San Didero: altro che autoporto, Telt vuole 5 milioni per costruire una caserma
Negli scorsi giorni sono stati pubblicati gli appalti per quanto riguarda il comparto di sicurezza di una delle opere accessorie alla Torino-Lione che Telt dovrebbe portare a termine prima di iniziare lo scavo del tunnel di base. Questi appalti riguardano lo spostamento dell’autoporto da Susa a San Didero, un paese della bassa valle.
La piana di San Didero su cui dovrebbe sorgere il nuovo autoporto è un territorio molto sensibile in quanto vi sussiste un bosco, unico polmone verde della pianura in bassa valle, e il terreno è ricco di pcb e altri inquinanti pericolosi. Dunque una volta smossa la terra questi inquinanti verrebbero liberati nell’aria portando ad un aumento significativo delle malattie respiratorie, che in tempo di pandemia sappiamo bene cosa significherebbe. Suona simile a quanto sta succedendo a Salbertrand (vedi Grosso guaio a Salbertrand)? Ma su questo ci torneremo più ampiamente in futuro.
Ciò che colpisce ulteriormente di questi appalti è la cifra prevista per la security del cantiere. Stiamo parlando di 5 156 953.00 €. Avete capito bene, cinque milioni centocinquantasei mila novecentocinquantatre euro. Per capirci il risparmio per le casse dello stato per quanto riguarda il taglio dei parlamentari appena sancito dal referendum sarebbe di 53 milioni: in sostanza per la sicurezza del cantiere di San Didero se ne spenderebbero almeno un decimo. Per fare un altro paragone d’attualità in media la costruzione di un edificio scolastico costerebbe intorno ai due milioni di €.
In cosa consisterebbero questi lavori? Nella recinzione perimetrale della zona del cantiere con tanto di concertina militare e impianto di videosorveglianza, opere di supporto alle forze dell’ordine, dispositivi di illuminazione e idranti. Un fortino a tutti gli effetti in piena bassa valle. Ma per difendere il cantiere da cosa vengono spesi tutti questi soldi? Un’invasione aliena? Un’apocalisse zombie?
Telt lo scrive a suo modo nelle prime righe della relazione: “Tutto questo si rende necessario in quanto l’area sul quale sorgerà il nuovo Autoporto di San Didero si trova in una zona fortemente soggetta a rappresaglie da parte di gruppo politici ostili (NO TAV).” In sostanza per Telt i “gruppi politici ostili” sarebbero i cittadini della bassa valle che non vogliono morire di tumore. Un gergo militaresco che ripercorre tutta la relazione e che dimostra in sostanza come i promotori dell’opera intendano portare avanti i lavori: a suon di manganello e lacrimogeni.
Di fronte alla crisi epocale che stiamo vivendo spendere 5 milioni di euro per difendere un cantiere nocivo dai cittadini è una vergogna oltre ogni senso del pudore. I lavori dovrebbero cominciare entro il 31 dicembre 2020, ma se pensano di spaventare il movimento con queste cifre si sbagliano di grosso, alla moda nostra, con il cuore e la determinazione gliela faremo trovare lunga.
Da notav.info
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