Spettacolo teatrale “Madama CIE” – di e con AttriceContro
Ultimo appuntamento con Teatro di Classe al Newroz
Compagnia Teatrale Indipendente AttriceContro
presenta
MADAMA C.I.E.
Rievocazioni estemporanee di una divisa scoppiata
Scritto, diretto, e interpretato da Alessandra Magrini
“Apparentemente sembra che tu abbia il sangue freddo come il ghiaccio… ma dentro di te c’è un fuoco che brucia” Andrè a Lady Oscar
Alessandra Magrini riporta in scena “Madama C.I.E.” incalzata dagli eventi di cronaca di questi mesi: Lampedusa, Ventimiglia, le rivolte nei Cie, il Mediterraneo che assomiglia sempre di più a una fossa comune, la nuova psicosi securitaria, le speranze di una vita migliore dei migranti che provengono dalla primavera nordafricana. “Madama C.I.E.” torna così ad essere uno spettacolo di sconcertante attualità.
Monologo multimediale, “Madama CIE” è una mistura di brandelli scagliati dall’esplosione di una divisa da cui origina un simulacro tragicomico che segue un sentiero di rievocazioni estemporanee. Lady Oscar, Pinocchio, la Costituzione, il CIE di Ponte Galeria, gli sbarchi a Lampedusa, sgorgano da una mente fuor di senno, proprio come accadde a molti giovani soldati di ritorno dal Vietnam negli anni ’60 che non hanno retto il peso dell’orrore.
Madama CIE non torna da così lontano, lei vive ed opera nell’Italia dei nostri giorni, quella degli operai arrampicati in cima alle fabbriche, delle aggressioni razziste, delle escort, delle ronde, dei precari senza un euro, dei viaggi disperati degli immigrati clandestini. A calcare le scene è un personaggio costruito dalla fantasia dell’autrice, ma i contenuti della narrazione sono frutto di una documentazione effettuata su reportage giornalistici, contatti con sindacalisti, volontari CIE, dossier e siti internet, fino ad interviste effettuate dalla stessa autrice ad immigrati clandestini.
Come in molti dei lavori della compagnia “AttriceContro” anche in questo c’è l’immancabile tributo al grande Gianmaria Volontè, i suoi personaggi perlopiù figli degli anni 70, trasportati ai giorni nostri si rivelano immortali, scolpiti nel tempo, sempre da tener presenti per penetrare a fondo la verità.
Nella colonna sonora anche “Mamy” canzone del gruppo rap Assalti Frontali,scritta da Militant-A per la versione musical di Madama C.I.E. contenuta nel loro ultimo album Profondo Rosso.
La recensione di Teatro.org di Alessandro Grieco
Le cose al contrario
Il conflitto di coscienza come cardine intorno a cui discutere e riconsiderare la dialettica difforme e articolata di fedeltà e dedizione, dovere professionale e convinzione etica: Alessandra Magrini, autrice militante di talento e di promettente futuro artistico, con il suo monologo multimediale “Madame Cie”, porta in scena la storia di una virago in uniforme che, ogni giorno, difende l’Heimat, lo Stato, con evidente abnegazione, ma che si trova, suo malgrado, ad obbedire ad ordini che dolorosamente stridono con il suo diorama valoriale..
Seguendo il bizzarro sentiero delle rievocazioni estemporanee di Madame Cie, raccogliamo quanto sgorga dalla psiche provata e sconvolta della protagonista e, proprio mentre il nostro sorriso si contrae in smorfia di dolore, intuiamo che Lady Oscar, Pinocchio, la Costituzione, il Cie di Ponte Galeria, gli sbarchi a Lampedusa, sono immagini ormai desemantizzate restituiteci da una mente che non sa reggere il peso dell’orrore, un orrore che non viene da molto lontano, poiché Madame Cie vive ed opera nell’Italia dei nostri giorni, quella degli operai arrampicati in cima alle fabbriche, delle aggressioni razziste, delle escort (prostitute made in Italy), delle ronde (dichiarati giust’oggi illegittime dalla Corte costituzionale), dei precari senza un euro, dei viaggi disperati degli immigrati clandestini. Francesca Di Giorgio (in onore ad Oscar Francoise de Georgès) è sì un personaggio partorito dalla fantasia di Alessandra Magrini, ma i contenuti della sua raccapricciante narrazione sono frutto di una accurata documentazione, un operazione organizzato su reportage giornalistici, dossier, dichiarazioni dei volontari del CIE (Centro di Identificazione e di Espulsione – ndr) e interviste effettuate dall’autrice stessa, azioni da cui emerge il vero volto di questi centri di identificazione ed espulsione: una sentina in cui domina la ubris e la follia di uno Stato che pensa di risolvere il problema dell’immigrazione facendo ricorso a leggi razziste e xenofobe, condannate perfino dall’Unione Europea.
Infine, bisogna ricordare l’interessante ed immancabile tributo al grande Gianmaria Volontè, i suoi personaggi, perlopiù figli degli anni 70, trasportati ai giorni nostri si rivelano immortali, graniticamente scolpiti nel tempo, ancora tremendamente utili per penetrare a fondo la triste verità in cui siamo calati, come nel caso del monologo tratto da “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, monologo in cui il protagonista afferma che “Il popolo è un minorenne e come tale va considerato”, esempio ancora assai calzante per fissare un ritratto sinistro della nostra società, una società che, invece di riflettere sull’assurdità delle guerre, sulla intenzionale farraginosità delle leggi sull’immigrazione, individua nel più debole la causa delle proprie frustrazioni, perpetrando di fatto un processo esiziale ed incontrollabile di schismogenesi. (Visto il 22/06/2010 a Roma (RM) Teatro: Argot)
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