Torino verso il G7: seminari di Ecologia Politica.
Di fronte a transizioni ecologiche ed energetiche che ci parlano di futuri sostenibili e tecnologie salvifiche, vogliamo dotarci di strumenti per smascherare ciò che c’è dietro: logiche di profitto che tendono a separarci e distruggere l’ecosistema che vogliamo costruire insieme.
Parleremo di tante questioni, decifrando le varie sfumature di accaparramento messe in atto e che coinvolgono gli elementi base nella nostra vita come l’acqua, gli alberi, le montagne. Ormai presi d’assalto e ridotti a delle risorse da sfruttare.
Cercheremo di analizzare le ecologie politiche repressive alla base della nostra società, che si moltiplicano e si palesano sempre più anche nel contesto delle lotte ecologiste.
Parleremo di come anche le politiche oppressive si possono manifestare in modo emblematico nei territori occupati in Cisgiordiana, dove vengono adottate pratiche di accaparramento coloniali attraverso la gestione esclusiva delle acque e il furto sistematico di terre coltivate e coltivabili.
Seminiamo un tracciato verso una tappa importante: il G7 sull’ambiente, l’energia e il clima che si terrà dal 28 al 30 aprile a Venaria, a pochi chilometri da Torino.
Il G7 è un momento in cui i protagonisti delle politiche cosiddette green si incontreranno per decidere come spartirsi la torta dei finanziamenti del Green New Deal europeo e quindi anche del PNRR, per continuare a cementificare ed estrarre risorse a nostre spese.
Cogliamo l’occasione per darci un primo momento di ritrovo in cui esprimere le nostre posizioni, in cui manifestare le nostre idee che vanno in direzione contraria a quello che vogliono imporci come progetto futuro di società sostenibile.
Con questa rassegna di incontri, che si terranno nell’aula break al campus Luigi Einaudi alle 18, come collettivo universitario intendiamo seminare un tracciato di contronarrazioni sulla realtà che ci circonda, che avanza e spesso ci opprime.
Il primo incontro dal titolo “Terre alte in alto mare: la devastazione non conosce altitudini” si terrà giovedì 21 marzo.
Le montagne subiscono l’impatto del cambiamento climatico e delle politiche del profitto economico che lo generano.
In questi territori assistiamo a continue devastazioni perché ormai vengono concepiti esclusivamente come parchi divertimenti per ricchi, senza considerare i loro equilibri.
Così in una situazione in cui la siccità trasforma l’arco alpino, viene costruita a Cortina la pista da bob per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Il costo è di 120 milioni di euro e quasi 2200 larici secolari abbattuti. Questa “grande opera”, come successo per la pista da bob di Cesana delle Olimpiadi di Torino 2006, è destinata a diventare un gigantesco mostro di cemento inutile e inutilizzabile.
I cambiamenti ecosistemici non hanno frenato nemmeno i vari impianti sciistici,che continuano a proporre soluzioni poco lungimiranti per protrarre la propria attività: un esempio sono i bacini artificiali destinati all’innevamento artificiale. Un controsenso se si pensa ai numerosi paesini che vengono ormai riforniti di acqua attraverso le autobotti a causa delle sorgenti a secco.
La devastazione ambientale non si ferma a nessuna altitudine,per questo è necessario un impegno collettivo per proteggere questi preziosi ecosistemi.
Ripartiamo da qui!
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