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Per il PD è una nuova sconfitta elettorale: Renzi sempre meno forte

Da segnalare è in primis il dato dell’astensionismo, che ancora una volta ha fatto registrare cifre sopra il 50%; in questo è evidente l’influsso delle vicende giudiziarie romane, che nonostante le parole di Orfini rispetto alla rigenerazione in corso del partito, hanno sicuramente convinto molti elettori PD a non dare più supporto elettorale ad un partito sempre più percepito come distante dagli interessi popolari e la cui rottamazione è stata fondamentalmente inesistente.

Il PD, evidentemente colpito dagli effetti di temi come il perdurare della crisi economica , il dibattito sulla riforma della scuola e la vergognosa gestione di quanto succede in queste ore alla frontiera tra Italia e Francia, perde, oltre che in città come Nuoro, Arezzo e Matera, soprattutto a Venezia dove governava da vent’anni.

Nel ballottaggio relativo alla città ligure correva sì un candidato esponente della corrente civatiana (cosa che ha spinto diversi quotidiani a scrivere di una minima soddisfazione da parte del premier), ma si è evidenziato ulteriormente come la spinta renziana sia ormai terminata soprattutto in riguardo al progetto dello svuotamento della “destra moderata” che era alla base del Partito della Nazione.

Se la sconfitta del PD deriva anche dal fatto che la precedente giunta a guida dem era stata costretta alle dimissioni dallo scandalo Mose, è sempre più chiaro come la tendenza vada oltre la contingenza. Nuovi sondaggi elettorali continuano ad attestare la crescita relativa di M5s e Lega Nord, ed è in particolare ciò che accade nella parte settentrionale del Paese a destare l’imbarazzo di Renzi and company, dato che un centrodestra ai minimi storici e attestato sulle posizioni non certo moderate di Salvini è riuscito a conquistare 5 ballottaggi su 5.

Se si andasse al voto con il tanto sbandierato Italicum, la vittoria di Renzi non sarebbe assolutamente sicura..si apre così un periodo politico ai livelli istituzionali nel quale tante novità potrebbero essere all’ordine del giorno, in quadro sempre più delegittimato e frammentato, e dove per i movimenti può esserci senza dubbio spazio di inserimento e di mobilitazione.

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