InfoAut
Immagine di copertina per il post

27 luglio: Gran Bretagna bloccata dallo sciopero dei ferrovieri

||||

Ieri 27 luglio, il principale sindacato dei trasporti britannico l’RMT (Union of Rail, Maritime and Transport Workers) e il TSSA (Transport Salaries Staff Association) hanno messo in atto il quarto sciopero in meno di due mesi.

La data di oggi non è casuale, infatti domani si terranno a Birmingham, in linea con la tradizione sciovinista britannica, i giochi del Commonwealth che dovrebbero vedere l’afflusso di decine di migliaia di persone.

La minaccia di perdita di occupati, l’aumento del carico di lavoro e una proposta di aumento salariale per i prossimi due anni giudicata insufficiente sono i tre assi principali che hanno portato alla mobilitazione nazionale. La più partecipata e prolungata nel settore dagli anni 80’.

Dopo la straordinaria adesione di 40 mila lavoratori e lavoratrici all’ultimo sciopero del 25 giugno, il segretario dell’RMT, Mick Lynch, è diventato il protagonista dell’opposizione al governo Tory. Conservatori che, come noto, sono nel pieno della campagna elettorale interna per nominare il successore di Boris Johnson a Downing Street.

La dialettica messa in campo dall’RMT e dal suo segretario non fa una piega:

Il ministero dei trasporti nel piano formulato per rilanciare il settore, prevede nei prossimi anni migliaia di lavoratori in meno, con conseguente maggiore carico di lavoro e un aumento salariale che non è nemmeno metà dell’inflazione in Gran Bretagna, oggi al 9% ma che su base annua rischiare di arrivare a doppia cifra.

Il ministro dei trasporti Grant-Shapps, a fronte di una perdita di viaggiatori del 20% rispetto al pre-Covid e di ingenti investimenti che andranno fatti sulla rete ferroviaria del paese, ha proposto un aumento salariale dell’8% nei prossimi due anni.

Immaginatevi Landini che annunci gloriosi farebbe davanti ad un tale aumento per qualsiasi comparto produttivo del Bel Paese. Invece, l’RMT, schiena dritta, ha spedito la richiesta al mittente definendola insufficiente davanti all’aumento del costo della vista che sta affrontando la classe lavoratrice.

Rispetto al piano di investimenti è interessante sottolineare che una parte di essi sono legati alla necessità di aggiornare la rete ferroviaria in virtù dell’aumento delle temperature in Gran Bretagna. Un esempio plastico, come se ce ne fosse bisogno, per ricordare che il cambiamento climatico e i suoi costi saranno scaricati sui lavoratori.

Il tempo cambia, anzi peggiora, stringete la cinghia.

E allora? Sciopero oggi con 35 mila adesioni su 14 aziende del traporto, numeri che risultano ancora più alti dello sciopero scorso poiché non è stato coinvolto il personale TFL dell’underground londinese.

E ancora, sciopero il 30 il luglio convocato dall’Aslef (Associated Society of Locomotive Engineers and Firemen), e di nuovo scioperi programmati per il 18-19-20 agosto di cui due convocati di nuovo dall’RMT.

Bisognare sottolineare che la segmentazione del trasporto britannico, ossia tante aziende che gestiscono le varie linee, permette a questi diversi sindacati di convocare scioperi su linee differenti che tuttavia hanno spesso tratti ferroviari in comune. Un esempio efficace è il seguente, se scioperano i lavoratori dell’overground londinese anche la linea metropolitana ne risente poiché i due percorsi si intersecano costantemente.

Il risultato è un trasporto a singhiozzo prolungato nel tempo che sta facendo tremare il ministero.

La questione è diventata talmente importante da entrare a gamba tesa nel duello interno ai conservatori per la leadership del partito e la carica di primo ministro. La candidata Liz Truss, ex ministra del commercio, ha annunciato che, in caso di vittoria nella corsa alla leadership, “contrasterà i poteri sindacali al fine di prevenire gli scioperi”.

Mentre il suo oppositore, Rishi Sunak, ex ministro del tesoro, ha affermato che interverrà sulla questione “impedendo ai sindacati di estrema sinistra di tenere in ostaggio i lavoratori”.

Più chiari di così.

