Anonymous a fianco dei NoMuos e contro l’industria bellica
Con questa ulteriore operazione antimilitarista Anonymous ha preso il controllo dell’account twitter del Microwave and Radiation Laboratorydel Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’università di Pisa, che “vanta” collaborazioni, tra cui quelle con il RASS (Radar and Surveillance Systems) e con Selex. Il direttore del MRLAB, Enzo Dalla Mese è anche capo dell’appena citato RASS e questo organismo a sua volta coopera con Vitrociset, MBDA, Selex Galileo.
Chiaramente le aziende citate sono tutte produttrici di armi. In realtà a Dalla Mese sono anche affidati numerosi progetti da parte del Ministero della Difesa. Ritenendo dunque questo individuo altamente implicato nel perfezionamento di sempre più efficaci congegni bellici, abbiamo deciso di defacciare la sua pagina web sostituendo al suo profilo professionale il nostro ultimo comunicato antimilitarista.
A tal proposito ricordiamo che quest’ultimo riporta del clientelismo nella nomina degli ingegneri delle industrie belliche statali e della conseguente inefficienza degli armamenti italiani evidenziando anche un caso di spionaggio industriale a carico di un ammiraglio.
Il tutto è documentato da emails e materiale proveniente da utenze private prelevate da Anonymous. Nell’enorme mole di dati privati che descrivono il corrotto parassitario ambiente dell’industria bellica, acquisiti da Anonymous con l’ultima operazione contro la MMI, il nome di Dalla Mese compare molte volte quindi alleghiamo di seguito alcune delle mail che in qualche modo possano riguardare lui o il RASS, che egli dirige. (Link emails_Enzo Dalla Mese+RASS)
Colpendo dunque questo laboratorio con la presente dimostrazione di “dissenso digitale” vogliamo esprimere il nostro disprezzo per gli eserciti le industrie belliche ed il nostro disgusto per una ricerca universitaria che ci appare qui del tutto piegata agli interessi dei produttori di armi.
Al bando gli eserciti lo stato e le gerarchie!
Viva la conoscenza libera dagli interessi degli aguzzini degli eserciti!
Con ogni mezzo a fianco dei NoMuos
Anonymous esprime la sua solidarietà alle persone che si battono ogni giorno contro le antenne del MUOS a Niscemi. Perciò nell’ambito dell’operazione antimilitarista abbiamo deciso di assumere l’identità telematica dell’ammiraglio Giuseppe Ilacqua, stimatissimo radarista dedito anche allo spionaggio industriale come documenta la nostra ultima operazione. Con questa appendice dell’operazione antimilitarista, quindi, vogliamo irridere ulteriormente le gerarchie tutte ed in particolare quella della marina militare italiana. Sovrapponendo alla maschera di Anonymous quella dell’identità telematica dell’ammiraglio Ilacqua e sfruttando la deferenza gerarchica che questa induce negli altri membri dell’apparato repressivo della marina militare, abbiamo cercato di farci inviare documenti riservati o compromettenti riguardo al MUOS (di Niscemi). Così facendo abbiamo ritenuto di rivolgere contro gli oppressori della MMI quella stessa gerarchia, sinonimo di ingiustizia,che caratterizza stati ed eserciti e che essi propugnano come un valore. Potenti: la vostra “gerarchia” non è che un ridicolo gioco per Anonymous, che all’occorrenza, ve la ritorce contro!
Pertanto, sotto le mentite spoglie del sopra citato ammiraglio abbiamo rivolto alcune domande circa il MUOS ai suoi più stretti collaboratori.
Purtroppo non siamo stati in grado di far emergere dati rilevanti. Comunque riportiamoqui le email in questione da noi inviate dalla casella di posta di Ilacqua ormai in nostro possesso.
La prima email da noi inviata a nome dell’ammiraglio chiediamo documenti in merito al MUOS a Andrea Manco Ing presso Marina Militare Italiana Defense & Space questo ci ha indicato il prof. Andrea Monorchio come persona informata in materia e probabile consulente per il progetto MUOS.
