Storie di ordinaria repressione in Val Susa
Sabato 10 agosto, ore 19,40 circa, all’imbocco della strada per susa da giaglione, dopo il bivio per venaus: stiamo tornando a casa dopo la manifestazione degli over 50 alle reti. Vediamo un’automobile bloccare improvvisamente dopo la curva un’altra macchina. È una macchina della digos, lo capiamo perchè riconosciamo 2 soggetti che erano all’interno del cantiere oggi. Uno dei diue cerca di afferrare uno dei due ragazzi fatti scendere dalla macchina, spingendolo violentemente verso il guardrail e insultandolo pesantemente.
Noi, come altre macchine di notav, vista la scena, ci fermiamo poco oltre, appena possible e accorriamo sul posto, per capire cosa succede: arrivati vicino ai ragazzi, sentiamo uno della digos minacciare uno dei due giovani fermati, mentre l’altro controlla i documenti.
Alla nostra richiesta del perchè di questo controllo, ci vene malamente risposto che i due ragazzi erano stati riconosciuti tra i manifestanti intorno alle reti,… accusandoli anche di averli apostrofati, nonostante i ragazzi negassero il fatto. Intanto sono anche accorsi due abitanti della casa di fronte, evidentemente indignati di quanto stava succedendo.
Soltanto la nostra presenza ha fatto sì che la digos decidesse di cambiare parzialmente atteggiamento e se ne andasse, dopo aver restituito i documenti.
Domanda: cosa sarebbe successo se questo fosse accaduto alla sera tardi senza spettatori indesiderati? Questo è il clima che ci vogliono imporre? Quando capiranno questi signori che la valle vigila e non permetterà loro di fare ciò che vogliono, perchè l’indifferenza e l’egoismo qui non è di casa?
Questo è il racconto di Marco, uno dei ragazzi fermati:
I ragazzi in questione siamo io e mio cognato Stefano, con noi era presente anche mia madre. L’auto della digos (fuoristrada Hyundai Terracan verde targato *******) ci ha affiancato occupando la corsia opposta ,nel momento in cui sopraggiungeva un’altra vettura, sfiorando di poco un incidente, e mi ha tagliato la strada costringendomi a fermarmi.
Sono scesi, erano in borghese e non si sono identificati, hanno cercato di forzare le portiere, scesi dalla macchina hanno afferrato violentemente mio cognato e mettendogli le braccia dietro la schiena lo hanno sbattuto prima sul cofano della macchina e poi su un muretto, ci sottopongo a una perquisizione in cui ci ritirano i documenti e ci insultano dicendoci che siamo delle merde, nullità, dicono a mia madre di vergognarsi per come mi ha allevato e che devo portargli rispetto perché dice potrebbe essere mio padre, al che gli rispondo che mio padre mai farebbe un lavoro tanto ignobile.
Ci fotografano e minacciano di denunciarci e arrestarci sul momento, ma poi si accorgono che stavano arrivando molti altri compagni no tav a soccorrerci e allora sorpresi fuggono velocemente… È stata una vera e propria aggressione!
Ringrazio tutti coloro che si sono fermati ad aiutarci, non so cosa sarebbe successo altrimenti…
da TgMaddalena
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