E i Labour che fanno? Nemmeno a dirlo l’attuale segretario, Keir Starmer, rappresentante dell’ala moderata (soft left), ha invitato i membri di spicco del suo partito a non simpatizzare con lo sciopero. Dichiarazione che sta portando allo scontro interno e alle critiche della base, infatti gli attivisti stamattina si sono recati alle centinaia di picchetti organizzati dall’RMT.

Per dare un’idea dello scontro, questa mattina il ministro ombra dei trasporti, il labour Sam Tarry, si è recato ad uno dei picchetti al centro di Londra e il segretario Starmer minaccia di cacciarlo dall’esecutivo ombra.

Tutto questo, non avviene in un contesto tranquillo.

L’eurotunnel tra Dover e Calais vive i peggiori disagi dalla sua costruzione a causa della Brexit.

Gli aeroporti inglesi non hanno abbastanza personale per gestire la ripresa dei flussi post-Covid, grazie alla brillante idea delle compagnie di licenziare i lavoratori durante la pandemia.

La primavera è stata caratterizzata da diversi scioperi promossi dal comparto universitario in materia di salari, precarietà e previdenza sociale. https://www.ucu.org.uk/article/12178/UK-universities-to-face-five-more-days-of-strike-action-before-Easter 

FYqqAplX0AcmhoO

Gli insegnanti del mondo della scuola, i lavoratori e lavoratric delle poste e della sanità, seguendo dichiaratamente l’esempio dei ferrovieri, minacciano scioperi invocando aumenti salariali e aumento del personale.

La situazione della sanità pubblica britannica è pessima, 200 mila morti con il Covid a cui vanno sommate 117 mila vittime a causa delle mancate cure ricevute, e la stessa NHS (National Health System) ha pubblicato un report dove dichiara di avere un organico sottodimensionato per circa 30/40 mila unità tra medici, infermieri, e personale sanitario.

Nell’estate britannica più calda dall’inizio delle rilevazioni (40.3 gradi in provincia di Londra), la working class inglese si sta facendo sentire annunciando un autunno ancora più caldo.

Are strikes back?

Riprendiamo di seguito la corrispondenza di Radio Onda d’Urto da Londra:

{mp3remote}https://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2022/07/Dario-da-Londra-sciopero-trasporto.mp3{/mp3remote}

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

ferrovieriGran BretagnascioperoTrasporto pubblico

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Show Israel the red card! Corteo nazionale a Udine

Domani, 14 ottobre, alle 20:45, si giocherà a Udine Italia–Israele, match di qualificazione ai Mondiali 2026. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La giudice federale impedisce a Trump di inviare truppe della Guardia Nazionale a Chicago

Il pendolo tra guerra civile e guerra esterna negli Stati Uniti di Trump oscilla sempre più vorticosamente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Afghanistan e Pakistan, combattimenti alla frontiera con decine di morti

Lungo il confine settentrionale tra Afghanistan e Pakistan si è registrata un’escalation significativa nelle ultime ore, con scontri armati che hanno coinvolto artiglieria pesante e aviazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attivisti della Flotilla rinchiusi nella prigione di Ketziot

Israele trasferisce i volontari sequestrati della Freedom Flotilla alla prigione di Ketziot: cresce l’indignazione internazionale

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: il circo macronista continua

Non si cambia una squadra che perde.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Revolutionary block e The Hague for Palestine: esperienze di lotta al fianco della resistenza palestinese in Olanda

Il 5 ottobre 300.000 persone sono scese in piazza ad Amsterdam alle parole d’ordine di “fermare il genocidio”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

E’ ufficiale il “cessate il fuoco” a Gaza

Il governo israeliano ha ratificato a tarda notte la prima parte del piano Trump con la dura opposizione dei ministri dell’ultra-destra Ben Gvir e Smotrich.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Perù: destituita Dina Boluarte. Il Congresso ha approvato la destituzione presidenziale per «incapacità morale permanente»

Il Congresso del Perù ha destituito la presidente Dina Boluarte. Il Parlamento ha approvato la destituzione presidenziale per “incapacità morale permanente”, con 124 voti a favore e nessuno contrario.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Un milione di corpi in movimento, di bandiere, striscioni, messaggi a pennarello su pezzi di cartone”

