Spending rewiev: sui tagli alle Province Saitta le spara grosse
Alle sue dichiarazioni è seguito solo il prevedibile ‘bacchettamento’ da parte del ministro della Pubblica Amministrazione e di altre figure istituzionali e verrebbe quasi da ridere per il teatrino messo in scena tra Province e Ministri, se non fosse che Saitta ha già reso noto come intende procedere nel suo ‘scontro con lo Stato’.
Il presidente dell’Upi ha infatti dichiarato che lascerà le scuole senza riscaldamento e bloccherà i lavori di ristrutturazione degli edifici scolastici, il tutto con l’intento di far capire ai cittadini che la spending rewiev li priverà dei loro diritti…che le misure di austerity del governo Monti stiano colpendo duramente le vite di tutti e che si siano abbattute con forza sul mondo della formazione non è certo una novità e chi le sta subendo non aveva certo bisogno delle ‘battagliere’ esternazioni di Saitta per accorgersene, tanto più che nella sua battaglia al governo il presidente dell’Upi ha pensato bene di scaricare costi ed effetti dei tagli per prima cosa – e ancora una volta – sulle spalle degli studenti.
Le dichiarazioni di ieri vanno infatti a sommarsi a quelle di settembre, in cui Saitta aveva invitato gli studenti a tagliare l’erba dei giardini delle proprie scuole per supplire alla mancanza di fondi per la manutenzione…
La vicenda si conferma ancor più una pagliacciata se si pensa che il Presidente dell’Upi non ha certo fatto tanto baccano di fronte alla scelta di sottrarre fondi per l’edilizia scolastica per destinarli al progetto Tav, di cui è anzi sempre stato un fervido sostenitore.
Il furore contro i tagli da parte di Saitta giunge quindi un po’ tardivamente e in modo evidentemente opportunistico: viene da chiedersi dov’era lui in questi anni, quando gli studenti di tutta Italia sono andati a gridare alle sedi delle Province che di scuola non si può morire e a pretendere la messa in sicurezza degli edifici scolastici, e nella migliore delle ipotesi hanno ricevuto una pacca sulle spalle e vaghe promesse, quando non un completo silenzio o porte chiuse in faccia.
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