Cosa c’è di più negazionista di inserire un rigassificatore nel decreto alluvione?
E’ così, si stenta a crederci, ma il governo Meloni ha approfittato del decreto sull’alluvione in Emilia Romagna per semplificare l’iter per i nuovi rigassificatori.
Il provvedimento, assieme ad un lunga lista di misure e lo stanziamento di 2 miliardi di euro per soccorrere ed assistere le persone colpite, aggiunge un breve passaggio extra dedicato al settore energetico italiano. Nel dettaglio, il DL Alluvioni qualifica le unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione come opere “di pubblica utilità, indifferibili e urgenti”. E pertanto soggette ad un percorso facilitato.
Tra i rigassificatori acquistati da Snam che beneficeranno del decreto vi è anche l’unità Fsru destinata a Ravenna, tra le zone colpite dalle alluvioni. E’ una tecnica già vista ogni qual volta si verifica un disastro climatico: approfittare della fragilità della popolazione concentrata sul rimettere insieme le proprie vite per imporre un’opera avversata, una legge o delle privatizzazioni. In questo caso si tratta anche di una sorta di bandiera ideologica di questo governo, che con la retorica della sicurezza energetica nazionale, si sta ponendo come un baluardo in difesa delle energie fossili. Dietro il presunto pragmatismo di Meloni e co. vi è il più brutale negazionismo.
Un negazionismo che è pienamente consapevole della crisi climatica e della sua portata, ma che ha come priorità assoluta la conservazione del sistema ed il business as usual. Dunque non si tratta di convincerli che la crisi climatica esiste, ma di mandarli a casa tutti, una volta per tutte.
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