Manager? Anche no!
“Voglio diventare un manager”: è questo il titolo del progetto dell’Università di Genova con il quale rettore, assessore regionale e aziende hanno deciso di premiare gli studenti più meritevoli affiancandoli a manager di settori come trasporti e logistica (Costa, Maersk, ecc.).
Un merito che la nostra università ha come obbiettivo, ma destinato, però, solo a chi ormai se lo può permettere, considerando l’aumento delle tasse e la svendita totale di mense e case dello studente. In questo panorama gran parte dei fondi destinati all’università vengo deviati verso nuovi spazi di speculazione, come il futuro mega campus di Erzelli o l’Albergo dei poveri, con la connivenza dell’assessore regionale all’istruzione Rossetti e del rettore De Ferrari.
È questa la loro politica, che da anni, complice con banche e privati, pilota le scelte dell’Università di Genova, promuovendo iniziative su manager e imprese spacciandole come unico nostro futuro. Gli stessi che parlano di lavoro e attraverso i propri partiti approvano leggi su flessibilità e precariato, come il nuovo Jobs Act, che porterà intere generazioni a sottostare allo strapotere delle grandi aziende. Una politica che vedremo sfilare l’11 luglio prossimo a Torino, in un summit tra capi di stato europei che si confronteranno “sull’occupazione giovanile”.
Oggi proprio per opporci a tutto questo siamo andati a contestare l’ipocrita iniziativa. L’accoglienza è stata fin troppo calorosa: il prorettore Martelli, sbandierando parole come “democrazia”, non si è posto problemi a colpire chi in quel momento parlava al megafono. Questa è l’unica democrazia che costoro, al pari dei loro governi, riescono a comprendere: quella che non accetta nessuna forma di dissenso e reagisce aggressivamente.
Alle loro bugie non crediamo né ora né mai e risponderemo sempre in modo fermo e presente, riprendendoci, in ogni luogo e in ogni tempo, quello che ci spetta: casa, spazi, reddito, saperi e una vita dignitosa!
A baroni, ex- e neo-rettori, assessori e governanti diciamo di stare sereni: CI VEDIAMO L’11!
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