InfoAut
Immagine di copertina per il post

Quando anche le assenze lottano

In generale mi è sembrata una fiera atipica, in cui il lezzo della crisi era immediatamente percepibile. In questo, la maggioranza degli editori non sembra mostrare pudore né lungimiranza: si punta sul caso del momento, pompandolo a dovere ed esaurendolo per poi rimpiazzarlo. Facendo insomma malaeconomia.

Nonostante questo c’è chi non si adegua e resiste. Alle 13 di sabato, ho avuto il piacere di assistere alla presentazione di un libro importante: New York Regina Underground, scritto da Davide Grasso ed edito da Stilo Editrice.

Davide Grasso alla sua presentazione non c’era.

Il motivo è semplice: è latitante.

La causa per cui è costretto a esserlo è invece assurda, stupida, inconcepibile: la procura di Torino ha ordinato il suo arresto (lo scorso autunno) per essersi macchiato di un crimine evidentemente considerato orribile nel nostro Paese: manifestare e occupare (per circa un’ora) gli uffici della Geovalsusa, azienda legata al cantiere TAV di Chiomonte.

E mentre nel nostro Paese un pedofilo incallito e spietato come il cardinale O’Brien se la cava con uno scappellotto ricevuto dalla mano di Papa Francesco (per poi essere spedito a Mikonos o a San Francisco avendo pure la faccia, diciamo tosta, di avanzare la richiesta di portare con sé un rosario e un chierichetto…), un ragazzo che lotta perché la propria società non puzzi di marcio rischia di essere sbattuto in carcere.

Mentre da una parte il Papa, certamente in ottima fede, tranquillizza i pedofili di tutto il mondo (perché se per un simile crimine si paga lo scotto che pagherebbe un bambino sorpreso con le mani nella marmellata, di certo la pena non è un deterrente), dall’altra c’è uno Stato che educa al terrore della disobbedienza, uno Stato che opprime e perseguita i suoi cittadini rendendoli sudditi quando questi mostrano di trovarsi, e a ragione, in totale disaccordo col suo operato.
Uno Stato che non sa dialogare è un antistato. È una dittatura.

Nella nostra bella Italia Democratica, Berlusconi ha ancora il potere di tenere comizi. Anche se il suo posto non è nelle piazze, ma dietro le sbarre. Eppure, al comizio che ha tenuto a Brescia, il ministro dell’Interno e vicepresidente del consiglio dei ministri Angelino Alfano ha avuto la faccia, diciamo sempre tosta, di partecipare scodinzolando. E sempre nella nostra bella Italia c’è chi Berlusconi vorrebbe farlo addirittura costituzionalista. Quel che è peggio, è che nella nostra bella Italia tutto questo ci sembra normale. Ma se una donna incensurata ruba un pezzo di formaggio e un tozzo di pane per fame, per lei non c’è pietà.

E se uno scrittore manifesta per difendere il suo diritto a restare umano, per lui non c’è pietà.

Basta questo a renderci criminali, tutti: contingenze e lotta.

Ma andiamo con ordine perché quello che vorrei fare è raccontarvi quel che è successo sabato durante la presentazione del romanzo di Grasso.
Le veci dell’autore le ha egregiamente fatte Girolamo De Michele, ovviamente si è parlato del libro, ma altrettanto ovviamente, con tutte le premesse che ho riportato sopra, non poteva limitarsi solo a quello. Allo stand Puglia, verso le 13, ha cominciato ad affluire tanta bella gente (basta sorvolare sulla polizia in borghese), pronta ad ascoltare Girolamo che ha saputo introdurci e accompagnarci per mano nella New York Regina Underground di Davide Grasso.

