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Il consultorio autogestito Mi cuerpo es mio e lo studentato 95100 non si toccano!

Riportiamo il comunicato del Consultorio Mi cuerpo es mio e dello Studentato 95100 di Catania sgomberati inaspettatamente questa mattina alle prime luci dell’alba. In serata è stata organizzata un’assemblea pubblica alla Palestra Lupo per discutere dello sgombero e organizzare la risposta cittadina e per domani mattina una conferenza stampa per raccontare l’accaduto.

Oggi, 5 dicembre 2023, alle 5:30 del mattino, decine di agenti della DIGOS, accompagnati da celere e vigili del fuoco, hanno fatto irruzione nello stabile dello Studentato95100 e del Consultorio Autogestito Mi Cuerpo Es Mio. Noi, che lì viviamo e attraversiamo quello spazio quotidianamente, curandolo e coltivando lotte e solidarietà, siamo stati/e fatti/e fuoriuscire in modo coatto, brutale, spintonati/e a forza. Ci sono stati sottratti i telefoni cellulari, a lungo non ci è stato permesso di contattare un avvocato. Se non fosse stato per le persone che vivono nel quartiere e che si sono allarmate, durante lo sgombero di stamattina saremmo rimasti/e isolati/e. Dopo circa due ore e mezza di resistenza, siamo stati/e trascinati/e via, sollevati di peso e costretti/e a forza. Ma chi vive lo Studentato95100 e il Consultorio Mi Cuerpo Es Mio, non è mai da solo/a. Infatti, immediatamente, un nutrito numero di persone sono giunte in solidarietà. Abbiamo subito montato un presidio permanente in Via Sant’Elena, dimostrando l’esistenza della comunità che è pronta a difendere questa esperienza. Giovani e meno giovani, attivisti e attiviste, membri di associazioni e movimenti: in questo momento siamo insieme, fuoriosi/e di rabbia per questo atto violento e inaspettato.

Riteniamo sia vergognoso sottrarre un luogo in cui si combatte la violenza de genere, in cui ogni giorno donne che subiscono violenza domestica, che sono private di qualsiasi aiuto da parte delle istituzioni, si recano trovando un punto di riferimento. La comunità che esiste attorno a questa realtà, il suo riconoscimento, non vengono da un giorno all’altro, non sono scaturiti per motivi economici, superficiali o interessi di potere (ciò che spesso lega chi la disprezza), ma sono stati coltivati nel tempo. Le loro radici sono profonde, si ramificano nelle scuole e nelle Università, nei quartieri, nelle vite, nei bisogni e nei sogni di moltissime persone che pensano che un’alternativa sia possibile. Proviamo a raccontarvi la storia che ci ha portato a riappropriarci dello stabile all’angolo tra Via Sant’Elena e Via Gallo.

Era febbraio del 2018 quando, in quanto studenti universitari e studentesse universitarie ci trovammo a vivere, con moltissimi altri e altre, una beffa: essere “idonei non assegnatari” a borse di studio e posto letto, ovvero coloro i quali hanno per legge un diritto ma a cui la Regione non riesce a garantirlo per scarsità di fondi.

Inutile dire che per chi ha redditi molto bassi, l’assenza della possibilità di accedere a questo diritto rappresenta l’impossibilità concreta di proseguire gli studi.

Abbiamo così scelto di denunciare la cattiva gestione dei fondi pubblici e segnalare l’esistenza della residenza universitaria Hotel Costa chiusa da anni dal 2009 per un contenzioso tra ERSU e proprietà.

In assenza di speranza che la situazione migliorasse, si è così deciso di recuperare uno stabile pubblico inutilizzato che era stato sede degli uffici di Giurisprudenza e poi chiuso per decenni, ribattezzandolo Studentato 95100.

Cosa è successo da quel giorno?

In questi anni ci siamo presi/e cura dello spazio, lo abbiamo fatto fiorire, lo abbiamo ripulito ed abbellito e sappiamo che a testimoniare ciò ci sia una moltitudine di persone che hanno vissuto, insieme a noi, la fatica nel ridare vita ad un posto abbandonato dagli enti preposti.

Siamo riusciti/e a garantire posti letto per tutti e tutte quegli studenti e studentesse che se pur assegnatari e meritevoli non hanno ricevuto l’accesso alle residenze universitarie. Una necessità che continua a crescere, come dimostra il fatto che anche in questo anno accademico sono stati tagliati altri 50 posti letto.

Abbiamo ricevuto la visita dell’ormai ex Presidente dell’ERSU, Alessandro Cappellani, che ha elogiato il lavoro svolto e l’iniziativa degli studenti.

Non abbiamo solo creato una casa per tantissimi/e ma soprattutto abbiamo creato un nuovo modo di convivere, e guardare alla vita da studenti e studentesse, in cui la collaborazione e la cooperazione fossero centrali, creando ad esempio forme di auto-aiuto tramite sportelli d’ascolto per universitari che avessero problemi con la loro carriera accademica, e lo abbiamo fatto con studenti e studentesse, ricercatori e ricercatrici, professori e professoresse.