Pubblichiamo di seguito il contributo di Nicoletta Dosio in merito al corteo nazionale per la Palestina dello scorso sabato a Roma. Buona lettura!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bambini con armi anticarro: orrore a Palermo al villaggio dell’Esercito

Bambini con armi in mano più grandi di loro, giri sui carri armati, mentre nel maxischermo vengono proiettate immagini di soldati in azione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Aria frizzante. Un punto di vista dalla provincia sulla marea del «Blocchiamo tutto»

Riprendiamo questo ricco contributo di Kamo Modena, in attesa dell’incontro di questo weekend a partire dalla presentazione del documento «La lunga frattura»

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato di solidarietà all3 compagn3 fermate il 22 settembre a Milano: Ettore e Mina liber3 subito!

Ripubblichiamo il comunicato di solidarietà nei confronti di Ettore e Mina, ora agli arresti domiciliari a Milano scritto e pubblicato dal coordinamento cittadino Torino per Gaza

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sullo sciopero generale del 22 settembre una giornata di resistenza e lotta – Milano

Il 22 settembre, in occasione dello sciopero generale nazionale, le piazze di diverse città italiane sono state attraversate da movimenti di massa che hanno dato vita a cortei, scioperi, blocchi e boicottaggi contro la macchina bellica, in solidarietà con il popolo palestinese e contro il genocidio. È stata una giornata fondamentale nella ricomposizione di un […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

To Kill a War Machine. Un documentario su Palestine Action

Palestine Action è un collettivo che da anni porta avanti una campagna di sabotaggi ed iniziative in solidarietà con il popolo palestinese. Di recente il collettivo è stato dichiarato organizzazione terroristica da parte dello stato britannico.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Lavoro: la polizia carica gli operai di Gruppo 8 (FO) in sciopero. Tre lavoratori in ospedale, ma la resistenza continua

Violente cariche di polizia ai cancelli della Gruppo 8 di Forlì, dove i lavoratori sono in sciopero e picchetto supportati dal sindacato di base Sudd Cobas. Da undici giorni lavoratori e sindacalisti presidiano i cancelli della fabbrica del Gruppo 8, azienda che produce divani di lusso che vengono venduti anche a 100mila euro l’uno. Difendono […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

“Senza il contratto, il Paese si blocca”

La lotta dei metalmeccanici per il rinnovo contrattuale non sembra affievolirsi ma anzi dimostra forza e determinazione. Sommando le 8 ore di ieri si arriva a 40 ore di sciopero da quando, più di un anno fa, è saltato il tavolo di trattativa con FEDERMECCANICA, non si vedeva una lotta così aspra dal 1997. Oltre […]

Immagine di copertina per il post
Confluenza

La collina da tutelare: passeggiata No Gronda Est

Riportiamo un breve resoconto della quarta edizione molto partecipata di “La collina da tutelare”, svoltasi domenica 25 maggio tra le colline intorno ad Airali nel chierese, alla quale Confluenza ha partecipato realizzando un’intervista a Carlo Massucco, storico rappresentante del comitato chierese che si oppone da decenni alla costruzione della tangenziale est, oggi denominata “Gronda” (per aggiornamenti : Terre di nessuno).

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Quattro giornate di sciopero nel distretto tessile di Prato. Un primo bilancio degli Strikedays

In quattro giorni, scioperi e picchetti in ventotto fabbriche dello sfruttamento e ventiquattro accordi 8×5 già firmati.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sciopero nazionale contro il ddl Bernini: mobilitazione in tutta Italia delle Assemblee Precarie Universitarie

Ieri in occasione della giornata di sciopero oltre 20 città si sono mobilitate in tutta Italia contro la riforma Bernini, contro i tagli alla ricerca e contro gli investimenti in ottica bellica. Lo sciopero promosso da diversi sindacati (Flc-Cgil, Usi, Cub, Usb, Cobas, Adl Cobas, Clap) ha visto l’attivazione di molti atenei attraverso iniziative di blocco, presidi, cortei e occupazioni, grazie alla mobilitazione delle Assemblee Precarie Universitarie.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sciopero dell’università: contro tagli, precarietà e guerra

Per avere un lavoro stabile nell’università allo stato attuale è richiesto ad ogni lavorator di sopportare tra i 15 e i 20 anni di precarietà lavorativa che costringe ad una vita precaria a 360 gradi.