L’editore ha sentito la necessità di precisare che al momento della pubblicazione di questo romanzo si trovava completamente all’oscuro delle “delicatissime implicazioni giudiziarie” di Grasso. Precisa inoltre di averle apprese da pochissimi giorni. Ovviamente non spetta a me dire se sia vero o non vero, e per la verità non me ne frega nulla. Quello su cui invece mi interessa riflettere è altro: c’era bisogno di precisarlo? E se sì, perché? A pensarci lucidamente l’unico motivo è la paura. Soprattutto quando si è editori piccoli, che pubblicano libri coraggiosi e che ogni giorno faticano a tirare avanti. Resto fermamente convinta però che si tratti solo di paura. E se abbiamo paura allora vince la mala Italia. Vince la prepotenza che ci vuole unicamente asserviti e muti, eternamente consenzienti come pupazzi scemi.

Io non credo che ci fosse bisogno di specificare di essere o meno a conoscenza delle “delicatissime implicazioni giudiziarie” di Grasso.

Manifestazione-NO-TAV-anarco-insurrezionalista-valsusina-2Ma andiamo avanti. La presentazione è iniziata e Girolamo ci ha condotti nell’anima del libro, nelle sue motivazioni profonde, e avendolo anche recensito non spetta a me indagarne l’aspetto letterario. Quindi proseguo raccontando l’intervento successivo di Marco Phillopat, le prime parole che ha pronunciato sono state queste: «Sono io Davide Grasso», e il concetto è proprio questo. La vicenda che ha toccato Davide tocca tutti. Tutti siamo Davide Grasso.

Marco ha sottolineato un fatto fondamentale: questo è un libro di parte, «Dalla parte degli sfigati di New York, quindi puttane, drogati, rovinati, barboni, ubriachi, precari…» e che il linguaggio che Grasso usa è un linguaggio nato e maturato all’interno dei movimenti sociali, il linguaggio di chi lotta, di chi vuole capire e di chi è disposto a mettersi contro, quando serve. Ed è stato proprio Marco Philopat a ricordare a tutti l’importantissima raccolta di firme che troverete qui, assieme agli approfondimenti che riguardano le “delicatissime implicazioni giudiziarie” dell’autore.

Davide Grasso è stato comunque presente non solo come simbolo, ma anche attraverso le sue stesse parole. Ha infatti consegnato ai suoi compagni una lettera scritta di suo pugno affinché venisse letta lì, in quel momento, per tutti noi. Una lettera ironica e amara «Scusate la mia assenza ma in questo periodo sono molto ricercato…», ma soprattutto lucida e affilata. Una lettera politica di chi non rinuncia a esistere e a lottare.

Dalla letteratura siamo quindi inevitabilmente e necessariamente approdati al sociale e alla piaga della TAV.

È stato a questo punto che la responsabile dello stand si è sentita in dovere di precisare che nel loro spazio ospitano eventi che amano concordare prima. In sostanza, parlare di movimento No Tav non era stato concordato. Eppure l’elettricità che c’era nell’aria era bella, eppure si stava parlando esattamente di ciò di cui era urgente parlare. Ciò da cui non si può prescindere se si parla di un libro scritto da Davide Grasso e in cui Davide Grasso non c’è, non ci può essere, in quanto latitante.

La responsabile ha cortesemente invitato a rientrare nei binari (perdonatemi il gioco di parole ma era irresistibile) e ha ricordato che nel loro stand avremmo potuto trovare fantastici libri sulla Puglia.

La Puglia è fantastica, si sa. È fantastica anche la Val di Susa.

E dopo il discorso della responsabile si è alzata Nicoletta Dosio, che con sguardo basso ma testa mai china mi ha commosso per la forza, la determinazione e il coraggio con cui difende la causa No Tav. «La Valle di Susa non è solo una dimensione geografica, ma è diventata una dimensione storica e morale. La nostra lotta che dura da trentadue anni è proprio contro questo mondo disumanizzato, fatto di grandi interessi, di grandi solitudini e di grandi ingiustizie, la lettera di Davide dice bene tutto questo, come lo dice il suo libro». Nicoletta ha sottolineato con forza come il movimento No Tav sia un movimento culturale che si oppone con forza agli abusi e ai soprusi a cui siamo sottoposti. In Val di Susa lottano per un futuro migliore «Noi abbiamo imparato a riconoscere l’arbitrio contro cui lottiamo giorno dopo giorno, è l’arbitrio delle istituzioni che stanno dalla parte dei potenti, è l’arbitrio delle grandi opere che distruggono i territori dove le persone vivono, e dove vivono alberi e animali». Libertà liberazione e cultura, come ricorda Nicoletta, sono valori inscindibili «Perché il pensiero, insieme all’azione, è davvero l’elemento che spinge a cambiare il mondo».

