InfoAut
Immagine di copertina per il post

Sposata a un altro uomo. Per uno Stato laico e democratico nella Palestina storica

a cura di Diana Carminati e Alfredo Tradardi

Ghada Karmi, palestinese, è medico, scrittrice e docente universitaria. Scrive spesso sulla questione palestinese in giornali e riviste, tra i quali «The Guardian», «The Nation» e il «Journal of Palestine Studies». Insegna all’Istituto di Studi Arabi e Islamici dell’università di Exeter. È autrice di diversi saggi sull’argomento, di cui questo è il primo in traduzione italiana.

….

Dopo il primo congresso sionista del 1897 a Basilea, durante il quale fu posta per la prima volta l’idea di costituire uno Stato in Palestina, i rabbini di Vienna inviarono due loro rappresentanti per verificare se il paese fosse adatto a questa impresa. Le due persone sintetizzarono il risultato delle loro esplorazioni in questo telegramma:

La sposa è bella, ma è sposata a un altro uomo.

Con disappunto avevano trovato che la Palestina, sebbene avesse tutti i requisiti per diventare lo Stato ebraico che i sionisti desideravano, non era, come lo scrittore Israel Zangwill ebbe più tardi ad affermare, «Una terra senza un popolo per un popolo senza terra». Era una terra già abitata, rivendicata da una popolazione nativa arabo-palestinese della quale era già la madrepatria.

 

Dalla prefazione all’edizione inglese (Pluto Press, 2007):

La ragione principale per cui ho scritto questo libro è quella di spiegare la mia prospettiva per la soluzione del conflitto israelo-palestinese. Un imperativo personale e politico. A livello personale non mi sentirò mai in pace se non vedrò risolto questo terribile conflitto, perché non dovrebbe essere permesso il perdurare di una situazione così tragica e pericolosa. Trovo deprimente l’opinione fatalistica di molti arabi che «a tempo debito» tutto si risolverà e scoraggianti le cosiddette valutazioni politiche «realistiche» che una soluzione duratura, dato lo squilibrio delle forze in campo, richiederà molti decenni, se non centinaia di anni. La ricerca di una soluzione è certamente legata alle mie origini; sono una palestinese che ha sperimentato sulla propria pelle la costituzione di Israele nel 1948 e ne sta ancora pagando, insieme ad altri milioni di persone, tutte le conseguenze. A livello politico mi sembra che il pessimismo prevalente sulla possibilità di trovare una soluzione soddisfacente sia infondato. Questo libro esamina le possibili soluzioni del conflitto e conclude che, da un punto di vista logico, solo una è quella realizzabile.

Dal retro di copertina

L’obiettivo del sionismo, questa è la tesi del saggio, di costituire e difendere uno Stato per un altro popolo in una terra già abitata, è un dilemma irresolubile che ha portato a oltre sessanta anni di guerra e alla destabilizzazione dell’intero Medio Oriente. Dopo la morte della soluzione due popoli-due Stati, frutto degli accordi di Oslo, l’unica soluzione da esaminare e approfondire è quella di uno Stato unico, laico e democratico nel territorio della Palestina storica che assicuri a tutti i cittadini, arabi, ebrei e di altre culture e religioni, uguali diritti di cittadinanza.

Su questo si sta concentrando, negli ultimi anni, il dibattito tra coloro che hanno a cuore la soluzione di questo interminabile e atroce conflitto.

Ghada Karmi riesce a coniugare il rigore della storica con una singolare chiarezza espositiva, senza alcuna concessione al già detto. Alcuni capitoli e molte delle sue considerazioni e dei suoi interrogativi presentano punti di vista originali assai persuasivi, caratteristiche che si legano anche all’aver lei vissuto in prima persona, come profuga della nakba, le conseguenze del dilemma israeliano in Palestina.

Traduzione dall’inglese, a cura di ISM-Italia, di Gabriella Bernieri, Marilla Boffito, Elisa Campaci, Elena Campari, Diana Carminati, Ada Cinato, Alida Di Marzio, Flavia Donati, Carmela Ieroianni, Alfredo Tradardi e Gigi Viglino.

_________

Indice

Prefazione

Prefazione all’edizione italiana

Introduzione

1 Il costo di Israele per gli arabi

Allevare Israele ancora in fasce

Il danno recato da Israele ai palestinesi

I danni causati da Israele al mondo arabo

Forzare gli arabi alla normalizzazione con Israele

Provocare la crescita del fondamentalismo islamico

Che fare con Israele?

La reazione araba

Ancora nessuna soluzione per i palestinesi

2 Perché gli ebrei sostengono Israele?

Il significato di Israele per gli ebrei israeliani

La presa della narrazione sionista sugli ebrei

Da dove venivano gli ebrei europei?

In cerca di una connessione con la Palestina

Una nazione ebraica?

Un mito sionista persuasivo

Il sionismo e l’assimilazione ebraica

L’identificazione ebraica con Israele

La doppia lealtà

3 Perché l’Occidente sostiene Israele?

Gli Stati Uniti e Israele

La lobby israeliana
Il ruolo dei neoconservatori

Chi controlla l’America?

L’influenza filo-sionista e i media
Che cosa ha significato tutto questo?

Israele e le grandi potenze

Il controllo israeliano

Il sionismo cristiano

L’Europa e Israele

Una persistente affinità europea con Israele

Che cosa ha significato tutto questo per gli arabi?

4 Il processo di pace

La dimensione del problema

Il processo di pace arabo-israeliano

Dopo Camp David

C’era qualche cosa a favore dei palestinesi?

Il progetto di Arafat

Resuscitare il processo di Oslo

I colloqui di Camp David

Il salvataggio di Camp David

La Road Map

Conclusione

5 Distruggere i palestinesi

La distruzione di Arafat

Che cosa vuole Israele?

