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Speciale COP28: quale giustizia climatica?

Dal 30 novembre al 12 dicembre, più di 70mila delegati da tutto il mondo si sono riuniti a Dubai per il più grande accordo delle parti sul tema del cambiamento climatico.

La COP28, a differenza delle sue precedenti, vede un cambio di paradigma importante, a seguito della constatazione che la strategia elaborata a Kyoto – ridurre la CO2 equivalente, mantenendo al contempo alti i tassi di profitto – non ha fatto altro che accelerare il processo di emissione e conseguente distruzione dell’atmosfera.

Si tratta dunque di una Conferenza che mette in primo piano, anziché il tema della “mitigazione”,ovvero la maniera in cui le politiche pubbliche dei vari Paesi dovrebbero contribuire a ridurre o frenare le emissioni di gas serra, quello dell’”adattamento”, ovvero delle strategie necessarie, a livello globale, per affrontare gli impatti di una crisi climatica di cui avvertiamo già gli effetti.

Una caratteristica propria delle “crisi” è mettere in evidenza le disomogeneità di condizioni di chi vi è soggetto. Non a caso, uno dei punti caldi della COP di Dubai è proprio il tema dello sviluppo industriale e dei risarcimenti previsti per i Paesi che hanno contribuito in misura nettamente minore alle emissioni e patiscono più ferocemente gli effetti di un cambiamento climatico di riconosciuta origine antropica.

Un’altra questione rilevante di questa COP è la partecipazione di centinaia di migliaia di soggetti – rappresentanti di organismi sia pubblici che privati – che si avvertono parti in causa della governance ambientale. A partire da questa composizione, come cambia la concezione di “politica” e delle relative dinamiche di potere?

Da ultimo, ma non per importanza, vi è il ruolo dei movimenti per la giustizia climatica, che negli anni hanno cambiato strategia nei confronti delle COP e rappresentano, ad oggi, la punta più importante di elaborazione teorica e pratica su quale sarebbe la strada da percorrere per intraprendere un reale cambiamento sociale e ambientale.

Di questo e altro ancora ne parliamo con Emanuele Leonardi, sociologo, militante, teorico di Ecologia Politica e autore del recente testo, scritto con Paola Imperatore: L’era della giustizia climatica. Prospettive politiche per una transizione ecologica dal basso, Orthotes Editrice, Napoli-Salerno, 2023.

Il podcast sui giorni della COP28 a cui si fa riferimento, a cura di Lorenzo Tecleme, lo trovate qui: https://www.spreaker.com/show/un-clima-pesante.

da Radio Blackout

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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