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Una Preziosa conferma su una finta legalità

 

Preziosa, in precedenza anche dirigente del commissariato di via del Pratello (ai tempi degli scandali sui ricorrenti pestaggi e malversazioni ai danni di “tossici” e migranti, effettuati dalle forze dell’ordine nell’ottica di aumentare la sicurezza sul territorio), è un personaggio ben noto anche a chi pratica l’antagonismo sociale a Bologna: noto come un provocatore, sempre attivo nelle piazze soprattutto durante il periodo passato al Reparto Mobile.

Tra i principali finanziatori di Preziosa c’era il gruppo Mantovani, azienda edile impegnata nel devastante progetto Mose a Venezia, i cui vertici stessi sono stati messi sotto indagine mesi fa. Una commistione tra poteri pubblici e privati, quindi, che non ci suona affatto nuova ma che anzi è proprio il modus operandi di quel capitalismo distruttivo e rapace che supera questa arcaica distinzione per affermarsi all’insegna della corruzione e della devastazione dei territori.

Triste il palmares del neogaleotto. Si ricorda soprattutto l’appellativo di “super-poliziotto” che gli venne dato quando venne insignito dello spregevole ruolo di assessore alla sicurezza nella prima giunta di centro-destra mai insediatasi a Bologna, quella del macellaio Guazzaloca.

La sua mossa più famosa fu quella di mettere insieme una squadra di “vigili-rambo antidegrado” (così vennero definiti) simbolo, in tempi non sospetti, di quella svolta securitaria bipartisan poi portata all’estremo dalla giunta Cofferati. Durò poco, però, il regno di Preziosa. Tante ombre sui benefici da questi ottenuti proprio sfruttando l’allarme sicurezza portarono Guazzaloca a “dimetterlo”.

Tra le altre perle una finta serie di telefonate inscenate da alcuni suoi uomini che si fingevano cittadini allarmati per l’aumentare dei fenomeni di microcriminalità al fine di fomentare la paranoia sociale e preparare il terreno per quella deriva securitaria di cui parlavamo anche in precedenza. La risposta dell’ex sindaco Vitali fu quella del suo trasferimento, ma purtroppo la strategia del Preziosa venne poi portata avanti dalle amministrazioni che seguirono.

Non è nostro costume applaudire all’operato della magistratura, senz’altro anch’essa corrotta e di parte nel suo agire, né invocare galera e manette per nessuno. Senza dubbio crediamo, invece, che al posto di reprimere le lotte sociali, al posto di ergersi a tutori di una legalità utile solo agli affari e alle convenienze di pochi, squallidi personaggi come Preziosa e i suoi sodali vengano assegnati a qualcuno di quei posti di lavoro nel settore della logistica alle stesse condizioni patite da quei facchini che nel loro sporco lavoro quotidiano criminalizzano, o di quegli studenti che reprimono mentre una composizione sociale allargata sempre più li contesta senza mezze misure. Do you remember piazza Verdi?

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