Ma soprattutto credo che il punto cruciale, il motivo delle violente repressioni che colpiscono gli abitanti della Val di Susa e tutti i militanti No Tav, emerga vivido dalle parole di Nicoletta: «Noi, in tutti questi anni, abbiamo acquisito grandissimi valori e grandi socialità. Anche la Valle era un luogo dov’era difficile vivere. Ma la lotta ha ricreato, ha creato dal nuovo, la storia del passato, quella della nostra Resistenza. Ha creato legami nuovi, ha creato legami indissolubili, ha annullato le differenze generazionali, perché chi ci è vicino in questa lotta è nostro figlio, è nostro fratello, è quello con cui vogliamo condividere una vita diversa e con cui vogliamo costruire un mondo nuovo».
Credo sia soprattutto per questo che il movimento No TAV viene criminalizzato. Per questo lo “Stato” ha distrutto anche l’ultimo presidio che sovrastava gli scavi. Perché i militanti, questi “criminali”, non tollerano che i boschi vengano indiscriminatamente rasi al suolo «per fare deserti di cemento, per strappare alle viscere della terra amianto e uranio, e tutto questo è il segno di quanto sia arrogante e intollerabile un potere che fa della vita umana e della natura merce vile da vendere e buttare quando non serve più».

Al Salone del Libro di Torino il posto di Grasso non era vuoto. La sua assenza urlava.

di Lorenza Ghinelli
per Carmilla

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

notavsalone del librotorino

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Alcune riflessioni sulla natura e sulla guerra dei contadini tedeschi

Nel 1525 gran parte dell’Europa centrale è stata infiammata da una rivolta sociale: i contadini si sollevarono contro coloro che governavano le loro vite.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il nuovo Papa: perché chiamarsi Leone?

Son stati scritti fiumi di parole sull’esito inatteso del conclave e anche sulla ripresa di un nome desueto da oltre un secolo Leone, dicendo troppe banalità.

Immagine di copertina per il post
Culture

L’Eternauta

Fu durante le feste di Natale del ’77 che mio padre, due miei zii e un loro amico si misero d’accordo per vedersi tutti i sabati di gennaio, dopo cena, per giocare a poker.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il gruppo rap nordirlandese Kneecap è indagato dall’antiterrorismo inglese per il sostegno alla Palestina

In Irlanda del Nord i Kneecap, gruppo rap di Belfast, sono indagati dall’antiterrorismo britannico per il loro sostegno alla Palestina. Tutto è iniziato quando il trio hip-hop nordirlandese si è esibito sul palco del Coachella, festival annuale seguitissimo negli Stati Uniti. “Israel is committing genocide against the Palestinian people… It is being enabled by the […]

Immagine di copertina per il post
Culture

György Lukács, un’eresia ortodossa / 4 – Il partito e la dialettica marxiana

Il terzo paragrafo del breve saggio è dedicato alla questione del partito e alla sua funzione direttiva nel processo rivoluzionario, qui Lukács offre la più chiara e nitida esposizione della teoria leniniana del partito che il movimento comunista abbia mai elaborato. di Emilio Quadrelli, da Carmilla Ma proprio detta esposizione sarà oggetto di non poche […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Tonino Miccichè, crucifissu cumu a Cristu!

