InfoAut
Immagine di copertina per il post

1.5° è ormai superato: quanto diventerà calda la Terra?

Potrebbe essere “tecnicamente possibile” mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi… ma ciò non accadrà.

di Ian Angus, da Antropocene.org

Il 2024 è stato l’anno più caldo da quando sono iniziate le rilevazioni meteorologiche, 175 anni fa. Secondo l’ultimo rapporto sullo Stato del clima globale [State of the Global Climate] dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale:

  • Ciascuno degli ultimi dieci anni ha segnato un nuovo record di temperature globali.
  • Ciascuno degli ultimi otto anni ha stabilito un nuovo record per il contenuto di calore degli oceani.
  • Le diciotto più basse estensioni (aree) di ghiaccio marino artico mai registrate  si sono verificate tutte negli ultimi diciotto anni.
  • Le tre estensioni più basse di ghiaccio antartico sono state registrate negli ultimi tre anni.
  • La più grande perdita triennale di massa glaciale mai registrata si è verificata negli ultimi tre anni.
  • Il tasso di innalzamento del livello del mare è raddoppiato dall’inizio delle misurazioni satellitari. [1]

Non c’è spazio per i dubbi: la Terra sta diventando più calda. La domanda ora è: quanto si scalderà?

Nel 2015, alla conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP21) di Parigi, 196 paesi si sono impegnati a «ridurre significativamente i rischi e gli impatti del cambiamento climatico»«mantenendo l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali e proseguendo gli sforzi per limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali». [2]

Un sondaggio condotto nel maggio 2024 ha chiesto a 380 importanti climatologi se l’obiettivo di 1,5°C verrà raggiunto. Solo il 6% ha risposto affermativamente. Il 77% ritiene che le temperature globali aumenteranno di oltre 2,5°C entro il 2100, e il 42% pensa che l’aumento sarà superiore a 3 °C. [3]

Future Earth, l’agenzia internazionale che coordina la ricerca sui cambiamenti globali, avverte che «il superamento di 1,5°C sta rapidamente diventando inevitabile».

Decenni di azioni insufficienti per mitigare le emissioni di gas serra hanno portato il mondo sull’attuale traiettoria di superamento dell’obiettivo concordato a livello internazionale di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, sancito dall’Accordo di Parigi. Gli impegni nazionali di mitigazione sono inadeguati anche solo per rimanere ben al di sotto dei 2°C di riscaldamento globale, creando rischi inaccettabili per le società umane e gli ecosistemi, con costi ingenti e distribuiti in modo diseguale. Si tratta di un azzardo pericoloso che potrebbe portare a impatti irreversibili per la vita sulla Terra, tra cui una devastante perdita di biodiversità e un crescente rischio di innescare punti di non ritorno climatici. [4]

In base all’Accordo di Parigi, ogni Paese decide i propri obiettivi, denominati Contributi Nazionali Determinati. Secondo le Nazioni Unite, esiste un “enorme divario” tra gli obiettivi del trattato e le politiche effettivamente adottate dai maggiori inquinatori.

«Complessivamente, gli obiettivi CND del G20 sono ben lontani dalle percentuali medie di riduzione globale richieste per allinearsi agli scenari di 2°C e 1,5°C…

«Si stima che il proseguimento dello sforzo di mitigazione implicito nelle politiche attuali possa limitare il riscaldamento globale a un massimo di 3,1°C (intervallo: 1,9-3,8) nel corso del secolo». [5]

Non si tratta solo di una questione di preoccupazioni per il futuro. Il 2024 è stato l’anno più caldo dall’epoca preindustriale e pure il primo anno completo in cui la temperatura media ha superato l’obiettivo di 1,5°C. Il superamento effettivo dell’obiettivo di Parigi richiede almeno un decennio, ma il 2024 è quasi certamente un indicatore di ciò che accadrà, soprattutto se – come sostiene il noto climatologo James Hansen – il riscaldamento globale sta accelerando.

«Pertanto, ci aspettiamo che la temperatura globale non scenderà molto al di sotto di +1,5°C, oscillando invece in prossimità o al di sopra di tale livello per i prossimi anni, il che contribuirà a confermare la nostra interpretazione del repentino riscaldamento globale. Rimarranno elevate le temperature della superficie del mare e l’aumento dei punti caldi oceanici, con effetti dannosi sulle barriere coralline e su altre forme di vita oceanica. Oggi, l’effetto pratico più significativo sugli esseri umani è l’aumento della frequenza e della gravità degli eventi climatici estremi. Tempeste tropicali, tornado e temporali più potenti, e quindi inondazioni più estreme, sono determinati dall’elevata temperatura superficiale del mare e da un’atmosfera più calda che trattiene più vapore acqueo. L’aumento della temperatura globale accresce anche l’intensità delle ondate di calore e, nei periodi e nei luoghi con clima secco, le alte temperature aumentano la gravità della siccità, con “siccità improvvise” che si sviluppano rapidamente anche in regioni con precipitazioni nella media». [6]

