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Lettera di Lollo dal carcere di Milano

La settimana scorsa, in piena notte, con un mandato di perquisizione e due custodie cautelari in carcere io e un altro compagno (Simone, uno studente di Scienze Politiche) veniamo portati a San Vittore. I fatti per cui è stata aperta l’inchiesta riguardano una (o più risse) avvenute sei mesi fa durante una festa serale autorganizzata da studenti alla Statale di Milano. Nella totalità l’imputazioni sono: violenza aggravata e lesioni con parecchie aggravanti e restano indagate circa 20 persone ignote.

Per quello che so, avendo visto qua dentro qualche tg regionale e un paio di articoli di giornale c’è stata una criminalizzazione su di noi molto pesante. Inoltre, un uso strumentale giornalistico sulle lotte studentesche e la “questione” Notav. Di fatto c’è un uso distorto su questa lite e spostato su un metro politico accostando il tutto alle università in lotta e alla Val Susa.

Non faccio “l’indignato speciale” ma oltre a urtarmi i nervi lo reputo grave e a mio avviso va rispedito tutto al mittente. Non ho notizie di Simone, non avendolo ancora incrociato e so giusto che abbiamo avuto il divieto di incontro. Spero stia bene, nonostante la dura settimana.

Abbiamo avuto l’interrogatorio il secondo o terzo giorno. Io, per ora, mi sono avvalso della facoltà di non rispondere rilasciando però una dichiarazione spontanea. In breve… da una parte, il forte dispiacere per il ragazzo che si è fatto male (ho appreso dai faldoni che ha avuto 60 giorni di prognosi e un intervento chirurgico); dall’altra, il modo in cui i fatti sono stati riportati ribadendo la mia totale  estraneità ai fatti. Non mi dilungo sulle stranezze e anomalie che ho letto…queste saranno cose banali ma a volte dire l’ovvio lo ritengo giusto.

Qui, al raggio dove mi trovo, abbiamo sentito un presidio – saluto chi era fuori la sera di giovedì e mi ha fatto molto piacere – . La quantità di posta che sto ricevendo poi mi rafforza e mi dimostra davvero affetto, vicinanza e solidarietà. Questo, unito a bei gesti di umanità che ho ricevuto qui dentro: dai carcerati, of course!

Il morale è alto e la determinazione quella di sempre. Per ora vi saluto, un abbraccio forte ai compagni/e di Askatasuna e alla Valle che resiste.

Hasta siempre!

P.s.

Un grazie a chiunque mi abbia scritto (appena riesco risponderò a tutti/e)

Lollo

Milano 10/09/2013

 

 

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