Senza il libro di Filippo Falcone, Morte di un militante siciliano (1999) probabilmente si sarebbe persa quasi del tutto la memoria. Con la necessità di ricordare viene orgganizzato il festival “Memoria e Utopia per Tonino Miccichè” a Pietraperzia, il 9, 10 e 11 maggio. di Angelo Maddalena, da La bottega del Barbieri Rocco D’Anna poco […]

Immagine di copertina per il post
Culture

“Carcere ai Ribell3”: Mamme in piazza per la libertà di dissenso

Presentiamo il libro “Carcere ai ribell3”, scritto dalle donne del gruppo Mamme in piazza per la libertà di dissenso. Con una delle “mamme” ripercorriamo alcune storie di compagn* e attivitst* che hanno incontrato il carcere nel loro percorso di lotta; raccontiamo delle pratiche di solidarietà portate avanti dalle “mamme” in sostegno dei/delle figli/e e delle […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Decolonizzare la scienza

Dalle spedizioni dell’Ottocento al divario nella geografia dei centri di ricerca, c’è ancora un problema di colonialismo?

Immagine di copertina per il post
Culture

Dagli inferi di Manchester agli inferi della banlieue

Un estratto da Cronache marsigliesi. Scorci di guerra civile in Francia di Emilio Quadrelli (MachinaLibro, 2025)

Immagine di copertina per il post
Culture

La rivoluzione come una bella avventura / 5: S-Contro, storia di un collettivo antagonista

Sergio Gambino, Luca Perrone, S-Contro, Un collettivo antagonista nella Torino degli anni Ottanta, con i contributi di Salvatore Cumino e Alberto Campo, DeriveApprodi, Bologna 2024 di Sandro Moiso, da Carmilla «Noi sentivamo di avere una collocazione forte! Io nell’84, quando abbiamo cominciato, avevo vent’anni, eravamo giovani, ma ci sentivamo di avere un grande compito e anche […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Torino cambia lavoro – Tra deindustrializzazione e riconversione

Gli operai prendono parola: il lavoro cambia, la città si interroga

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

2 Giugno: Torino scende in piazza contro il razzismo!

L’8 e il 9 giugno si terrà un referendum popolare che prevede quattro quesiti sul lavoro e un quesito per ridurre da 10 e 5 anni i prerequisiti di residenza continuativa in Italia per l’ottenimento della cittadinanza.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Bentornata Nicoletta!

Nella giornata di ieri è stata scarcerata Nicoletta Dosio, dopo più un anno di detenzione domiciliare scontato presso la propria abitazione di Bussoleno finalmente è libera!

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’uso dei reati associativi per contrastare il conflitto sociale: il processo contro il CSOA Askatasuna (1° parte)

Il processo contro 28 militanti del centro sociale Askatasuna e del movimento No Tav, conclusosi il 31 marzo scorso, costituisce il tassello principale di un’articolata strategia volta a contrastare il conflitto sociale a Torino e in Val di Susa

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: cacciati i sionisti dal Campus (per la seconda volta) e boicottata la conferenza di Nathan Greppi al Salone del Libro

La giornata di ieri è stata un’altra occasione per praticare i valori dell’antisionismo e dell’antirazzismo, opponendoci ai provocatori eventi che i sionisti avevano previsto di svolgere in Università e al Salone del Libro.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sciopero dell’università: contro tagli, precarietà e guerra

Per avere un lavoro stabile nell’università allo stato attuale è richiesto ad ogni lavorator di sopportare tra i 15 e i 20 anni di precarietà lavorativa che costringe ad una vita precaria a 360 gradi.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

In migliaia in marcia per salvare la piana di Susa

Ripubblichiamo di seguito il comunicato uscito in occasione della marcia popolare No Tav tenutasi ieri, 10 maggio, a tutela della piana di Susa.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Vertenza LEAR: tutto fumo, niente arrosto

Gli anni passano, tragedie come queste rimangono però all’ordine del giorno e trasformano il tessuto sociale delle nostre metropoli. Sembra che non si impari mai niente dagli errori commessi nel passato.