InfoAut
Immagine di copertina per il post

Sardegna: altra catastrofe climatica, ma la Regione vuole cementificare e il governo prevede spiccioli per il dissesto

Mentre l’Italia trema per il nuovo ciclone mediterraneo di questo global warming che qualcuno nega ed altri minimizzano; mentre intere province annegano nel fango di territori abbandonati alla mala-edilizia, la Sardegna paga caro il conto di una politica di rapina che si è incarnata nelle giunte di centro-destra che hanno sostituito (a furor di popolo) la virtuosa giunta di Renato Soru assassinata dalla corrente cementizia del Pd sardo.

Pochi giorni prima che i nubifragi riconfermassero la fragilità più che nota del territorio sardo, la giunta di Ugo Cappellacci, uno dei tanti delfini di Silvio Berlusconi, aveva proceduto alla “approvazione provvisoria e preliminare” dell’ “Aggiornamento e revisione  del Ppr del 2006”  e subito Legambiente Sardegna ha detto che «Un primo esame della documentazione, complessa e ponderosa, conferma il quadro preoccupante sulle prospettive del Piano paesaggistico sardo che avevamo espresso all’atto dell’annuncio.  Infatti siamo in presenza non di una revisione ed aggiornamento ma sostanzialmente di un nuovo Piano paesaggistico regionale, soprattutto nella parte normativa, che stravolge il Ppr del 2006».

Lo stravolgimento, che poi era una promessa elettorale di Cappellacci e del centro-destra appoggiato dal Partito Sardo d’Azione, è così devastante che i rappresentanti del ministero dei beni culturali non hanno controfirmato i documenti del Ppr perché vanno molto oltre le necessarie correzioni cartografiche ed interpretative ed esprimono una linea diversa della tutela, contenente meno salvaguardie territoriali. «Praticamente – dicono gli ambientalisti – si travalicano le indicazioni contenute nel codice del paesaggio per le operazioni di mero aggiornamento e dal momento che il Ppr era stato condiviso con il Mibac dal 2007 tutte le operazioni di aggiornamento devono essere svolte in co-pianificazione.   In sostanza siamo in presenza di un nuovo Ppr  che può creare solo illusioni e confusione dal momento che appare rivolto a creare aspettative edificatorie e sospendere di fatto le procedure di approvazione dei Piani urbanistici comunali».

Viste alla luce di quanto è tragicamente successo in queste ore, mentre si cercano i dispersi e si comincia a spalare il fango in una regione ferita dall’ingordigia di una classe dirigente che oscilla tra autonomismo di facciata e sudditanza alle eterne pulsioni coloniali della rendita edilizia italiana e internazionale, le normative di attuazione che consentono di  ridurre i livelli di tutela del Ppr sembrano ancora più azzardate e devastatrici. Legambiente Sardegna solo pochi giorni fa ricordava le norme “cavallo di Troia” escogitare per spalmare una nuova colata di cemento sulla Sardegna: viene assegnato un  ruolo fondamentale alle norme transitorie che danno ai Comuni, a secondo dello stato della loro pianificazione comunale, la possibilità di “realizzare  gli interventi anche nelle zone territoriali omogenee C,D,G ed  F, previsti dagli strumenti attuativi approvati e, se di iniziativa privata, convenzionati”. Ed ancora “può, inoltre, essere concluso il procedimento di approvazione dei piani attuativi legittimamente adottati prima dell’approvazione del PPR di cui alla deliberazione della Giunta Regionale n. 36/7 del 5 settembre 2006”(…) “realizzare nella fascia costiera l’attuazione delle zone urbanistiche omogenee turistiche come previste negli strumenti urbanistici generali vigenti alla data di approvazione del piano paesaggistico regionale di cui alla Deliberazione della Giunta Regionale n.36/7 del 5 settembre 2006”. «In  sostanza  – spiegano gli ambientalisti – invece  di proporre ai comuni di completare il loro iter  pianificatorio  si consente in via transitoria, prima della redazione del Puc, anche di realizzare lottizzazioni bloccate da oltre 10 anni fa e la possibilità di realizzare in tutte le aree, compresa la fascia costiera, ampliamenti del 15%. Una prima conseguenza sarà la sospensione della  attività  pianificatoria dei comuni. In pratica verrebbe consentita  la potenziale emersione di potenzialità edificatorie che nel 2003 era stato valutata in circa 15 milioni di mc».

