InfoAut
Immagine di copertina per il post

FIFA, chi ha paura di Mohammed Assaf?

di Chiara Cruciati

[Gerusalemme, 15 febbraio 2014, Nena News] – Il sogno palestinese di guadagnarsi il palcoscenico dei Mondiali di calcio brasiliani è evaporato: Mohammed Assaf, il giovane gazawi vincitore dell’edizione 2013 del programma tv Arab Idol, ha ricevuto dalla FIFA il benservito. La Federazione Internazionale di Calcio, guidata da Sepp Baltter che a luglio 2013 aver invitato Assaf a cantare insieme a Shakira all’apertura dei Mondiali 2014, ha fatto un passo indietro.

Lo ha annunciato lo stesso Mohammed in una conferenza stampa tenuta a Gaza: la FIFA ha cancellato la sua performance senza dare ulteriori spiegazioni. A monte, probabilmente, le ingenti pressioni di attori dietro le quinte a cui la presenza di un rifugiato di Gaza – ambasciatore Onu per i profughi palestinesi – su un palcoscenico globale non piaceva affatto.

“Avrei dovuto cantare al Mondiale 2014 – ha detto Assaf – Non voglio accusare nessuno, ma alcune persone, Stati o partiti sono intervenuti e la FIFA ha cancellato la mia canzone. Ci sono tante persone che combattono contro di me, ma non so chi”.

Sembra che Mohammed abbia comunque archiviato il sostegno della cantante Shakira: “Ha rifiutato di cantare se non canterò anche io”. Tanta l’amarezza per le strade palestinesi che lo scorso anno avevano festeggiato per giorni, da Gaza a Ramallah, la vittoria di Assaf ad Arab Idol. Simbolo del popolo palestinese, il giovane aveva scelto le canzoni tradizionali del suo Paese per presentarsi al pubblico arabo. Una vittoria importante che ha subito attirato l’attenzione dei businessman palestinesi, corsi ad accaparrarsi il volto pulito di Assaf per sbatterlo sui cartelloni pubblicitari in tutta la Cisgiordania.

A Israele tanta popolarità non è mai andata giù: lo stesso premier Netanyahu ne aveva parlato in una mail di protesta al segretario di Stato Kerry, in cui affermava che “i bambini palestinesi sono educati all’odio contro gli ebrei, mentre i funzionari palestinesi continuano a chiedere la loro morte”, facendo un espresso riferimento alle performance televisive di Assaf, avvolto nella tradizionale kefiah.

Immediata la reazione dell’Autorità Palestinese che mercoledì ha annunciato che presenterà alla FIFA una richiesta di espulsione di Israele dall’organizzazione internazionale a causa delle violazioni continue e gravi contro gli sportivi palestinesi, a Gaza e in Cisgiordania. Il presidente dell’Associazione Palestinese di Calcio, il falco di Fatah, Jibril Rajoub, ha detto che la richiesta sarà presentata il prossimo giugno: “Israele impedisce al nostro sport di svilupparsi e crescere. Non ci sono segnali di cambiamento nelle loro batterie mentali. Non ci sono cambiamenti sul terreno. Noi siamo membri della FIFA e abbiamo gli stessi diritti degli altri membri”.

tratto da: Nena News

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

calcioFifapalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Il primo vertice antiterrorismo internazionale – Roma 1898

Un evento spesso trascurato dalla storiografia italiana, anche da quella che si è occupata del movimento operaio e delle sue lotte, ma che obbliga a riflettere su una serie di nodi ancora tutti da sciogliere

Immagine di copertina per il post
Culture

Frankenstein, quel mostro nato dalle ombre oscure della guerra

Al mostro viene negato un nome e una individualità, esattamente come al proletariato

Immagine di copertina per il post
Culture

“No Comment”: i Kneecap tornano a colpire con Banksy

Dalla Belfast ribelle al cuore dell’establishment londinese, i Kneecap tornano a colpire.

