Emilia: Errani condannato si dimette
Due pesi e due misure. Da una parte un solido blocco di potere integro da 15 anni difficile da sostituire (a maggior ragione dopo due anni di lotte operaie che hanno frontalmente attaccato il sistema cooperativo a firma Pd su tutto il territorio regionale, con i maggiori focolai a Granarolo di Bologna e ad Ikea di Piacenza), dall’altra la necessità, per la propaganda in laguna, di continuare a mostrarsi puliti e legalitari di contro ai corrotti di destra. Noi emiliani sappiamo bene cosa significa Pd, lo sappiamo da studenti medi quando, come recentemente a Modena, le scuole si sbriciolano sulle nostre teste, lo sappiamo da universitari di Bologna passati attraverso la stagione cofferatiana e sbarcati nell’Alma Mater di Dionigi con 1450 posti negli studentati a fronte di 80.000 studenti fuorisede, lo sappiamo da facchini in lotta della logistica bolognesi, modenesi, piacentini, lo sappiamo da precari e disoccupati.
Sappiamo che non è la mela a marcire, ma l’albero nel suo complesso ad essere purulento, strutturato per sé e contro di noi, per il nostro non-welfare. Non vediamo certo questa dimissione come una liberazione, anzi, al contrario la leggiamo come il principio di un ulteriore peggioramento a destra del Pd emiliano. In vista delle probabili elezioni in autunno, tra i candidati più gettonati già figura il buon Giuliano Poletti, l’incarnazione del mitico sessantenne comunista, ex presidente di Legacoop (leggi ex patron del neoschiavismo, padrone infame per migliaia di facchini e facchine) oggi ministro del lavoro (precario). Consci che se una liberazione ci sarà, dovrà essere totale, onnicomprensiva, e verrà da fuori e dal basso, intanto che lassù si passano il testimone, da parte nostra non possiamo che prepararci (senza cadere nella tentazione elettoralistica completamemente inutile ed autoreferenziale) ad una nuova era renziana anche in Emilia (salvo poi exploit 5 stelle come a Livorno, vedremo), ad una comunque coerente ed adeguata stagione di lotta, con una controparte ristrutturata. Ci vediamo nelle piazze.
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