Come spiega Sandro Roggio, un architetto e si occupa soprattutto di urbanistica, «Da una parte c’è il Ppr del 2006 che interpreta l’idea più progredita sul paesaggio come bene pubblico non negoziabile, come è nella Convenzione europea del paesaggio. Dall’altra c’è la propensione ad accogliere ogni richiesta di trasformazione del territorio, mettendo turismo ed edilizia sullo stesso piano e tutto nello stesso frullatore. Con il pretesto che occorre rispondere alla crisi e che l’edilizia fa crescere il Pil. Racconti gravemente omissivi. In Spagna hanno addirittura deciso di demolire l’invenduto in mano alle banche che ha messo in difficoltà quel paese. L’edilizia per la villeggiatura ha un peso rilevante in quel crac».

Chissà se la tragedia che ha colpito la Sardegna e che ci dice che nell’epoca del global warming e dei fenomeni meteorologici sempre più estremi anche alle nostre latitudini non si può guardare al territorio con gli occhi da predatori del passato, servirà almeno al centro-destra sardo ed ai volenterosi cementificatori che non mancano nel centro-sinistra  a rivedere una proposta che propone un ritorno al passato e la riduzione delle tutele dell’eccezionale patrimonio paesaggistico, l’unica vera ricchezza rimasta ai Sardi dopo il crollo delle industrie mineraria e petrolchimica che hanno lasciato un’0eredità di inquinamento, dissesto e  disoccupazione dilagante che si vorrebbe nascondere sotto una nuova coltre di cemento?

Cappellacci ha presentato la sua proposta con lo slogan “La Sardegna dei sardi liberi di decidere sulla propria terra e sul paesaggio”, che tradotto vuol dire liberi tutti. Oggi si vede cosa questo significa e – come ha ricordato il sottosegretario D’Angeli –  è ancor più  sconcertante e autolesionistico «prevedere in Legge di Stabilità solo 30 milioni per la riduzione del dissesto idrogeologico».

Asciugati il fango e le lacrime di questa ennesima catastrofe “naturale” annunciata, i sardi e gli altri italiani che vivono nello sfascio pendulo di questo nostro Paese che blandisce gli abusivi e gli speculatori edilizi e ignora i geologi e gli scienziati climatici, forse farebbero bene a costringere la politica ad occuparsi davvero della più grande ed ineludibile opera pubblica: la manutenzione ed il recupero di un territorio che da giardino del mondo sta diventando un infinito bi-locale clonato vista mare.

da greenreport.it

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

sardegna

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

L’inutilità delle mega opere per i popoli

Quando si svolsero i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro, nel 2016, lo stato intraprese la costruzione di varie grandi opere infrastrutturali, tra le quali spiccarono le funivie in alcune favelas, oltre all’ampliamento di aeroporti e autostrade, tutto con fondi pubblici.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il Tav, I media e I voltagabbana

Nessun movimento di opposizione ha mai avuto in Italia la capacità di dare una continuità trentennale alle ragioni della propria lotta, e la recente e partecipata manifestazione dell’8 dicembre, ventennale dall’epico sgombero popolare nel 2005 del cantiere nella piana di Venaus, ne è la dimostrazione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

8 dicembre 2025: in migliaia in marcia a vent’anni dalla ripresa di Venaus

Ieri la Val Susa è tornata a riempire le strade con la marcia popolare No Tav da Venaus a San Giuliano, una giornata intensa che segna l’8 dicembre del ventennale del 2005

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Presidio permanente di San Giuliano: dove abbattono case, noi costruiamo resistenza!

Martedì 2 dicembre, durante l’assemblea popolare, i/le giovani No Tav, hanno fatto un importante annuncio: casa Zuccotti, dopo essere stata espropriata da Telt, torna a nuova vita.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Messina: migliaia in manifestazione contro il progetto del Ponte sullo Stretto

Migliaia di persone hanno partecipato nel pomeriggio del 29 novembre 2025 alla manifestazione contro il ponte sullo Stretto a Messina.  

