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Fine di una storia, la storia continua. Ultimo saluto a Prospero Gallinari

A centinaia sono arrivati nel cimitero di Coviolo per rendere l’estremo saluto a Prospero Gallinari, mentre la neve scendeva dal cielo e la temperatura arrivava vicina allo zero i suoi compagni di lotta hanno portato sulle spalle la bara fino al vicino tempio crematorio. Un funerale “asciutto” quello di “Gallo”, pochi fiori e poche bandiere, un solo striscione “la rivoluzione è un fiore che non muore”, ma in compenso tantissime persone, venute da tutta italia, molti i giovani che hanno seguito la marcia funebre insieme agli ex militanti della sinistra rivoluzionaria ma anche molta gente “comune” che conosceva Prospero per aver diviso con lui l’infanzia nelle campagne di Reggio Emilia. Il ricordo pubblico ad opera dei suoi compagni è stato uno dei momenti più commoventi, “Noi non eravamo terroristi” grida Tonino Paroli e continua “io credo che sia ancora giusto lottare per un mondo migliore”, Sante Notarnicola gli dedica una sua poesia ricordando con Prospero “tutta la generazione degli anni 50 e 60”, Oreste Scalzone grida “Prospero è un uomo che non si è mai fatto estorcere una confessione di innocenza” poi intona l’internazionale e tutti i presenti cantano alzando il pugno al cielo e urlando a fine canzone “Prospero è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai!

 

Tutti i presenti hanno poi sfilato davanti al feretro, prima di congedarsi, tutti controllati dall’occhio vigile della digos che ha provveduto a filmare i presenti sia al corteo funebre, che alle stazioni ferroviarie di Reggio Emilia e di Bologna. Forte anche la presenza dei giornalisti che soprattutto ai più giovani chiedevano cosa li avessi spinti a venire al quel funerale. Fa anche specie la “sorpresa” di alcuni media nel riscontrare la presenza di Renato Curcio e gli altri ex brigatisti, come se la storia delle brigate rosse oltre che politica e giudiziaria non fosse anche una vicenda umana, fatta di legami di sangue tra uomini e donne che hanno condiviso tutto, soprattutto gli anni di carcere.

E sono proprio i vecchi militanti che ricordano vari aneddoti di lotta e prigionia in cui Prospero Gallinari era protagonista, rimarcandone l’estrema umiltà e coerenza, valori che hanno portato anche centinaia di giovani ad alzare il pugno davanti alla sua bara.

Ciao Contadino nella metropoli, che la terra ti sia lieve!

 

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