Terzo Valico, il movimento respinge ancora gli espropri
Per fortuna l’ordine non è arrivato e anche ieri la giornata è scivolta via tranquilla. La massiccia presenza di No Tav dalle prime ore del mattino ha scongiurato l’intervento delle forze dell’ordine in ausilio al Cociv per permettergli di prendere possesso dell’area presidiata dai militanti. Sembra di aver capito che anche questa volta Cociv si sia mosso come un elefante in una cristalleria, inviando le lettere di esproprio senza averlo concordato con Prefettura e Questura e da qui sia derivato l’atteggiamento morbido di queste giornate. L’arroganza di questi signori non ha limite, come dimostrato quando hanno tentato mercoledì scorso di aggirare uno dei blocchi dei No Tav e quando si sono visti fermare hanno risposto a precisa domanda “siamo cittadini”. Peccato che i cittadini, quelli per bene, si conoscano tutti in piccoli paesi come Arquata e Serravalle e loro siano invece nella categoria dei cittadini senza scrupoli che vorrebbero saccheggiare una terra non loro esclusivamente per il proprio tornaconto personale e per quello dei loro padroni. Forse con la loro provocazione speravano di scatenare una risposta che gli permettesse di chiedere l’intervento della forza pubblica, ma a distanza di anni dovrebbero aver capito di trovarsi di fronte a donne e uomini pacifici il cui unico intento è fermare una grande opera che anche loro sanno essere del tutto inutile.
Così, arrivati al 16 di luglio, mancano 368 giorni alla scadenza della dichiarazione di pubblica utilità, termine entro il quale dovranno realizzare tutti gli espropri utili alla realizzazione del Terzo Valico. Una grande patata bollente, considerata la determinazione dimostrata dai comitati nell’impedire che questo accada. Per aggirare l’ostacolo hanno offerto ai proprietari fino a cinque volte il prezzo di mercato dei loro terreni e delle loro case per raggiungere un accordo bonario e, si badi bene, lo hanno fatto con soldi pubblici che dovrebbero essere utilizzati per scopi più nobili. In alcuni casi ci sono riusciti, in altri no e c’è chi ha dimostrato sul campo quanto i comitati siano riusciti ad affermare che dietro l’esproprio anche di un piccolo terreno vi sia un’idea più grande, quella della difesa della propria terra. Adesso sembra che rinunceranno a costruire una nuova strada fra Arquata e Serravalle per aggirare uno zoccolo duro di espropriati determinato a non scendere a patti. Resteranno comunque altri espropri da eseguire e troveranno sempre centinaia di donne e uomini pronti ad impedirglielo.
Ci riproveranno e quando lo faranno, con ogni probabilità, non ci andranno giù leggeri. Troveranno come sempre ad attenderli la dignità di chi sa di essere dalla parte giusta. Le idee di donne e uomini contro i profitti di una grande multinazionale, la democrazia dal basso contro la finta democrazia dall’alto che ha trovato in Matteo Renzi un ottimo interprete, l’onestà contro il malaffare, la difesa della natura, dell’ambiente e della vita contro la sua distruzione.
“Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.” diceva Ghandi.
Non ci resta che vincere.
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