InfoAut
Immagine di copertina per il post

Irlanda del Nord. Il conflitto ai tempi dell’austerity

In virtù di ciò, voglio qui problematizzare un punto che il discorso romantico/militante, legittimo ma egemone nella narrazione estera, tende a sottovalutare.

Il punto riguarda il problema della rappresentanza politica. Sebbene i partiti politici nordirlandesi siano per la quasi totalità polarizzati secondo la divisione etnoculturale che ha contraddistinto la storia di questo paese, non esiste all’interno delle due comunità di riferimento una stessa simmetricità nelle proposte. Il partito numericamente più rilevante che va, sia in termini di intenzioni che di elettorato reale, oltre il sectarian divide è l’Alliance Party. Con un programma liberal democratico, l’Alliance Party fa riferimento ad una classe medio alta liberal e non va oltre l’8/9 %. Green Party, Socialist Party e Workers’ Party si rivolgono anche essi ad entrambe le comunità, hanno programmi più o meno di richiamo socialista e ambientalista, ma il più popolare di questi supera a stento l’1%. Con queste fazioni si esaurisce l’offerta dei partiti che vanno oltre la divisione comunitaria, sebbene un discorso a parte vada fatto per lo UKIP, che, pur non entrando nel merito di tale divisione, ha un’impostazione ovviamente britannocentrica. Entrando, a questo punto, nell’elettorato cattolico/nazionalista/repubblicano, abbiamo la presenza egemonica di Sinn Fein e Social Democratic Labour Party (SDLP), rispettivamente intorno al 25 e 14%. Si può discutere a lungo sulla loro collocazione nello spettro dell’ideologia politica, ma resta il fatto che ad un programma, come quello dello Sinn Feinn, adesso più orientato alla difesa del welfare state e più sensibile alle questioni dei diritti civili, ma anche alla divisione etnoculturale, corrisponda un elettorato proveniente dalle classi medio basse cattoliche repubblicane, mentre ad un programma più liberal democratico, meno attratto dalla divisione comunitaria, sebbene di ferma ispirazione cattolica, corrisponda un elettorato di classe medio alta. Passando alla parte protestante/unionista/lealista, i due maggiori partiti, Democratic Unionist Party (DUP) e Ulster Unionist Party (UUP) sono apertamente in linea con la dottrina neo liberista, in economia, e conservatrice, nei valori, del Conservative Party UK. In virtù dell’economia del mio ragionamento, la cosa importante da notare è che la working class e le classi medio basse protestanti sono la cassaforte dei voti del più conservatore, ma ugualmente demolitore del welfare state, dei due partiti, il DUP, che, aggirandosi sopra il 25%, è anche il primo partito dell’Irlanda del Nord. Mentre l’UUP, con un potenziale intorno al 15%, si richiama alle classi più alte della comunità unionista, un piccolo partito, il Traditional Unionist Voice (TUV), raccoglie un elettorato di poco minore del 3% rovistando nella parte più bigotta, tradizionalista, razzista ma anche ricca dell’unionismo protestante. Una menzione a parte va fatta per il Progressive Unionist Party che, sebbene non abbia una rilevanza nazionale, ha spesso riscontrato buone performances nelle zone più deprivate e lealiste di Belfast. Di originaria ispirazione socialista – ammesso che possa, il socialismo, accompagnarsi ad il braccio politico del paramilitarismo lealista – con David Ervine, il nuovo PUP di Billy Hutchinson si è ridotto ad abbracciare esclusivamente le battaglie simbolico settarie (come quella sulla Union Jack) di gruppuscoli lealisti.  Nuova, ma interessante in prospettiva, sebbene limitata e non a respiro nazionale, è l’esperienza della piattaforma di sinistra, anti-austerity e cross comunitaria, People Before Profit, che è riuscita nelle ultime amministrative a far eleggere, a Belfast, il giovane Gerry Carroll come consigliere comunale.

Da questo quadro, che non ha la presunzione di essere esaustivo della complessità politica del paese, emergono due punti importanti. Da una parte si nota la debolezza dei partiti di richiamo cross-comunitario, dall’altra emerge la drammatica divisione delle classi subalterne della società, che addirittura nel caso della comunità protestante/unionista/lealista non hanno un naturale referente politico e, paradossalmente, sostengono il partito più elitario e conservatore di tutto il Regno Unito.

