InfoAut
Immagine di copertina per il post

Rovinata la passerella del Pd: cariche su studenti e precari alla festa dell’Unità

“Il sud decolla”, questo il tema della festa dell’Unità a Palermo. Una titolazione che sa di provocazione da parte di un governo, nazionale e locale targato Pd, che negli ultimi due anni con riforme e austerità non ha fatto che portare all’estremo le condizioni sociali ed economiche del sud appunto. Oltre ad una precarietà e a una disoccupazione ormai endemiche, quello che i siciliani continuano a vedere infatti, sono le autostrade spezzate in due, l’Assemblea Regionale che respinge proprio qualche giorno fa, la proposta di referendum contro le trivellazioni petrolifere; e poi ancora ampliamenti ed esercitazioni militari Nato nell’Isola. Altro che decollo! Un’operazione elettorale e di recupero consensi, quella della festa dell’Unità infatti, in una terra che mostra sempre più sfiducia e disillusione verso la rappresentanza istituzionale.

Una piazza composita quella di oggi, costruita con un percorso di avvicinamento fatto di assemblee cittadine e presidi che infine hanno fatto confluire a piazza Verdi, studenti medi e universitari, precari della formazione, insegnanti e professori, precari delle amministrazioni pubbliche, operai Fincantieri, sindacati di base e senzacasa. Sono infatti tante le problematiche e i motivi che spingono altrettanti tessuti sociali in piazza, martoriati e impoveriti dalla crisi e dalle draconiane misure d’austerity del governo Renzi. Studenti che dovranno sempre più convivere con il modello di scuola/azienda (lavoro gratuito e potere assoluto dei presidi) partorito dalla riforma della “Buona Scuola”, insegnanti che se non sono stati costretti ad emigrare dopo 20 anni di precariato, dovranno comunque fare i conti con un’organizzazione della formazione scolastica tutta incentrata su diminuzione di redditi e aumento delle ore di lavoro (attuata tramite gli strumenti selettivi di “valutazione”, “competizione” e “meritocrazia”). Ma anche tanti i precari in piazza quest’oggi, da quelli della formazione a tutti coloro che con la cancellazione delle Province perderanno il lavoro o rimarranno in una totale incertezza lavorativa peraltro decurtata dal “Jobs Act” di garanzie e diritti fondamentali.

Intorno alle 17,00 il corteo che conta più di cinquecento partecipanti, si muove quindi da piazza Verdi verso i Cantieri Culturali della Zisa. Ad aprirlo uno striscione che recita: “Respingiamo il partito dell’ austerity, basta precarietà, disoccupazione, deportazione dei siciliani al nord”. Queste le parole d’ordine scelte per rappresentare al meglio le rivendicazioni di chi, seppur per motivi e in maniera  diversa, condivide condizioni di vita sovrapponibili esasperate ed enormemente aggravate in quest’anno e mezzo dalle riforme lacrime e sangue del governo Renzi. Condizioni di vita che trasversalmente, dagli studenti ai precari, inducono sempre più i siciliani a scegliere l’abbandono di “casa e affetti” per cercar maggior fortuna altrove. Lungo il percorso vengono scanditi cori di rifiuto verso la presenza del pd in città: “esodo di massa, sfratti e precarietà, è questo che portate nella nostra città”. Ma anche degli altri che invitano i siciliani a lottare nella e per la propria terra: “Se la colpa è vostra non emigriamo, ma vi aspettiamo e vi respingiamo”.

Il corteo giunge quindi davanti l’ingresso dei Cantieri. Impensabile credere che il Partito della Nazione possa dar voce alle contestazioni; infatti lo schieramento di polizia a sbarrare l’ingresso è molto serrato. Ma è con la legittimità delle proprie rivendicazioni che il corteo si da forza; non intende fare un passo indietro difronte lo schieramento di polizia. Non è in programma oggi, che la passerella del partito che con le sue riforme sta definitivamente smantellando mondo del lavoro e della formazione, si svolga in tranquillità, senza che nessuno alzi la testa per rivendicare i propri diritti e respingere senza se e senza ma le politiche d’austerity e la socializzazione verso il basso dei costi della crisi finanziaria. Lo scontro diventa quindi inevitabile, il corteo cerca di sfondare i cordoni di polizia, ma viene respinto, a manganelli spiegati, dalle cariche delle forze dell’ordine.

Questo l’aspetto più importante di questa giornata, lanciare un forte e duro segnale di contestazione e rottura che le piazze dovrebbero sempre più agire nei confronti del governo Renzi. Perché questo governo (mai eletto dai cittadini italiani), sotto la foglia di fico della tradizione di sinistra, ha trovato la strada un po’ troppo spianata nel suo progetto di disfacimento di ciò che in Italia rimaneva del welfare state e di tutte le garanzie sociali, e che ha causato e continua ad alimentare un impoverimento relativo e assoluto. Non è più rimandabile del resto, la ricomposizione di un blocco sociale in grado di individuare nel governo Renzi il nemico da combattere per il miglioramento delle nostre condizioni di studenti, lavoratori e siciliani; per la riappropriazione di diritti, garanzie e scelte di vita che vogliamo continuare a prendere a casa nostra, nella nostra terra.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Bolivia in fiamme: dentro un ecocidio latinoamericano

Bolivia Burning: Inside a Latin American Ecocide è un documentario di 52 minuti di The Gecko Project che porta gli spettatori all’interno di una delle crisi ambientali più sottovalutate al mondo: la rapida distruzione delle foreste in Bolivia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Scolpire il tempo, seminare il vento, creare antagonismo

Siamo la natura che si ribella!, ammonisce con efficace sintesi uno striscione no-tav esprimendo un radicale antagonismo nei confronti del mortifero sfruttamento capitalista patito dall’essere umano e dalla natura, di cui è parte.

