semplice movimento d’opinione e aldilà, forse, della battaglia contro l’impianto militare. Una soggettività, perlopiù giovanile ma con i tratti di una composizione popolare e trasversale, che sta iniziando a ribellarsi contro i poteri che devastano i nostri territori, gli stessi che socializzano la crisi sulle popolazioni con lo spauracchio della finanza, mentre investono miliardi di dollari e di euro in spese militari e grandi-inutili opere (ponte sullo stretto, tav…).

Staremo a guardare le mosse dell’avversario; intanto il movimento NoMuos può solo ringraziare…se stesso.

 

Di seguito un’intervista a Manuela, una militante NoMuos che solo due giorni fa annunciava l’inasprirsi delle pratiche di blocco del movimento che avevano già, di fatto, fermato i lavori.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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