Metropolis, l’Università in movimento
Metropolis ha spesso cambiato forma nel passare del tempo e si è adattata alle fasi di lotta che il movimento studentesco universitario attraversava. Oggi parlare di uno strumento come Metropolis vuol dire guardarlo nel totale delle sue potenzialità, non soffermandosi esclusivamente ai suoi aspetti più ludici e aggregativi ma valutandone la forte politicità. In questo senso Metropolis non è solo concerti e dibattiti all’interno dell’università, ma bensì pratica potenziale di incompatibilità con quelle che sono le strutture universitarie e le loro strategie nel campo della formazione. Il movimento No Gelmini in sostanza ci ha insegnato che parlare di riforma dell’università significa anche parlare di crisi, di ristrutturazione delle forme e delle strutture universitarie dentro la crisi, significa parlare di precarietà, di individualizzazione. Ma ci ha insegnato altrettanto con i suoi limiti, dimostrandoci che dove una lotta si classifica esclusivamente in una dinamica di resistenza e di difesa del pubblico, non in una di attacco è destinata facilmente a perdere. Da questi limiti tocca oggi ripartire, ben consapevoli che non ci sono più riforme da sconfiggere, ma altrettanto consapevoli che lo spazio dell’università, e della crisi che si riversa sull’università e sui suoi studenti non è affatto chiuso.
L’insoddisfazione che serpeggia tra chi questa università la vive è chiara e evidente, un sapere dequalificato, una didattica lacunosa e antica, un’esamificio dove conta solo il voto che in cinque minuti di interrogatorio il professore di turno segna sul libretto, un posto dove è sempre più difficile tessere relazioni sociali, immaginare anche solo per onestà intellettuale forme di dibattito tra studenti e insegnanti. Niente di tutto questo è possibile. Senza dimenticare poi l’aumento di tasse, la distruzione del sistema di welfare che regge la possibilità di istruzione di molti studenti con i tagli spropositati a borse di studio e servizi. In questo senso oggi non basta difendere l’università, ma è necessario ribaltarla, far saltare il tavolo, immaginare esperienze di incompatibilità, di contro-università in grado di sviluppare rapporti di forza che permettano realmente di cambiarla dal basso, di trasformarla come noi studenti, collettivamente vorremmo che fosse.
Metropolis si inserisce in questo solco, certamente non è che un tentativo, uno scorcio sul possibile, ma guardare al di là può già voler dire iniziare a costruirlo insieme. Non c’è nessuna velleità di sostituirsi a questa università in questo percorso, ma piuttosto la voglia di rovesciarla, dentro e contro la crisi. Per questo Metropolis parla anche di reddito quando propone pranzi popolari, ma parla soprattutto di socialità alternativa, di riconquista e trasformazione degli spazi universitari quando propone concerti e aperitivi musicali, parla di contro-cultura quando viene attraversata da dibattiti e saperi. Metropolis è anche quel territorio dove immaginiamo alcuni fili di connessione tra la metropoli torinese e le sue contraddizioni e l’università, non dimenticandoci quanto questa faccia totalmente parte dei meccanismi e dei dispositivi che comandano la città. Metropolis è molte cose, e da quest’anno diventerà un percorso, non più un evento singolo all’inizio dell’anno universitario, ma una proposta in movimento, per il movimento.
Metropolis, all’assalto dell’università!
Collettivo Universitario Autonomo – Torino – cuatorino.org
Il programma della due giorni a Palazzo Nuovo:
– martedì 23 ottobre
ore 13 pranzo popolare
ore 16 presentazione Rise up 2.0, fanzine autonoma
ore 19 Zerocalcare presenta il suo nuovo libro: ‘Un polpo alla gola’
ore 20 apericena musicale con djset
ore 22 live show del Signor K da Bergamo
– mercoledì 24 ottobre
ore 13 pranzo popolare
ore 15 mostre autoprodotte
ore 17:30 incontro con Guido Viale (workshop su crisi, reddito, lavoro, ambiente e nocività)
ore 22 djset by dj Grissino, Vinilla project, dj Koma
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