Carceri: da Canton Mombello due lettere di denuncia
Radio Onda d’Urto oggi torna a denunciare la situazione di sovraffollamento di Canton Mombello, il carcere di Brescia.
In redazione sono arrivate due lettere di reclusi. Ampi stralci le trovate in fondo a questo articolo.
Qui sotto, invece, due audio: nel primo la testimonianza di un familiare di un detenuto a Canton Mombello.
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Qui sotto invece le considerazioni di Beppe Corioni, del Comitato per la chiusura del carcere lager di Canton Mombello.
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Qui sotto, invece, le lettere ricevute dalla Redazione di Radio Onda d’Urto
UN SALUTO A TUTTI
Da due mesi sono detenuto nel carcere di Canton Mombello a Brescia per un vecchio reato del 2008. Come viene soprannominato lager è uno dei peggiori e sovraffollati d’Italia: passiamo 20 ore al giorno in una cella di 8 metri quadrati da dividere in quattro. Qui ci sono solo doveri e nessun diritto. Quello che la direzione dovrebbe passare di regola ( prodotti per l’igiene e la pulizia) non arrivano, dobbiamo comprarlo; chi non ha soldi si arrangia così da alimentare il business della spesa, con prezzi maggiorati. Direttrice e brigadieri fanno tanti e tanti soldi con noi, il cibo in cucina è scadente e scaduto, mentre quello buono arriva sulla tavola di chi gestisce il tutto. L’assistenza sanitaria è inadeguata, le paghe per il lavoro interno sono le più basse d’Italia e sei sottoposto a ricatto “ se non ti sta bene c’ sempre uno che è più disperato di te pronto a sostituirti”. Nella palestra e nelle aree ricreative non c’è nulla nemmeno le sedie. Chi tenta di denunciare la situazione agli organi di stampa (facendo passare lettere dall’esterno altrimenti verrebbero censurate) è uno scomodo ed indesiderato e rischia il trasferimento in altri carceri lontani da casa. Gli italiani hanno coscienza di tutto ciò, ma abbiamo troppo da perdere, proporre uno sciopero della spesa sarebbe un biglietto di andata per un altro carcere, magari in Umbria o nelle Marche. La direzione ha i suoi confidenti e spioni in mezzo a noi, sapendo chi promuove queste iniziative. […] Il carcere di Brescia fa venire in mente quegli allevamenti intensivi di polli dove i pennuti sono perennemente rinchiusi in minuscole gabbiette…. il sovraffollamento è un grosso problema, una miscela esplosiva, amplifica ogni piccolo fastidio esasperando i detenuti, le tensioni che si moltiplicano portano a episodi di violenza e autolesionismo [……]
SALVE A TUTTI
per coloro che leggeranno questa lettera sono detenuto nel carcere di Brescia e sto scontando la mia pena con la consapevolezza di aver sbagliato e prendendo coscienza di voler rielaborare la mia vita con obbiettivi positivi e costruttivi, una volta finito di scontare il mio debito con la giustizia. Durante la mia detenzione mi sono prestato a molte iniziative a favore dei detenuti ho umilmente suggerito alle istituzioni delle soluzioni sulle pene alternative nel mondo del volontariato, il tutto divulgato con lettere inviate ai quotidiani locali. Ho partecipato a manifestazioni all’interno del carcere e ho contribuito a raccogliere fondi per il carcere. Ho altresì frequentato un corso per conto di una ditta con la promessa di essere assunto nel giro di 3 mesi. Ma è stata l’ennesima illusione e delusione da parte di chi si prende gioco della dignità dei detenuti. Dopo 4 mesi da quella promessa mi sono preso la libertà di esprimere con una lettera, le mie opinioni sull’operato di chi ha promesso e non ha mantenuto le promesse di lavoro paragonando il millantatore della ditta in questione a Pinocchio: risultato le istituzioni invece che valutare con positività il mio percorso detentivo hanno pensato di inviare alla procura la missiva con la presunta accusa di ingiuria. PAZZESCO! Invece di tenere presente che anche il sottoscritto si è rivolto alla corte europea per i diritti dell’uomo per le condizioni disumane che subisco all’interno di questo vero lager che è Canton Mombello dove sopravvivo in un metro e mezzo quadro, qui si si violano le norme vigenti. Canton Mombello dove è inesistente la rieducazione del detenuto dove dobbiamo convivere con la massiccia presenza di scarafaggi nelle cucine dell’istituto. Ma la giustizia come valuta i detenuti che manifestano, la volontà di cambiamento? Trasferendoli con le motivazioni “ scrive troppo” come sta succedendo con il sottoscritto per comportamento non consono. Con il modus operandi delle istituzioni , qui ti insegnano solo a coltivare odio e guai a chi chiede “ dove è l’opportunità di vivere con dignità?”
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