In un contesto politico così composto, non solo la trasformazione della società rimane arenata nel sectarian divide e il conflitto interetnico non si risolve in quella positive peace di galtunghiana memoria, ma la polarizzazione delle classi subalterne neutralizza la possibiltà di qualsiasi opposizione sociale alle politiche elitarie di Cameron & Osborne, implementate dall’esecutivo di Stormont, tuttora profondamente sotto il ricatto delle forze più bigotte e conservatrici.

Da questa analisi emerge, a mio avviso, una domanda tanto importante quanto delicata. Quanto rilevante è, in termini di rivoluzionamento dei rapporti di forza tra classi, da parte dei movimenti della galassia repubblicana (tipo éirígí), ma di respiro genuinamente socialista, continuare a mettere in primo piano l’indipendenza dell’isola e, quindi necessariamente, a differenza del caso scozzese, il conflitto comunitario?

Elaborare una risposta a questa domanda all’interno del setting specifico nordirlandese non è facile. Il tessuto sociale è ancora troppo lacerato dai colpi di un conflitto durato Trent’anni, le narrative etniche fanno leva ancora molto sui traumi e le perdite delle due comunità, ma la sfida per i movimenti e i partiti che si battono contro austerità e neoliberismo si gioca, a mio avviso, sulla trasformazione del conflitto interetnico in conflitto sociale. La sfida nordirlandese è una sfida enorme, ma nella tematizzazione della stessa c’è del materiale di riflessione per tutti i movimenti europei. La formulazione di questa sfida è il motivo per cui questo articolo ha voluto essere meno romantico degli importanti ma reiterati tributi a grandi personaggi, quale Bobby Sands, o dei racconti sulla Belfast dei murales.

 

da Senza Soste, Aureliano Xeneizes

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

conflittoirlandairlanda del nord

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

E’ uno sporco lavoro / 2: assassinare i brigatisti non è reato

Andrea Casazza, Gli imprendibili. Storia della colonna simbolo delle Brigate Rosse (nuova edizione), DeriveApprodi, Bologna 2025. di Sandro Moiso, da Carmilla Più volte su Carmillaonline chi qui scrive ha avuto occasione di annotare come siano ormai numerosissime le storie e le testimonianze riguardanti l’esperienza della lotta armata condotta in Italia da formazioni di sinistra di vario genere. […]

Immagine di copertina per il post
Culture

In uscita il manuale di magia No Tav!

È uscito il Manuale di magia No TAV!, firmato da Mariano Tomatis e Spokkio per Eris Edizioni (2025): al tempo stesso una guida illustrata, un piccolo libro di incanti e un fumetto resistente.

Immagine di copertina per il post
Culture

Alta Felicità 2025: tre giorni di lotta, cultura e partecipazione popolare!

Un’occasione in cui la musica, l’approfondimento politico e la convivialità si intrecciano per dare spazio a pratiche di resistenza, solidarietà e immaginare alternative concrete.

Immagine di copertina per il post
Culture

Leggere la Cina è capire il mondo

Non è semplice, in un periodo di attacco agli atenei e al pensiero non mainstream, trovare studi sulla Cina sottratti al paradigma “noi e loro”.

Immagine di copertina per il post
Culture

«Banditi» per necessità ovvero la Resistenza così come fu

«Una nuova retorica patriottarda o pseudo-liberale non venga ad esaltare la formazione dei purissimi eroi: siamo quel che siamo: […] gli uomini sono uomini»

Immagine di copertina per il post
Culture

Combattere per poter combattere. Storia del pugilato femminile

Nel mondo sportivo attuale la differenza tra ambito maschile e ambito femminile è ancora accentuata sotto molti punti di vista.

Immagine di copertina per il post
Culture

Blackout Fest 2025!

Dal 13 al 15 Giugno a Manituana (Torino)
Torna la festa dell’unica radio libera dell’etere torinese, qui il programma da Radio Blackout.

