Perché La Repubblica è SI TAV?
Quando la linea editoriale pluriennale di un mezzo di comunicazione è favorevole al progetto di un’opera pubblica può essere per tante ragioni, il frutto del caso, la posizione personale di un determinato caporedattore locale, l’adesione ad un progetto politico oppure – spesso è così –uno specifico interesse economico della società editrice.
L’articolo 21 della Risoluzione del Consiglio d’Europa 1003 del 1° luglio 1993 definisce incompatibili con il corretto giornalismo investigativo campagne giornalistiche realizzate sulla base di prese di posizioni “al servizio di interessi particolari”, ma questo articolo evidentemente è rimasto sulla carta: è un dato di fatto che gli interessi particolari riescano a farsi strada eccome nel mondo della c.d. informazione o la determinino, basta pensare a Mediaset, utilizzata massivamente per le campagne personali e particolarissime dell’azionista di maggioranza.
Per una piena comprensione delle scelte editoriali e per valutare l’affidabilità o meno del messaggio divulgato, è quindi indispensabile conoscere chi controlla ogni determinato media.
Individuati i proprietari, cioè gli azionisti, bisognerà poi cercare i loro settori di attività e chiedersi, ad esempio nel caso delle opere pubbliche, se abbiano o potranno avere in futuro un interesse economico all’espansione delle infrastrutture. Se non ci sarà alcun tipo di collegamento, si potrà dire serenamente che la linea editoriale favorevole sia stata determinata dall’adesione ad un progetto o pensiero politico o da altri fattori incidentali/economicamente neutri.
Al contrario, se si scoprirà un potenziale o concreto beneficio per i proprietari del media, esempio dalla realizzazione e poi messa in esercizio di linee ferroviarie ad alta velocità, allora non si potrà dire che quel media sia neutro ed equidistante dalle posizioni sul campo pro o contro, nè il suo messaggio affidabile quanto quello di un altro media disinteressato.
Partiamo allora per questo viaggio alla ricerca di eventuali conflitti di interesse con La Repubblica, quotidiano di carta stampata e internet, che da anni, in particolare con la redazione di Repubblica Torino, sostiene una campagna contemporaneamente SI TAV e contro-NO TAV.
La Repubblica è il titolo di un quotidiano/prodotto editoriale del Gruppo Espresso S.p.A.
L’azionista di riferimento del Gruppo Espresso è CIR S.p.A., con il 53,8%.
Vediamo chi sono i suoi principali azionisti.
Il fondo spagnolo Bestinver Gestion S.A. detiene il 13,2% di CIR all’agosto 2013 (era l’11,4% al maggio 2013 (http://www.cirgroup.it/investitori/principali-azionisti.html), ed è quindi il secondo azionista dell’intero gruppo.
Bestinver Gestion S.A. detiene poi direttamente l’1,9% di Gruppo Espresso al novembre 2013 (era il 2,2% al 18.4.2013)
(http://www.gruppoespresso.it/index.php?id=38).
A questo punto vi chiederete perché insistere tanto su Bestinver, e la risposta è che Bestinver Gestion S.A. è controllato al 100% dal gruppo spagnolo Acciona, che fa molte cose tra cui costruire linee ferroviarie ad Alta Velocità e fornire corrente elettrica a linee ferroviarie (http://www.acciona.es/lineas-de-negocio/proyectos-emblematicos/linea-de-alta-velocidad).
Ricapitolando: Acciona, società spagnola che costruisce, gestisce e mantiene linee ferroviarie ad AV, attraverso Bestinver controlla il 13% del principale azionista di L’Espresso S.p.A. e La Repubblica, ed è un azionista diretto dei due media.
Ma non solo.
CIR S.p.A. è anche l’azionista di maggioranza di Sorgenia S.p.A., una società italiana che si definisce il ‘secondo fornitore elettrico delle aziende italiane’ ed il primo ‘operatore privato nel mercato italiano dell’energia elettrica e del gas naturale’ e come tutti sanno, i treni ad AV vanno a corrente elettrica acquistata da fornitori, e così nel 2013Acciona (azionista di CIR S.p.A. e quindi di Sorgenia S.p.A.) si è aggiudicata un appalto da 200 milioni di € dal governo spagnolo per alimentare le reti ferroviarie spagnole tradizionali e AV.
Torniamo allo scopo dell’inchiesta.
Si può dire che queste aziende (CIR S.p.A.-Acciona S.A.) siano disinteressate allo sviluppo delle linee AV ferroviarie?
Si può dire che siano disinteressate allo sviluppo delle linee AV ferroviarie in Italia? Considerate che Acciona S.A. con il suo gruppo non opera solo in Spagna, ma per fare un esempio, si era candidata a costruire il TAV in California e negli Emirati Arabi Uniti).
Si può ipotizzare che preferiscano un’espansione dei chilometri di cantieri da costruire ed un aumento della domanda di corrente elettrica?
Si può ipotizzare, estremizzando, che in Italia preferiscano il SI TAV anziché il NO TAV?
Certo, senza conoscere quello che capita nei consigli di amministrazione delle due società non è possibile stabilire o escludere un automatismo ‘potenziali interessi-linea editoriale SI TAV’, né è detto che i redattori locali di La Repubblica Torino che seguono le vicende TAV come il geniale Meo Ponte, conoscano i retroscena e la distribuzione di quote societarie della società per cui lavorano.
Ma si può dire con sicurezza che la linea editoriale complessiva, che da anni fa opinione e pressione su lettori e politici, è nettamente in salsa SI TAV, e che sulla carta ci sono elementi che la possono spiegare. E questo, in conclusione, è un elemento su cui bisogna ragionare quando si leggono gli articoli di La Repubblica Torino…o quando si cercano, senza trovarle, inchieste e notizie scomode.
Alla prossima puntata.
John Siccardi.
(da Notav.info)
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