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È l’Italia che riparte: caccia agli “abusivi” negli autobus
Una caccia all’uomo che suona quantomeno ridicola da parte di aziende che hanno sperperato miliardi in questi anni arrivando addirittura a stampare biglietti falsi per finanziare le campagne elettorali degli amici (do you remember, ATAC?) e che continuano a pagare ai dirigenti stipendi da centinaia di migliaia di euro all’anno.
L’operazione è nascosto dietro uno di quei ridicoli maquillage tipici dell’era Renzi. Il governo agita in contropartita rimborsi del biglietto “in caso di corse cancellate o ritardi dopo mezz’ora se si tratta di mezzi pubblici cittadini o dopo un’ora se la corsa opera a livello locale”. A meno che i problemi non derivino da “eventi imprevedibili”, ovviamente. Con i debiti della PA che ammontano ormai a 70 miliardi di euro ci immaginiamo quanti potranno beneficiare del fantomatico rimborso del biglietto.
Insomma, come al solito, forti con chi non c’ha una lira e deboli con chi specula, corrompe e si mangia i nostri soldi: si chiama legalità.
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