Nucleare, Berlusconi ci riprova
Gli avvocati dello Stato chiederanno che ciò sia dichiarato ed accettato martedi, nonostante il doppiogiochismo del premier, che non si risparmia nel bollare i referendum come “inutili e fuorvianti” e al contempo nel sostenere che comunque “il governo si rimetterà alla volontà dei cittadini; l’esito del referendum non ha nulla a che vedere con il governo: se i cittadini non vorranno il nucleare, il governo ne prenderà atto”…
I legali di Palazzo Chigi faranno leva sulla ragione per la quale non si deve andare a votare: il referendum “avrebbe a questo punto un oggetto del tutto difforme rispetto al quesito in base al quale sono state raccolte le firme”. E’ l’ultima carta del governo Berlusconi, visibilmente impaurito dall’esito che potrebbe uscirne, ed è giustificata dal tentativo – a monte – maldestro di impedire la consultazione referendaria tramite l’imposizione del decreto Omnibus, che automaticamente è ora diventato l’oggetto del contendere, quindi dei quesiti del referendum.
Berlusconi a suon di gridare che il voto amministrativo aveva una valenza nazionale ha perso Milano, staremo a vedere se l’impellenza – ora – di ricordare la non valenza di giudizio sul governo e la morbosità – sabotatrice – di impedimento referendario saranno buoni presagi per chi si batte contro il nucleare e per l’acqua pubblica.
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