Immagine di copertina per il post
Culture

L’Eternauta: neve letale su Javier Milei

C’era molta attesa per l’uscita della serie Netflix tratta da L’Eternauta, il capolavoro del fumetto di fantascienza scritto da Héctor Oesterheld, disegnato da Francisco Solano López, e pubblicato sul periodico argentino Hora Cero Suplemento Semanal dal 1957 al 1959, poi ristampato nel 1961 su testata omonima.

Immagine di copertina per il post
Culture

Alcune riflessioni sulla natura e sulla guerra dei contadini tedeschi

Nel 1525 gran parte dell’Europa centrale è stata infiammata da una rivolta sociale: i contadini si sollevarono contro coloro che governavano le loro vite.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il nuovo Papa: perché chiamarsi Leone?

Son stati scritti fiumi di parole sull’esito inatteso del conclave e anche sulla ripresa di un nome desueto da oltre un secolo Leone, dicendo troppe banalità.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il gruppo rap nordirlandese Kneecap è indagato dall’antiterrorismo inglese per il sostegno alla Palestina

In Irlanda del Nord i Kneecap, gruppo rap di Belfast, sono indagati dall’antiterrorismo britannico per il loro sostegno alla Palestina. Tutto è iniziato quando il trio hip-hop nordirlandese si è esibito sul palco del Coachella, festival annuale seguitissimo negli Stati Uniti. “Israel is committing genocide against the Palestinian people… It is being enabled by the […]

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Guerre, transizioni ecologiche ed estrattivismi: un’analisi critica del presente

Proponiamo una prima parte del dibattito dal titolo “Guerre, transizioni ecologiche ed estrattivismi: un’analisi critica del presente” che si è tenuto a settembre a Venaus in occasione del campeggio di Ecologia Politica Network.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Irlanda: intervista a Danny Morrison, segretario del Bobby Sands Trust

Radio Onda d’Urto intervista Danny Morrison, 71 anni, nato e cresciuto a Belfast, figura storica del movimento repubblicano irlandese e protagonista di diverse fasi cruciali della storia dei Troubles.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I prigionieri repubblicani iniziano 24 ore di sciopero della fame a sostegno dei detenuti palestinesi.

I prigionieri repubblicani di tutta l’Irlanda si apprestano a fare uno sciopero della fame di un giorno, venerdì, a sostegno dei palestinesi attualmente detenuti nelle carceri israeliane.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Irlanda del Nord: disordini contro l’operazione di polizia anti-IRA

Sedici agenti di polizia sono rimasti gravemente feriti in seguito ai disordini scoppiati nella città nordirlandese di Derry, dopo essere stati colpiti da mattoni, vernice e molotov nella zona di Stewarts Terrace, a Rosemount.

Immagine di copertina per il post
Storia di Classe

1971: LA STRAGE DI BALLYMURPHY

Belfast. 52 anni fa, il 9 agosto 1971, il governo locale dell’Irlanda del Nord, d’accordo con Londra, introduceva l’internamento senza processo.

Immagine di copertina per il post
Culture

Sinéad O’Connor, cantante irlandese pro-Palestina, muore all’età di 56 anni

O’Connor, conosciuta per il suo successo del 1990 “Nothing Compares 2 U“, era nota anche per il suo attivismo politico ed il suo sostegno alla causa palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Irlanda del Nord: condannata una militante repubblicana

Tra questioni irrisolte e repressione del dissenso, come procede in Irlanda del Nord? In mancanza di chiarimenti da parte degli “addetti ai lavori”, cerchiamo di orientarci.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Irlanda: False Flag

Il termine “false flag” ha origine nel XVI secolo, quando una nave da guerra che si avvicinava al nemico issava una bandiera fasulla per travisare la sua vera fedeltà.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Irlanda del Nord: a 25 anni dagli accordi di pace del Venerdì Santo

Il parlamento nordirlandese di Stormont continua a vivere lo stallo dettato dagli unionisti che non vogliono fare i conti con la vittoria elettorale dello Sinn Fein. In contemporanea con l’arrivo di Biden e Sunak nell’isola sono cresciute nuovamente le tensioni.