Abbiamo quindi inviato una seconda mail identica alla prima allo stesso Andrea Monorchio, questo a risposto che sarebbe disposto a passarci le informazioni richieste solo di persona. Tuttavia costui professore presso l’università di Pisa sostiene che la questione del MUOS è solo una strumentalizzazione politica e gli americani “naturalmente dicono il giusto (cioè niente)“.Questo parere viene da un uomo che come dice lui stesso ha “partecipato a varie riunioni,[…]tutte politiche e poco tecniche“. Quindi il prof. Monorchio,da quanto riportato da lui stesso in questa mail,sembrerebbe in qualche modo implicato nella gestione politica del MUOS e favorevole alla sua realizzazione.
La presente azione è,in ultima analisi,segno della perseveranza di Anonymous nel sostegno alla causa antimilitarista,per ciò ribadiamo il nostro strenuo rifiuto delle antenne MUOS e della militarizzazione del territorio di Niscemi ad esse connessa.
Attivisti NO-MOUS di Niscemi, Anonymous si unisce a voi nella lotta!
Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.
pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:
Bolivia Burning: Inside a Latin American Ecocide è un documentario di 52 minuti di The Gecko Project che porta gli spettatori all’interno di una delle crisi ambientali più sottovalutate al mondo: la rapida distruzione delle foreste in Bolivia.
Siamo la natura che si ribella!, ammonisce con efficace sintesi uno striscione no-tav esprimendo un radicale antagonismo nei confronti del mortifero sfruttamento capitalista patito dall’essere umano e dalla natura, di cui è parte.
La retorica dello sport come ambito da mantenersi separato dal resto della realtà presuppone che quanti lo praticano o lo seguono operino una sorta di momentanea sospensione dal mondo a cui pure appartengono, sospensione che riappacifica, durante le gare, le conflittualità e le brutalità quotidiane.
Come archeologi impegnati nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese, sentiamo l’esigenza e il dovere di esprimerci su quanto accade nella Striscia di Gaza e nel resto della Palestina.
Una rivoluzione che, se aveva fatto scrivere ad una importate testata giornalistica britannica che: «Il capitalismo è morto in Portogallo», aveva avuto però i suoi effetti più sconvolgenti e duraturi in Africa, nei territori un tempo facenti parte dell’”impero” portoghese: Angola, Mozambico, Guinea Bissau e Capo Verde.
Respiro i miei pensieri, non sono io, è un verso di Blessing Calciati, l’ho letto ieri sera ed è perciò che stanotte mi sono svegliato respirando male.
Come i testi clandestini nei sistemi autoritari, questo glossario serve per resistere alla repressione e per non piegarsi a una logica da Stato di polizia che criminalizza il dissenso e assoggetta i diritti alla paura.
A cinque dall’incendio che lo ha distrutto, il documentario porta nel cuore del campo, tra odori, rumori, paure e violenze. Allo stesso tempo offre le coordinate per capire i meccanismi attuali delle brutali politiche europee.
Il tema dell’abitare ha assunto una centralità paragonabile al tema lavoro, nella definizione delle gerarchie sociali e dei destini individuali, dentro le metropoli tardocapitaliste.
Riprendiamo il comunicato del Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure del Piemonte sulla vicenda che vede coinvolto lo Spazio Popolare Neruda.
Riceviamo e pubblichiamo da Taranto per la Palestina: Il porto di Taranto non è complice di genocidio: i nostri mari sono luoghi di liberazione! Domani, la nostra comunità e il nostro territorio torneranno in piazza per ribadire la solidarietà politica alla resistenza palestinese. Taranto rifiuta di essere zona di guerra e complice del genocidio: non […]
Non ci sono parole sufficienti per descrivere l’orrore che ci provoca il massacro di oltre 130 giovani neri, poveri, uccisi dalla polizia di Rio de Janeiro, con la scusa di combattere il narcotraffico.
Martedì 4 novembre a Monza la Rete Lotte Sociali Monza e Brianza e i Collettivi studenteschi di Monza hanno organizzato un corteo “Contro la guerra e chi la produce “.