La Spezia, radioattività a domicilio. Un tir di scorie attraversa la città
Venerdì scorso una nave con scorie tossiche è arrivata e ripartita da La Spezia. Il trasporto eccezionale che ha attraversato la città di La Spezia per essere imbarcato sul cargo mercantile ormeggiato a Molo Varicella all’interno della base navale della Marina militare era composto da container che contenevano scorie radioattive. Riportiamo un articolo di Massimo Zucchetti di oggi su il Manifesto riguardo a quello che ormai si può considerare un nuovo porto nucleare militare e terra di scorie tossiche: la Liguria.
La giusta contestazione contro i treni che trasportano scorie nucleari ha trovato in Italia una imprevedibile soluzione all’italiana: dato che l’intera popolazione si ribella contro i «treni nucleari», ora le scorie – con un’operazione ancora più pericolosa e scellerata – vengono messe sui camion e fatte passare direttamente dentro le città.
Di quale città si parla? La Spezia, naturalmente: porto nucleare militare e terra di scorie tossiche e di omertà, delle discariche e delle «colline» nelle quali alcuni pentiti di camorra hanno recentemente rivelato essere nascosti veleni e rifiuti tossici risalendo fino al Capitano di Marina Natale De Grazia, assassinato con il veleno qualche anno fa mentre stava indagando su traffici di rifiuti tossici partiti proprio da La Spezia.
L’ultimo mistero comincia nella notte tra il 3 e il 4 marzo, quando la città viene attraversata da tre tir che portano altrettanti container. Il convoglio, scortatissimo, con forze dell’ordine a presidiare gli incroci, entra nel porto Militare dove tecnici in tute antiradiazioni caricano i container su una nave inglese, che salpa nella notte verso estinazione ignota. Come al solito, nessuno sa nulla, ma la popolazione nota la manovra, che diviene di dominio pubblico, e parla di scorie radioattive. La prefettura in un primo momento rilascia una dichiarazione lapidaria: «Non c’è nulla da dire». Poi, travolta dall’indignazione della cittadinanza, dirama un comunicato che è un capolavoro di reticenza, omertà e mezza disinformazione. Il comunicato fa riferimento a un operazione condotta nel rispetto degli standard di sicurezza ma non dice cosa sia quella sostanza che ha attraversato tutta la città. Si citano, infatti, «sostanze fissili non irraggiate» per usi civili provenienti da un deposito nazionale.
Di cosa si tratta? Traduciamo il virgolettato: «Combustibile nucleare fresco, Uranio arricchito oppure Plutonio, sostanza quest’ultima estremamente pericolosa e tossica». Forse così si capisce meglio.
Nella sua algida dichiarazione la prefettura precisa che l’informazione alla popolazione è obbligatoria soltanto in caso di incidente che comporti emergenza radiologica. Traduciamo anche qui: per le strade della tua città e sotto casa tua passano dei camion carichi di materiale radioattivo altamente pericoloso, di notte: ma ti avvertiamo del pericolo solo in caso di un incidente, cioè a buoi (radioattivi) scappati. Il sindaco di La Spezia, però, sapeva, dato che in un suo comunicato parla di «segretezza necessaria». Sicurezza necessaria, che vuol dire trasparenza e informazione, potremmo ribattere. «Vogliamo la verità» hanno detto i cittadini di La Spezia che sabato scorso hanno sfilato in un folto corteo convocato da comitati e associazioni ma disertato dalle istituzioni, dai sindacati e ovviamente dal Pd, partito del sindaco: c’erano solo Sel, Prc e M5S a sostenere la protesta. Ma siamo a La Spezia, la città dei grandi segreti, delle scorie, del porto nucleare vicino alle abitazioni, e da ora anche del materiale nucleare direttamente sotto casa dei cittadini.
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