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Sicilia: 1600 ulivi abbattuti per il Thyrrenian link. Parte la mobilitazione a Termini Imerese


Questa mattina si è svolto un sit in C.da Sant’Onofrio, a Trabia, davanti al terreno in cui sono stati spostati gli ulivi estirpati dal cantiere di Terna.

A organizzare, il Comitato “Città Porto per un futuro sostenibile” di Termini Imerese insieme al movimento regionale Trinacria ed Ecologia Politica Palermo. Le ragioni della manifestazione sono legate all’abbattimento di 1600 ulivi secolari in contrada Caracoli per costruire il Thyrrenian link, un elettrodotto di Terna che collegherà la Sicilia, la Sardegna e la Campania alla rete elettrica italiana per esportare energia. L’opera considerata di “interesse strategico nazionale” rientra nel progetto di conversione della Sicilia, insieme alla Sardegna, in hub da cui estrarre energia – tramite l’istallazione di ettari di pannelli solari e pale eoliche – da esportare in Nord Italia. Il paradosso di questo progetto è incredibile. Un’opera spacciata per green, per la transizione ecologica, che per la comodità di un colosso dell’energia viene fatta estirpando 1600 alberi e cementificando un’area enorme. A pochi km di distanza, infatti, ci sono migliaia di metri quadrati di capannoni vuoti nella ormai quasi del tutto dismessa zona industriale, ma gli interessi di Terna scavalcano evidentemente qualsiasi principio di ragionevolezza.


La voce dei manifestanti
«Tutto questo era evitabile? – si chiede Angelo Giuffrè, presidente del Comitato imerese -. Noi riteniamo di si. Si era svolta una consultazione pubblica sulla questione ma prevedeva la localizzazione degli interventi nella zona industriale, non in c.da Caracoli. Erano state presentate diverse alternative. Perché poi è stato deliberato esattamente il contrario? A cosa è servita la consultazione pubblica?».
Ora gli ulivi sono stati ripiantati in c.da S.Onofrio, in un terreno comunale. Ma per gli abitanti del luogo, ormai il posto appare come un «immenso, desolante cimitero».


«Alberi maestosi che erano disposti a otto-dieci metri l’uno dall’altro, sono stati ammassati a meno di cinque metri, come fossero degli alberelli – continua Nicola Mendolia del Comitato Città-Porto -. Perchè? Forse 1600 ulivi erano troppi per quel terreno? Tutto ciò è il segno tangibile di quanto sia basso il livello di considerazione delle risorse del nostro territorio. Possiamo continuare a tollerare quest’atteggiamento di arroganza ed indifferenza per le risorse del nostro territorio?».
Gli abitanti promettono battaglia. È ancora possibile fermare questo scempio, e la comunità è decisa a lottare per difendere Termini dalla cementificazione e dagli interessi del colosso dell’energia.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi Ecologia Politica NetworkTag correlati:

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