L’accordo di Sharm al-Sheikh

La risposta di Israele

La complicità degli Stati Uniti

Il progetto di Israele

La prospettiva di Sharon

Le conseguenze per i palestinesi

L’elezione di Hamas

Di chi è la colpa?

Ignoranza o cinismo?

6 Come risolvere il problema

Le idee israeliane per una soluzione

L’opzione giordana

Per un Israele sionista nessun’altra strada

La soluzione due-Stati

Rendere impossibile la soluzione due-Stati

Né fattibile né desiderabile

Il diritto al ritorno

7 La soluzione one-state

Condividere la terra

È accettabile la soluzione one-state?

Stato binazionale o stato laico e democratico?

Una sfida formidabile

Desiderabile e fattibile?

Epilogo. La fine del sogno sionista?

Postfazione. Un’utopia concreta di Diana Carminati e Alfredo Tradardi

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

israelepalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Bolivia in fiamme: dentro un ecocidio latinoamericano

Bolivia Burning: Inside a Latin American Ecocide è un documentario di 52 minuti di The Gecko Project che porta gli spettatori all’interno di una delle crisi ambientali più sottovalutate al mondo: la rapida distruzione delle foreste in Bolivia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Scolpire il tempo, seminare il vento, creare antagonismo

Siamo la natura che si ribella!, ammonisce con efficace sintesi uno striscione no-tav esprimendo un radicale antagonismo nei confronti del mortifero sfruttamento capitalista patito dall’essere umano e dalla natura, di cui è parte.

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.

Immagine di copertina per il post
Culture

Sport e dintorni – A proposito di Italia-Israele di calcio e della neutralità dello sport

La retorica dello sport come ambito da mantenersi separato dal resto della realtà presuppone che quanti lo praticano o lo seguono operino una sorta di momentanea sospensione dal mondo a cui pure appartengono, sospensione che riappacifica, durante le gare, le conflittualità e le brutalità quotidiane.

Immagine di copertina per il post
Culture

Palestina, dove si uccide anche la cultura

Come archeologi impegnati nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese, sentiamo l’esigenza e il dovere di esprimerci su quanto accade nella Striscia di Gaza e nel resto della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Culture

Lo schianto di un imperialismo straccione

Una rivoluzione che, se aveva fatto scrivere ad una importate testata giornalistica britannica che: «Il capitalismo è morto in Portogallo», aveva avuto però i suoi effetti più sconvolgenti e duraturi in Africa, nei territori un tempo facenti parte dell’”impero” portoghese: Angola, Mozambico, Guinea Bissau e Capo Verde.

Immagine di copertina per il post
Culture

Respirando Gaza

Respiro i miei pensieri, non sono io, è un verso di Blessing Calciati, l’ho letto ieri sera ed è perciò che stanotte mi sono svegliato respirando male.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Questo libro è illegale”

Come i testi clandestini nei sistemi autoritari, questo glossario serve per resistere alla repressione e per non piegarsi a una logica da Stato di polizia che criminalizza il dissenso e assoggetta i diritti alla paura.

Immagine di copertina per il post
Culture

“The Ashes of Moria”: che cosa rimane del campo profughi più grande d’Europa?

A cinque dall’incendio che lo ha distrutto, il documentario porta nel cuore del campo, tra odori, rumori, paure e violenze. Allo stesso tempo offre le coordinate per capire i meccanismi attuali delle brutali politiche europee.

Immagine di copertina per il post
Culture

Diritto all’abitare, diritto alla città

Il tema dell’abitare ha assunto una centralità paragonabile al tema lavoro, nella definizione delle gerarchie sociali e dei destini individuali, dentro le metropoli tardocapitaliste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina libera, Taranto libera

Riceviamo e pubblichiamo da Taranto per la Palestina: Il porto di Taranto non è complice di genocidio: i nostri mari sono luoghi di liberazione! Domani, la nostra comunità e il nostro territorio torneranno in piazza per ribadire la solidarietà politica alla resistenza palestinese. Taranto rifiuta di essere zona di guerra e complice del genocidio: non […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I “potenti attacchi” su Gaza ordinati da Netanyahu hanno ucciso 100 palestinesi

I palestinesi uccisi ieri dai raid aerei israeliani sono un centinaio, tra cui 24 bambini, decine i feriti.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Occupazioni a Torino: cronaca di un mese senza precedenti.

Una cronaca dalle occupazioni e autogestioni delle scuole torinesi del mese di ottobre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra Leonardo con il genocidio a Gaza?

Gianni Alioti, ricercatore di The Weapon Watch – Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, ha scritto per Pressenza un approfondimento, con notizie inedite, sulle responsabilità di Leonardo nel genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: continuano gli attacchi israeliani nonostante la tregua del novembre 2024. Due persone uccise

Ancora bombardamenti israeliani nel sud del Libano, nonostante l’accordo di tregua concordato nel novembre 2024.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Coloni lanciano attacchi coordinati contro agricoltori e terreni della Cisgiordania

Cisgiordania. Negli ultimi giorni, gruppi di coloni hanno lanciato una serie di attacchi coordinati contro agricoltori e terreni agricoli palestinesi a Betlemme, al-Khalil/Hebron e nella Valle del Giordano settentrionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupazioni e proteste per la Palestina: gli aggiornamenti da Napoli, Torino e Verona

Proseguono le mobilitazioni in solidarietà con il popolo palestinese.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Un opuscolo su riarmo, genocidio e logistica della guerra

Ripubblichiamo un opuscolo realizzato dall’assemblea cittadina torinese STOP RIARMO.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Guerra alla Guerra! Blocchiamo Tutto!

Di seguito il comunicato di GUERRA alla GUERRA rispetto a valutazioni e prospettive del percorso.