Nei rapporti scientifici è diventato comune affermare che sia ancora “tecnicamente possibile” raggiungere gli obiettivi di Parigi. È un po’ vero, ma improbabile. Il rapporto sul divario delle emissioni del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente ci indica esattamente cosa bisogna fare:

«Nello specifico, se le azioni in linea con i percorsi di 2°C o 1,5°C dovessero iniziare nel 2024, le emissioni globali dovrebbero essere ridotte in media rispettivamente del 4 e del 7,5% ogni anno fino al 2035. Se le azioni … verranno prorogate fino al 2030, le riduzioni annuali delle emissioni richieste saliranno a una media dell’8% e del 15% per limitare il riscaldamento rispettivamente a 2°C o 1,5°C». [7]

Indipendentemente da cosa si pensi di questi numeri, nulla di tutto ciò accadrà. Le emissioni di gas serra stanno aumentando, non diminuendo, e nessun governo del G20 ha mostrato la minima volontà di rallentare l’aumento, figuriamoci di invertirne la rotta. Gli Stati Uniti si sono ritirati dal programma ONU sul clima e Trump ha cancellato i programmi sul cambiamento climatico. Se gli altri grandi emettitori non si faranno carico del debito, o semplicemente non rispetteranno gli impegni presi nell’Accordo di Parigi, il limite di 3°C sarà superato, probabilmente prima di quanto previsto dai modelli climatici.

Andreas Malm e Wim Carton così riassumono la situazione attuale:

«Dopotutto, le promesse erano solo questo, e la maggior parte di esse non era sostenuta da misure che potessero farle uscire dal regno del ‘bla bla bla’, per usare l’espressione di Greta Thunberg. Quando nel 2023, otto anni dopo Parigi, si è svelata l’inconsistenza dell’obiettivo zero emissioni nette, e si è fatto un bialncio di tutti gli sforzi effettivi – non le promesse – in atto in tutto il mondo, il risultato è stato sconfortante: il mondo era sulla buona strada per raggiungere i 2,7°C; o, arrotondando il numero, i 3°C, il che significa un riscaldamento doppio di quello su cui il Sud globale esigeva per sopravvivere. E sappiamo che il riscaldamento non produce un aumento lineare dei danni: 3°C sarebbero qualcosa di molto peggio di un semplice raddoppio degli impatti a 1,5°C. Ma nel periodo degli accordi di Parigi, il mondo stava andando in questa direzione». [8]

NOTE

[1] World Meteorological Organization, «Il rapporto dell’OMM documenta gli impatti a spirale del tempo e del clima», Comunicato stampa, 18 marzo 2025.

[2] Accordi di Parigi, https://shorturl.at/w0KbU

[3] Damian Carrington, «I migliori scienziati del clima del mondo prevedono che il riscaldamento globale supererà l’obiettivo di 1,5 °C», The Guardian, 8 Maggio 2024.

[4] Future Earth, The Earth League, WCRP. 10 nuove intuizioni nella scienza del clima 2023/2024, (Stoccolma, 2023)

[5] United Nations Environment Programme, Emissions Gap Report 2024, Nairobi, aprile 2025, xii, xvii.

[6] James E. Hansen, et al., «Il riscaldamento globale è accelerato: le Nazioni Unite e il pubblico sono ben informati?»,Environment: Science and Policy for Sustainable Development, febbraio 2025.

[7] UNEP, Emissions Gap Report 2024, Nairobi, aprile 2025, xv.

[8] Andreas Malm e Wim Carton, Overshoot: How the World Surrendered to Climate Breakdown, Verso, 2024, p. 69.


Traduzione a cura della Redazione di Antropocene.org

Fonte: Climate&Capitalism 05.06.2025

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

CRISI CLIMATICAECOLOGIAriscaldamento globale

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Vicenza: in mille in strada per difendere i boschi dal TAV

Un migliaio di persone sabato 12 luglio hanno partecipato alla manifestazione per la difesa del bosco di Ca’ Alte e della città, dopo lo sgombero dell’area lungo l’argine avvenuto nei giorni precedenti. 

