Riceviamo e pubblichiamo volentieri il comunicato congiunto di Ecologia Politica Torino e ARI (Associazione Rurale Italiana) in merito alle novità relative alla scelta del sito considerato ideo per il deposito unico nazionale di scorie nucleari.
Cos’è l’estrattivismo? L’estrattivismo è un sistema di sfruttamento del territorio che produce enormi ricchezze per pochi e incalcolabili danni per la popolazione e per gli ecosistemi.
Oggi, nel giorno previsto per la visita di Salvini al cantiere di Chiomonte, i No Tav si sono dati appuntamento per contestare la presenza del ministro all’inaugurazione del tunnel di base e il passaggio di testimone alle ditte appaltatrici.
Pare che in quest’ultimo mese siano state sanzionate alcune delle ditte responsabili della devastazione nella nostra Valle.
L’incontro lanciato qualche settimana fa da decine di organizzazioni e lotte locali ha dato vita a una mobilitazione senza precedenti contro Lafarge e l’industria del calcestruzzo, non solo in Francia ma anche in Svizzera e in Belgio. Una sintesi, una panoramica e un video.
L’esposizione all’inquinamento atmosferico da combustibili fossili aumenta significativamente il rischio di ictus, malattie cardiache e polmonari, cancro e altri disturbi, causando oltre 8,7 milioni di morti premature all’anno.
Dal 30 novembre al 12 dicembre, più di 70mila delegati da tutto il mondo si sono riuniti a Dubai per il più grande accordo delle parti sul tema del cambiamento climatico.
Nell’ambito delle “Giornate contro il cemento”, il dipartimento del Tarn, nel sud-ovest, si è distinto per la sua audacia. C’è da dire che le reti che attualmente lottano contro il delirante e distruttivo progetto dell’autostrada A69 sono numerose e determinate.
Si è conclusa ieri la tre giorni No Tav in occasione dell’8 dicembre di quest’anno. Un anno che ha visto un’accelerazione da parte di chi devasta la montagna e di chi reprime chi la difende in particolare in questi ultimi mesi.
Appello per una settimana di mobilitazioni diffuse nei diversi territori per denunciare l’insostenibilità ambientale, economica e sociale delle Olimpiadi 2026 nonché l’essere paradigmatiche di un modello di sfruttamento turistico delle Terre Alte altrettanto insostenibile per ecosistemi e popolazioni montante