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L’enorme successo della Diada catalana, nonostante le provocazioni neofasciste

Sfortunatamente, questa Diada è stata vista anche come un’occasione per la piattaforma “España en Marcha” per mettere in atto la sua prima azione violenta contro l’indipendenza catalana. I fattori che normalmente vengono elencati per spiegare perché i gruppuscoli di estrema destra spagnoli non siano usciti dalla loro irrilevanza negli ultimi decenni sono la mancanza di unità e la frammentazione ideologica.  Pochi mesi fa, però, alcuni di questi gruppi hanno trovato lo strumento migliore per superare queste differenze: un nemico comune, il quale è stato subito identificato con la sovranità catalana. Di fronte ad essa, la Falange-FE (uno dei vari gruppi che rivendicano l’eredità del partito fondato da José Antonio Primo de Rivera), Democracia Nacional, Alianza Nacional, Nudo Patriota Español e il Movimiento Patriota Español-Acción Juvenil Española hanno iniziato a organizzare eventi congiunti sotto l’ombrello di una nuova piattaforma: “España en Marcha”. A Madrid l’attacco neofascista diretto da Pedro Chaparro, di Democracia Nacional Joven (DNJ), ha portato all’interruzione della cerimonia. Il fatto curioso è che solo un mese e mezzo fa, Chaparro ha tenuto una conferenza presso la “Librería Europa” di Barcellona protetto dai Mossos (la polizia autonoma catalana). Il gruppo neofascista ha preso d’assalto la sede della delegazione della Generalitat di Madrid verso le sette e mezza della sera dell’11 di settembre al grido di “Non ci inganneranno, la Catalogna è Spagna”. All’aggressione hanno preso parte anche il capo nazionale de La Falange e simpatizzanti di Alianza Nacional. I neofascisti si sono fatti strada spintonando il pubblico per arrivare al palco; e, una volta arrivati, hanno lanciato la bandiera catalana a terra. Dopo pochi istanti se ne sono andati lanciando gas lacrimogeni e, secondo i partecipanti, gridando “catalanidad se hispanidad” (“essere catalani è essere spagnoli”): uno slogan ampiamente utilizzato dal neonazista Casal Tramuntana di Barcellona. Diverse persone sono rimaste leggermente ferite dopo l’attacco.

La piattaforma “España en Marcha” è stata lanciata durante una cerimonia in un hotel a Madrid il 3 marzo scorso e all’evento hanno partecipato i capi dei gruppuscoli neofascisti con i loro adepti. Ora i seguaci della piattaforma affermano che le loro azioni non termineranno qui: il 28 di questo mese hanno in programma un rogo di bandiere a Madrid e il 12 ottobre assicurano che saranno addirittura a Barcellona.

E se non bastavano i mostri spagnoli, si sono aggiunti anche quelli italiani: il giorno dopo la straordinaria manifestazione catalana, Umberto Bossi è stato ripreso con una maglietta con la bandiera catalana. Una vera e propria strumentalizzazione di una lotta, che dura da più di tre secoli, che ha nulla a che vedere con un partito di estrema destra, xenofobo e omofobo.

Gli attivisti catalani hanno preso immediatamente le distanze da questo gesto di Bossi, scrivendo un comunicato inequivocabile che pubblichiamo di seguito:

“A l’ANC ens ha sorprés i preocupat molt veure la foto dels diputats de la Lega Nord vestits amb samarretes amb l’estelada el dia de la Diada, com ha suposat suport de solidarietat amb la nostra causa. Volem deixar clar que ens sentim al pol oposat d’aquest partit politic ultradretà i xenòfob i ens en desmarquem publicament, per això us demanem que compartint aquest “post” en les vostres pàgines ens ajudeu a fer bona informacio.
L’ANC è rimasta sorpresa e molto preoccupata nel vedere la foto dei membri della Lega Nord indossando magliette con la estelada (la bandiera catalana indipendentista) il giorno della Diada, come segno di solidarietà con l’indipendenza della Catalogna.
Vogliamo chiarire che noi ci sentiamo al polo opposto di questo partito politico italiano di estrema destra, xenofobo e omofobo e rifiutiamo pubblicamente qualsiasi avvicinamento, per cui vi chiediamo di condividere questo “post” nelle vostre pagine di Facebook per aiutarci a dare informazioni corrette e chiare”.

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