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Top 10 dei giganti dell’agribusiness: la concentrazione delle corporations del food & farming nel 2025

La pubblicazione del 2022 dell’ ETC Group “Food Barons” ha messo in luce la crescente concentrazione del potere delle multinazionali nel sistema alimentare industriale.1  di ETC Group & GRAIN, da ECOR Network Ha documentato l’aumento di fusioni e acquisizioni, la crescente influenza del capitale finanziario e la penetrazione della digitalizzazione e di altre tecnologie dirompenti […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ambiente: sabotati i cantieri del parco eolico industriale del Mugello

La procura apre un’inchiesta. “Siamo montagna”: la lotta non si ferma.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il TAV arriva nel cuore di Vicenza, ma la resistenza salva (per ora) il Bosco di Ca’ Alte

Alle prime luci dell’alba (di ieri ndr), un centinaio di poliziotti in assetto antisommossa hanno circondato il Bosco di Ca’ Alte.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ostuni Climate Camp 2025: 17-20 luglio

La Campagna nazionale “Per il clima, fuori dal fossile” e le associazioni riunite nel Coordinamento “Nucleare mai più” organizzano CAMP NO FOX NO NUKE OSTUNI 17- 20 LUGLIO 2025 Campeggio Cala dei Ginepri- Costa Merlata Masseria Refrigerio Appuntamento che riteniamo importante per fare sintesi delle lotte svolte in questi anni e rilanciarle con maggiore forza […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Bloccata la rotta del rame in Perù: minatori informali contro il governo

Una protesta condotta venerdì 4 luglio dai minatori informali nella regione peruviana di Cusco sta paralizzando uno dei principali corridoi del rame del Paese, fondamentale per le attività delle multinazionali minerarie MMG, Glencore e Hudbay.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sotto sgombero i boschi liberati di Vicenza: partito il presidio permanente

Era il mese di maggio 2024 quando, moltissim* attivisti e attiviste, difesero strenuamente oltre 33 mila metri quadrati di aree boschive destinate a diventare due enormi piazzali di cemento a causa del progetto Tav che vede coinvolto il comune di Vicenza.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“Guerra o Clima?”: Extinction Rebellion sulle colonne e le statue del comune di Torino chiede l’interruzione dei rapporti con Israele

Extinction Rebellion ha vestito le statue all’ingresso del Comune di Torino con dei gilet con i colori della Palestina, arrampicandosi sulle colonne e appendendo uno striscione con scritto: “Torino 2030: Clima o Guerra?”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

VAL DI SUSA ALLE PRESE CON ALLUVIONI, DISSESTO IDROGEOLOGICO E…PROCLAMI DECENNALI PER LA REALIZZAZIONE DEL TAV

Pubblichiamo questo articolo uscito su Radio Onda D’urto: La piemontese Val di Susa è stata colpita in questi giorni da pesanti alluvioni – soprattutto in alta Valle – che hanno provocato il crollo di ponti, l’esondazione di torrenti, la chiusura di statali e la morte di un uomo a Bardonecchia. “La colata detritico-fangosa” avvenuta due […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il riscaldamento globale non sta solo aumentando. Sta aumentando più velocemente

Emissioni di gas serra, aumento delle temperature, innalzamento del livello del mare, squilibrio energetico della Terra… un nuovo studio pubblicato da 61 scienziati coinvolti nel lavoro dell’IPCC lancia l’allarme sullo stato dei cambiamenti climatici su scala globale.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Assemblea regionale a Mazzé “Noi siamo sicuri che dire no alla guerra deve significare il ricomporre le lotte: le lotte ambientali con le lotte operaie, con le lotte di tipo sociale”

Pubblichiamo alcuni materiali a caldo in merito all’Assemblea Regionale di Confluenza dal titolo “IL DESTINO DELL’AGRICOLTURA E DEL SUOLO IN PIEMONTE: TRA AGRI-FOTOVOLTAICO E NUCLEARE”

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Chi importa in Europa il gas di Israele?

Le guerre di Israele si nutrono anche di gas: quello estratto dai giacimenti offshore di Tamar, Leviathan, Karish e Tanin (questi ultimi contesi con il Libano), e in previsione anche di quello sottratto ai palestinesi nei mari di fronte a Gaza. di Collettivo Gastivists, da ECOR Network Come è noto, nell’autunno 2023 il Ministero dell’Energia […]

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Il nucleare sta alla sostenibilità come il riarmo sta alla fine delle guerre: la grande trappola del nostro tempo (II parte)

Pubblichiamo la seconda puntata dell’approfondimento elaborato a seguito del convegno “Energia nucleare, il bisogno e il non detto” in vista dell’Assemblea Regionale di Confluenza di Sabato 12 luglio a Mazzé: “Il destino dell’agricoltura e del suolo in Piemonte: tra agri-fotovoltaico e nucleare”. Ricordiamo di iscriversi al FORM per avere indicazioni sulla partecipazione e organizzare al meglio l’accoglienza per l’assemblea.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Il nucleare sta alla sostenibilità come il riarmo sta alla fine delle guerre: la grande trappola del nostro tempo. 

Il 23 e 24 maggio al Centro Studi Sereno Regis si è tenuto il convegno “Energia nucleare, il bisogno e il non detto”, due giornate di dibattito e informazione riguardanti l’energia nucleare e il sistema energetico più in generale. Il tema del nucleare è tornato sulla bocca di tutti, contornato da una nuova aurea green.