Immagine di copertina per il post
Culture

Israele sull’orlo dell’abisso

Ilan Pappé, La fine di Israele. Il collasso del sionismo e la pace possibile in Palestina, Fazi Editore, Roma 2025, pp. 287

Immagine di copertina per il post
Culture

Se la Cina ha vinto

Se l’obiettivo di un titolo apodittico come “La Cina ha vinto” è convincere il lettore della validità della propria tesi, Alessandro Aresu vi riesce pienamente.

Immagine di copertina per il post
Culture

Mala tempora currunt

Don’t let this shakes go on,It’s time we have a break from itIt’s time we had some leaveWe’ve been livin’ in the flames,We’ve been eatin’ out our brainsOh, please, don’t let these shakes go on(Veteran of the Psychic Wars, 1981 –Testo: Michael Moorcock. Musica: Blue Oyster Cult) di Sandro Moiso, da Carmilla Che per l’Occidente […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Bolivia in fiamme: dentro un ecocidio latinoamericano

Bolivia Burning: Inside a Latin American Ecocide è un documentario di 52 minuti di The Gecko Project che porta gli spettatori all’interno di una delle crisi ambientali più sottovalutate al mondo: la rapida distruzione delle foreste in Bolivia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Scolpire il tempo, seminare il vento, creare antagonismo

Siamo la natura che si ribella!, ammonisce con efficace sintesi uno striscione no-tav esprimendo un radicale antagonismo nei confronti del mortifero sfruttamento capitalista patito dall’essere umano e dalla natura, di cui è parte.

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.

Immagine di copertina per il post
Culture

Sport e dintorni – A proposito di Italia-Israele di calcio e della neutralità dello sport

La retorica dello sport come ambito da mantenersi separato dal resto della realtà presuppone che quanti lo praticano o lo seguono operino una sorta di momentanea sospensione dal mondo a cui pure appartengono, sospensione che riappacifica, durante le gare, le conflittualità e le brutalità quotidiane.

Immagine di copertina per il post
Formazione

HUB DI PACE: il piano coloniale delle università pisane a Gaza

I tre atenei di Pisa – l’Università, la Scuola Normale Superiore e la Scuola superiore Sant’Anna – riuniti con l’arcivescovo nell’aula Magna storica della Sapienza, come un cerbero a quattro teste.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Fogli di via da Ronchi: la rappresaglia per il corteo del 13 settembre scorso

In una fase in cui il movimento per la Palestina ha attenuato la sua mobilitazione e pressione, la macchina burocratico-repressiva continua a funzionare a pieno ritmo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: Assemblea Popolare del coordinamento cittadino Torino per Gaza

Pubblichiamo il comunicato di invito all’assemblea popolare di Torino per Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: “Show Israel the Red Card”. Il 21 novembre la manifestazione contro la partita di basket Virtus-Maccabi Tel Aviv

Venerdì 21 novembre a Bologna è prevista la partita di basket di Eurolega tra Virtus e Maccabi Tel Aviv, la cui curva è nota per le sue idee suprematiste e razziste.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Mobilitazione studentesca in decine di città contro il riarmo per scuola e formazione

Contro l’escalation bellica, per la Palestina e non solo, ieri, venerdì, è stato sciopero studentesco in decine di città italiane

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cameri: manifestazione contro Leonardo e le fabbriche di morte del governo italiano

Il Coordinamento Novara per la Palestina e altre realtà locali hanno organizzato per sabato 15 novembre una manifestazione che partirà dal centro città di Cameri per poi giungere sino alla base militare di Cameri in provincia di Novara composta dall’aeroporto militare e da due stabilimenti Leonardo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Youtube ha cancellato silenziosamente oltre 700 video che documentano le violazioni dei diritti umani da parte di Israele

Il gigante della tecnologia ha cancellato i canali YouTube di tre importanti gruppi palestinesi per i diritti umani, una capitolazione alle sanzioni di Trump.