Atteso il pronunciamento della Cassazione sul futuro di compagni/e di Askatasuna, Neruda e NoTav
Questo giovedì, 15 dicembre, la Cassazione si esprimerà sulle misure cautelari per 11 compagni e compagne nel contesto dell’inchiesta per “associazione a delinquere” nei confronti di Centro Sociale Askatasuna, Spazio Popolare Neruda e Movimento No Tav.
Sono due i compagni che rischiano di finire nuovamente in carcere ed altri sei ai domiciliari con tutte le restrizioni. Lanciato, da quest’oggi, un presidio permanente davanti lo Spazio Popolare Neruda di Torino (in foto).
Atteso il pronunciamento della Cassazione sulle misure cautelari che il Tribunale del Riesame aveva comminato nell’ambito nell’inchiesta “Sovrano”. Il Riesame non aveva accettato la tesi dell’accusa di “associazione sovversiva” (già rifiutata dal giudice istruttorio), ma aveva riconfigurato il reato in “associazione a delinquere”. Su binari analoghi prosegue la questione misure cautelari: se la corte di Cassazione dovesse confermare le nuove misure molte persone verrebbero nuovamente in carcere o agli arresti domiciliari.
Questa udienza scorre in concomitanza con il processo vero e proprio che è iniziato negli scorsi mesi e che vedrà la seconda udienza a gennaio. “Non sappiamo cosa aspettarci dal pronunciamento della Cassazione” – scrive Askatasuna in un comunicato – “è evidente che l’inchiesta è costruita sul nulla e condita con una serie di montature fatte ad hoc per screditarci, ma siamo anche consapevoli del clima che si respira in città e nel paese”. Nel Capoluogo piemontese si respira dunque un vento di tensione, soffocamento del dissenso e delle lotte sociali.
Le parole di Martina, attivista del csa Askatasuna e compagna No Tav. Ascolta o Scarica
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