Guantanamo. Detenuti in sciopero della fame
Un segnale delle condizioni disumane in cui i prigionieri vengono tenuti, della frustrazione e disperazione che li attanaglia, della rabbia contro un sistema che non sembra dar loro una via d’uscita.
Secondo fonti del Pentagono sarebbero 31 i detenuti ufficialmente in sciopero della fame ma gli avvocati difensori e i rappresentanti delle associazioni per i diritti umani sostengono che lo sciopero coinvolge ormai la maggior parte dei 166 prigionieri. Di questi 3 sono stati ricoverati in ospedale, in dieci sono stati nutriti a forza e diversi avrebbero perso circa 15 chili.
La protesta è cominciata il 6 febbraio dopo un’ispezione di routine, durante la quale, hanno riferito i detenuti, le guardie hanno rovistato tra le copie del Corano, il libro sacro dei musulmani con un atto considerato una profanazione religiosa, una delle tante vessazioni che i prigionieri sono costretti a subire. Al centro della protesta proprio le condizioni di vita nel carcere, i continui maltrattamenti, le durissime misure disciplinari, la reclusione a tempo indefinito e la detenzione senza accuse a carico.
Inoltre a scatenare la ribellione pacifica la mancata promessa di Obama che appena eletto aveva parlato dell’intenzione di chiudere Guantanamo. Anche i vertici militari hanno dovuto ammettere che i prigionieri del carcere più tristemente famoso al mondo sono devastati perché Obama, al suo secondo insediamento, “non ha proprio nulla sulla chiusura del carcere e non ha riassegnato l’incarico di inviato speciale per la chiusura del campo di detenzione (Daniel Fried ha ricevuto un altro incarico, lasciando scoperto il posto, ndr)”.
La possibilità di chiudere Guantanamo sembra ormai svanita, al contrario, ci sarebbe un progetto al vaglio del Pentagono che prevede una spesa di quasi 200 milioni di dollari per la ristrutturazione e per costruire un nuovo carcere per i detenuti ritenuti più pericolosi.
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