InfoAut
Immagine di copertina per il post

Negli USA le assicurazioni rifiutano le polizze sulla casa a chi si trova in aree esposte alla crisi climatica

Si sa, il business assicurativo si fonda in una parte considerevole sulle previsioni, è in qualche modo simile alla meteorologia. Negli Stati Uniti si sta assistendo a sempre più agenzie assicurative che decidono di rifiutare nuove polizze in aree “esposte a catastrofi”.

State Farm, il principale fornitore di assicurazioni in California, ha annunciato che sta interrompendo l’emissione di nuove polizze a causa del crescente verificarsi di fenomeni climatici estremi uniti all’aumento dei costi di costruzione. Nel 2022, Allstate, altra compagnia assicurativa, ha interrotto le nuove polizze per i proprietari di case in California e nello stesso anno diverse altre compagnie assicurative hanno cancellato migliaia di polizze in Florida e Louisiana, citando preoccupazioni simili. In luoghi come la California, la Florida e la Louisiana, gli eventi climatici devastanti sono almeno un evento annuale e stanno aumentando di grandezza.

Quanto sta accadendo la dice lunga, per il mercato il cambiamento climatico esiste, eccome ed è in grado di mettere in discussione la sostenibilità finanziaria delle compagnie assicurative, non tra dieci anni, ma qui ed ora.

Negli ultimi 5 anni, la California ha visto una media annuale di oltre 2.500 incendi con oltre 7,2 milioni di acri bruciati dal 2020, favoriti da condizioni sempre più secche. L’area bruciata è cinque volte maggiore rispetto al 1971 e potrebbe aumentare fino al 50% entro il 2050 secondo un recente studio. Ma la California non è conosciuta solo per i suoi incendi. Mentre le oscillazioni tra tempo secco e umido diventano più drammatiche, lo stato sta vedendo più tempeste simili a uragani che causano inondazioni catastrofiche, frane e venti distruttivi.

Anche il sud-est non è estraneo alle tempeste estreme. La regione ha subito almeno un uragano distruttivo ogni anno dal 2018, con un costo stimato di 310 miliardi di dollari di danni, e i modelli climatici prevedono che queste tempeste continueranno ad intensificarsi.

Tromba d’aria su una spiaggia in Florida.

La logica interna alle compagnie assicurative è quella di aumentare il più possibile il proprio margine di profitto, non agire come una rete di sicurezza. Dunque sempre più abitanti delle aree a rischio si troveranno da soli a confrontarsi con la crisi climatica.

La diminuzione delle opzioni assicurative e l’aumento dei premi colpiscono più gravemente i proprietari di case a basso reddito e gli inquilini in proprietà non assicurate o sottoassicurate. I proprietari continueranno ad aumentare l’affitto per coprire i costi assicurativi più elevati o potrebbero non essere in grado di ottenere alcuna assicurazione, il che molto probabilmente costringerà gli inquilini a trasferirsi. La maggior parte dei creditori ipotecari richiede un’assicurazione sulla casa, quindi se un proprietario sta ancora pagando un mutuo e non può ottenere un’assicurazione, sarà costretto a vendere la proprietà. Anche se un proprietario non sta pagando un mutuo e continua ad affittare la sua proprietà non assicurata, gli inquilini sarebbero messi in una posizione terribile se la loro casa fosse danneggiata o distrutta, poiché il proprietario potrebbe non essere disposto o in grado di pagare di tasca propria per riparazioni / ricostruzioni o persino alloggi temporanei.

L’intero mercato immobiliare statunitense rappresenta un problema in questo inedito intreccio tra sistema del debito, assicurazioni e crisi climatica gonfio di fragilità.

Facciamo due semplici deduzioni: in primo luogo questa vicenda è esemplificativa degli effetti sulle classi meno abbienti della crisi climatica, questi effetti si moltiplicheranno e genereranno conflitti che è importante prevedere con una nostra “meteorologia anticapitalista” per farci trovare pronti. In secondo luogo il capitalismo è un sistema sociale inadatto ad affrontare fenomeni del genere, quando il profitto non è garantito lascia i singoli e le comunità da soli di fronte alla catastrofe.