Abbiamo costruito una tavola rotonda di monitoraggio dei diritti degli universitari con i vertici di Unict (Università degli Studi di Catania), ERSU (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) , CUS (Centro Universitario Sportivo) ed ospitato diversi progetti dell’ Università di Catania:

“Terre di Cinema – International Cinematographers Days” corso di cinematrografia per studenti e studentesse da tutto il mondo vincitori di borsa di studio;

“UniComics” incontro di tre giorni di fumettisti/e da tutta Italia in università;

“ReVersE – The Antropocene Upside Down” il progetto di ricerca multidisciplinare condotto dai dipartimenti di Scienze politiche e sociali, Ingegneria civile e Architettura e Scienze umanistiche dell’Università di Catania nell’ambito del Piano “Pia.Ce.Ri. 2020/2022”.

Ma non solo.

Abbiamo ospitato ed ospitiamo meeting internazionali, convegni, riunioni di giovanissimi\e studenti e studentesse delle scuole, una biblioteca femminista, le riunioni di movimenti e associazioni come Non Una di Meno.

In fine, ma per noi è solo l’inizio, abbiamo iniziato a ragionare su che tipo di società e città vorremmo, costruendo iniziative che mirassero ad un bene collettivo.

Soprattutto durante gli ultimi anni pandemici, che hanno provocato moltissima solitudine, abbiamo provato a rompere l’isolamento costruendo solidarietà.

Abbiamo aperto un Consultorio Autogestito per le donne e un Poliambulatorio come luogo di reindirizzamento sanitario di chiunque abbia bisogno di un supporto.

Abbiamo aperto le porte del Consultorio con servizi di primo ascolto psicologico, consulenze su educazione, sessualità, reindirizzamento ad ospedali e servizi pubblici, attivato uno sportello antiviolenza.

Abbiamo adibito uno spazio abbandonato rendendolo un luogo sicuro per le donne, in cui potessero essere accolte ed ascoltate. Abbiamo creato una rete di mediche, avvocatesse, psicologhe, doule, neonatologhe, assistenti sociali, educatrici, che potessero costruire percorsi di fuoriuscita da relazioni violente, creando una rete sempre più solida, sicura ed efficace contro la violenza di genere, e non crediamo sia un dato da sottovalutare vista la realtà sociale e culturale che viviamo quotidianamente, e viste le 109 donne uccise solo dall’inizio del 2023.

Abbiamo reso la salute ed il benessere temi centrali, offrendo alla cittadinanza la possibilità di riscoprire una medicina territoriale, che possa essere un luogo in cui i dubbi di cittadini e cittadine possano essere ascoltati dando un supporto burocratico e organizzativo nel raggiungere il proprio diritto ad essere curati\e.

Abbiamo posto la cura come elemento prioritario, guardando alla persone e non ai numeri.

Abbiamo ridato luce ad un antico palazzo baronale, salvaguardandolo dall’abbandono e dall’incuria.

Il recupero dello stabile non è mai passato da un isolamento ma sempre dal coinvolgimento della città, degli enti preposti e del vicinato.

Questa mattina, le porte di questo luogo sono state chiuse. Tutte le istituzioni coinvolte sono ad oggi complici non solo di un’operazione indegna e che va contro qualsiasi mansione di un’amminstrazione politica, non solo di calpestare l’impegno che vi hanno speso moltissimi/e cittadini/e. Si sono resi/e responsabili di un tentativo di privare il territorio di speranza, di prospettiva possibile. Le attività in corso erano diverse: laboratori di riciclo, incontri di educazione affettiva ed educazione sessuale per giovani, sportelli antiviolenza, eventi culturali, pure un’aula studio aperta a studenti e studentesse. E in progetto, ce ne sono ancora molti altri: convegni con ospiti internazionali, attività di pulizia e cura nel quartiere, ma soprattutto molteplici iniziative volte a smontare pezzo per pezzo la violenza patriarcale, coinvolgendo sempre più volontarie in attività che vanno dalla prevenzione al sostegno. Questo è quello che crediamo sia fondamentale, che ci tiene uniti/e. Non si fermerà a causa dell’arrorganza di chi gli spazi preferisce tenerli in abbandono. Per noi, la priorità è che tutto questo vada avanti, e così faremo con ogni mezzo necessario. Il presidio permanente di oggi è solo l’inizio della nostra risposta, siamo pronti/e a riprenderci ciò che appartiene a Catania e ai suoi abitanti. A chi prova a contrastare queste realtà, sottraendo strumenti e possibilità, promettiamo che arriveremo a trasformare il tempo in cui viviamo, per quanto vadano in netto disaccordo con le politiche odierne.

Ci vediamo alle 13.30 in Via Sant’Elena per il pranzo sociale al presidio permanente, e stasera alle 20.30 per un’assemblea pubblica per organizzare insieme la nostra contro-risposta. Domani, al presidio permanente, sempre in Via Sant’Elena 26, si terrà un conferenza stampa.

Per questo chiamiamo a raccolta ogni singolo/a, collettivo, movimento, associazione, che pensa che lo sgombero del Consultrio Mi Cuerpo Es Mio e dello Studentato95100 sia un torto a tutta la città.

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