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.

Immagine di copertina per il post
Culture

Sport e dintorni – A proposito di Italia-Israele di calcio e della neutralità dello sport

La retorica dello sport come ambito da mantenersi separato dal resto della realtà presuppone che quanti lo praticano o lo seguono operino una sorta di momentanea sospensione dal mondo a cui pure appartengono, sospensione che riappacifica, durante le gare, le conflittualità e le brutalità quotidiane.

Immagine di copertina per il post
Culture

Palestina, dove si uccide anche la cultura

Come archeologi impegnati nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese, sentiamo l’esigenza e il dovere di esprimerci su quanto accade nella Striscia di Gaza e nel resto della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Culture

Lo schianto di un imperialismo straccione

Una rivoluzione che, se aveva fatto scrivere ad una importate testata giornalistica britannica che: «Il capitalismo è morto in Portogallo», aveva avuto però i suoi effetti più sconvolgenti e duraturi in Africa, nei territori un tempo facenti parte dell’”impero” portoghese: Angola, Mozambico, Guinea Bissau e Capo Verde.

Immagine di copertina per il post
Culture

Respirando Gaza

Respiro i miei pensieri, non sono io, è un verso di Blessing Calciati, l’ho letto ieri sera ed è perciò che stanotte mi sono svegliato respirando male.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Questo libro è illegale”

Come i testi clandestini nei sistemi autoritari, questo glossario serve per resistere alla repressione e per non piegarsi a una logica da Stato di polizia che criminalizza il dissenso e assoggetta i diritti alla paura.

Immagine di copertina per il post
Culture

“The Ashes of Moria”: che cosa rimane del campo profughi più grande d’Europa?

A cinque dall’incendio che lo ha distrutto, il documentario porta nel cuore del campo, tra odori, rumori, paure e violenze. Allo stesso tempo offre le coordinate per capire i meccanismi attuali delle brutali politiche europee.

Immagine di copertina per il post
Culture

Diritto all’abitare, diritto alla città

Il tema dell’abitare ha assunto una centralità paragonabile al tema lavoro, nella definizione delle gerarchie sociali e dei destini individuali, dentro le metropoli tardocapitaliste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra la base del Tuscania al CISAM con il genocidio in corso in Sudan?

In Sudan si consuma un massacro che il mondo continua a ignorare.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Tubercolosi al Neruda: no alle speculazioni sulla malattia

Riprendiamo il comunicato del Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure del Piemonte sulla vicenda che vede coinvolto lo Spazio Popolare Neruda.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Milei-Trump hanno vinto e si sono tenuti la colonia

Il governo libertario ha imposto la paura della debacle e ha vinto nelle elezioni legislative.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il treno che non arriva mai: altri otto anni di propaganda e devastazione

Telt festeggia dieci anni e annuncia, ancora una volta, che la Torino-Lione “sarà pronta fra otto anni”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina libera, Taranto libera

Riceviamo e pubblichiamo da Taranto per la Palestina: Il porto di Taranto non è complice di genocidio: i nostri mari sono luoghi di liberazione! Domani, la nostra comunità e il nostro territorio torneranno in piazza per ribadire la solidarietà politica alla resistenza palestinese. Taranto rifiuta di essere zona di guerra e complice del genocidio: non […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Intelligenza artificiale: l’umanità è diventata obsoleta per i padroni?

La distopia è già qui. Negli Stati Uniti, negli ultimi giorni, una pubblicità che sembra uscita da un film di fantascienza è apparsa ovunque.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gaza è Rio de Janeiro. Gaza è il mondo intero

Non ci sono parole sufficienti per descrivere l’orrore che ci provoca il massacro di oltre 130 giovani neri, poveri, uccisi dalla polizia di Rio de Janeiro, con la scusa di combattere il narcotraffico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I “potenti attacchi” su Gaza ordinati da Netanyahu hanno ucciso 100 palestinesi

I palestinesi uccisi ieri dai raid aerei israeliani sono un centinaio, tra cui 24 bambini, decine i feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Monza: martedì 4 novembre corteo “contro la guerra e chi la produce”

Martedì 4 novembre a Monza la Rete Lotte Sociali Monza e Brianza e i Collettivi studenteschi di Monza hanno organizzato un corteo “Contro la guerra e chi la produce “.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Occupazioni a Torino: cronaca di un mese senza precedenti.

Una cronaca dalle occupazioni e autogestioni delle scuole torinesi del mese di ottobre.