Quanto sta succedendo in California, Florida e Louisiana ci pone delle domande anche alle nostre latitudini. A quale costo lo stato neoliberale ed il capitalismo sono disposti a ricostruire in luoghi in cui gli eventi estremi si fanno particolarmente intensi e cronicizzati? Il battage politico di questi giorni sull’Emilia Romagna sembra darci un’indicazione chiara e preoccupante…

Fonti:

L’industria assicurativa rifiuta le polizze ai più bisognosi mentre il cambiamento climatico si svolge – Liberation News

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

assicurazionicaliforniacasaCRISI CLIMATICAdiritto all'abitareincendioUsa

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Zone di sacrificio e territori in lotta: intervista a Paola Imperatore (I PARTE)

A pochi giorni dalla manifestazione del 10 maggio, che ha portato migliaia di valsusini nuovamente in marcia contro il deposito di smarino spostato da Salbertrand alla piana di Susa, ci teniamo a pubblicare in due puntate questa intervista alla ricercatrice Paola Imperatore. da notav.info Abbiamo invitato Paola all’assemblea che si è tenuta mercoledì 7 maggio […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

In migliaia in marcia per salvare la piana di Susa

Ripubblichiamo di seguito il comunicato uscito in occasione della marcia popolare No Tav tenutasi ieri, 10 maggio, a tutela della piana di Susa.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La Tuscia dice no al deposito unico di scorie nucleari: domenica 11 marcia di protesta

Domenica 11 maggio a Corchiano- Viterbo la Tuscia manifesta nuovamente per dire No all’ipotesi del deposito nazionale unico dei rifiuti radioattivi di tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Non chiamiamola emergenza!

Le notizie e le immagini che si susseguono in queste ore, ci parlano di una valle alpina che non ha bisogno di grandi opere e nocività ma di interventi strutturali che possano salvaguardare e mettere in sicurezza un territorio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

10 maggio 2025 – Susa: MARCIA POPOLARE: difendiamo la Piana di Susa! No al deposito di smarino e alla chiusura della stazione!

VOGLIONO SEPPELLIRE PRIMA SUSA E POI TUTTA LA VALLE. BLOCCHIAMO SUBITO LA DISCARICA DELLO SMARINO!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

No al rigassificatore di Ravenna. E occorre organizzarsi per fermare il modello di sviluppo energivoro e devastante

Intervento della «Rete Nazionale Lavoro Sicuro» e dell’«Associazione Esposti Amianto» alla vigilia della manifestazione nazionale da La Bottega del Barbieri RIDURRE L’IMPRONTA CARBONICA.AUMENTARE L’IMPRONTA DI CLASSE Abbiamo a suo tempo presentato osservazioni al “commissario” delegato alla gestione dell’insediamento del rigassificatore di Ravenna: come tutti i soggetti che hanno manifestato la loro opposizione, non abbiamo ricevuto […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Michael Löwy e l’ecosocialismo

Continuiamo la pubblicazione di contributi in vista della terza edizione del Festival Altri Mondi / Altri Modi che si sta tenendo dal 10 al 13 aprile a Torino. Di seguito potete trovare una raccolta di articoli di Michael Löwy sull’ecosocialismo. Sarà ospite di Altri Mondi per il dibattito di domenica 13 aprile alle 16 dal titolo “Pensare la rivoluzione“. […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Riprendere la terra dalle macchine. Manifesto della cooperativa L’Atelier paysan

Da dieci anni la cooperativa l’Atelier Paysan, con sede nell’Isère, lavora per l’adozione diffusa di un’agroecologia contadina, con l’obiettivo di cambiare il modello agricolo e alimentare.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Territori in lotta. Capitalismo globale e giustizia ambientale nell’era della crisi climatica

Indipendentemente dal nome con cui le si chiamino, le proteste locali in difesa del territorio sono divenute a partire dagli anni Novanta un vero e proprio fenomeno sociale con cui sia policy-makers che studiosi hanno dovuto fare i conti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Netanyahu verso la soluzione finale

Il piano annunciato dal governo di Netanyahu, che pare attenda soltanto il passaggio di Donald Trump nel Golfo, per essere messo in atto ha i contorni ben precisi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: Per la difesa dei propri territori i popoli creano l’Assemblea Maya per l’Autonomia

Città del Messico / Comunità di diversi popoli maya hanno concordato di creare e di organizzarsi nell’Assemblea Maya per l’Autonomia e nel Consiglio Maya per l’Autonomia, per rafforzare le lotte locali a difesa del territorio contro l’attività mineraria, la turistificazione, l’agroindustria e le altre forme di saccheggio nella Penisola dello Yucatán. L’accordo di unirsi nell’Assemblea per […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Pavia: condanne senza processo per l’azione di Fridays 4 Future alla Raffineria di Sannazzaro

Riceviamo e pubblichiamo… In queste settimane ci sono stati notificati 5 decreti penali di condanna in riferimento all’azione di Fridays For Future Pavia del 14 settembre 2023, quando 4 attivisti si sono incatenati all’ingresso principale della Raffineria di Sannazzaro de’ Burgondi, uno dei principali hub dell’azienda energetica italiana, per portare l’attenzione sugli effetti delle politiche […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Festival Altri Mondi / Altri Modi: i video della terza edizione

Si è conclusa la terza edizione del festival Altri Mondi / Altri Modi. Anche quest’anno centinaia di persone hanno condiviso quattro intense giornate di confronto, dibattito, socialità ed arte all’interno del giardino di Askatasuna.