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Transizioni armate: riflessioni sul rapporto tra guerra, riarmo, natura e territori

Il tema della transizione energetica ed ecologica si lega a doppio filo con la corsa al riarmo e la riconversione al contrario

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP30: Extinction Rebellion scarica 30 tavoli davanti alla Regione Piemonte. “Tutte le occasioni mancate”

Nei giorni conclusivi della conferenza sui cambiamenti climatici che si tiene a Belém, il movimento denuncia gli impegni disattesi da Governo e Regione

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

San Giuliano: Telt prende possesso delle case, ma la valle non si arrende

Ieri mattina Telt è entrata ufficialmente in possesso delle abitazioni di San Giuliano di Susa che verranno abbattute per far spazio al cantiere della stazione internazionale del Tav Torino-Lione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Regione Sardegna apre all’ampliamento della fabbrica di bombe RWM

La fabbrica RWM da anni attiva in Sardegna in una porzione di territorio, il Sulcis, di proprietà della tedesca Rheinmetall, vedrà molto probabilmente il via libera per il suo ampliamento.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sulle macerie e sulle coste – Dal colonialismo genocidario israeliano alla villeggiatura in Sardegna

I fatti, più o meno, li conosciamo. La popolazione palestinese sta subendo un genocidio da parte dello stato di Israele, appoggiato da complici occidentali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Killers are not welcome: Tel Aviv – Olbia: soldati in vacanza, bambini sotto le macerie

Ripubblichiamo il comunicato uscito in seguito all’iniziativa tenutasi all’aeroporto di Olbia ieri durante la quale moltissime persone hanno preso parte a un’iniziativa in solidarietà alla Palestina con l’obiettivo di bloccare l’arrivo dei voli di provenienza Tel Aviv.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

CONTROVENTO – ALLA SCOPERTA DELLA SPECULAZIONE ENERGETICA IN SARDEGNA

Verso il Convegno No alla Servitù Energetica pubblichiamo le puntate del podcast Controvento, realizzato da Radio Onda d’Urto durante il viaggio inchiesta insieme a Confluenza, del quale abbiamo fatto una restituzione qui.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Sardegna: la questura usa il Daspo urbano contro il movimento anti-speculazione energetica

Daspo urbano in Sardegna agli attivisti che si battono contro la speculazione energetica.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Confluenza 0.1 – Approdo sui territori che combattono la speculazione energetica

INTRODUZIONE “Sardegna: colonia interna” Il progetto Confluenza vi invita a intraprendere un viaggio alla scoperta di uno dei tanti volti del sistema estrattivista: quello della speculazione energetica. Nel Manifesto di Confluenza abbiamo individuato e indagato i vari meandri in cui si articola il cortocircuito che, a mano a mano, divora i territori e le loro […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sardegna: sgomberato il presidio “La rivolta degli ulivi”

Sgombero di polizia in corso questa mattina a Selargius, nel Cagliaritano, del presidio permanente “La rivolta degli ulivi” sorto per contestare il cavidotto elettrico “Tyrrhenian Link” tra Sardegna e Sicilia. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Esercitazioni aeronavali Nato in acque italiane. E ci sono pure le Università

Giochi di guerra nelle acque del centro-sud Italia ininterrottamente per 25 giorni. Una potenza di fuoco navale senza precedenti per testare le nuove tecnologie belliche dell’Alleanza, lanciare inequivocabili messaggi di “deterrenza” contro i potenziali nemici che operano nel Mediterraneo e nel Mar Nero (Federazione Russa, le milizie di Hamas a Gaza e gli Hezbollah in […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta esercitazioni militari in Sardegna: l’istanza dei movimenti arriva al TAR

Dopo un lungo periodo di proteste da parte delle associazioni ambientaliste e antimilitariste, è stato ufficialmente presentato ricorso al TAR contro le esercitazioni militari in Sardegna.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Terna, il Mase autorizza il secondo tratto del Tyrrhenian Link

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha autorizzato con il decreto del 5 settembre 2023 il progetto definitivo per la realizzazione della seconda tratta del Tyrrhenian Link