Arrestato in Turchia Max Zirngast, compagno e giornalista
Martedì scorso alle 5 di mattina la polizia di Erdogan si è presentata ad Ankara all’appartamento di Max Zirngast, compagno e giornalista austriaco in Turchia, e lo ha tratto in arresto assieme a due cittadini del paese.
Max si trovava ad Ankara per completare i propri studi in Scienze Politiche all’Università Tecnica del Medio Oriente. Oltre ai reportage sugli sviluppi politici e sociali locali e la collaborazione a portali di critica radicale come Re:Volt Magazine e Jacobin partecipava a numerose attività nel paese che lo ospitava: dal sostegno alla campagna del partito d’opposizione progressista HDP all’organizzazione di campi estivi per i bambini delle famiglie povere. In un recente editoriale aveva definito “illegittime” le elezioni del giugno scorso, effettivamente manipolate da documentati e plurimi brogli.
Le presunte accuse, ad ora neppure ufficializzate, parlano di “terrorismo”: incriminazione abituale nel paese anatolico contro ogni voce di dissenso alle politiche autoritarie ed imperialiste di Erdogan, ma finora raramente applicata ai cittadini europei. Ricordiamo in merito le altre misure contro i numerosi giornalisti tedeschi con passaporto turco, ma anche il caso di Gabriele del Grande.
Mentre il tiranno di Ankara, riuscito in tal modo a sopprimere ogni libertà di stampa nel suo paese, riceve agibilità dai grandi media come il New York Times ed il Wall Street Journal (dove ha potuto pubblicare liberamente e in prima pagina la sua propaganda), congratulazioni da leader come Orban e fiumi di denaro da banche ed istituzioni europee per finanziare guerra e repressione (e non solo in Turchia ma anche in Siria ed Iraq con il sostegno ai fondamentalisti islamici locali) c’è chi non rinuncia ad opporsi alla sua deriva fascista, e va sostenuto.
Come redazione di Infoaut esprimiamo la nostra solidarietà a Max e ci uniamo alla spinta per la sua immediata liberazione; proponiamo qui di seguito due sue riflessioni su referendum ed elezioni turche, scritte insieme ad altri analisti, che abbiamo tradotto ed ospitato sul nostro portale:
Dieci pensieri sul referendum turco
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