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Palermo: blocchi ai test d’ingresso universitari

Così, nel giorno in cui in molte università italiane hanno avuto inizio i test d’ingresso, torna a farsi sentire la voce di chi non può proprio assistere alla farsa costituita da uno dei meccanismi di esclusione più evidenti che un sempre più classista mondo della formazione conosce; un meccanismo volto a far girare denaro tra le scuole di preparazione ai test e gli stessi Atenei, che ben guadagnano dal disperato tentativo di ingresso da parte di studenti e studentesse che provano diversi test pagando altrettanti bollettini; in sostanza, quella tendenza che sta rendendo l’Università luogo di business che ben poco lascia a chi la frequenta.

Per questo oggi gli studenti e le studentesse del Collettivo Universitario Autonomo e del Coordinamento Studenti Medi di Palermo hanno espresso il loro rifiuto a questi meccanismi che dicevamo in precedenza, bloccando l’ingresso all’edificio che ospita i test ritardandone l’inizio. Studenti che già vivono l’esperienza universitaria o che la vivranno in futuro, mossi dalla volontà di far emergere le contraddizioni che si presentano a chi si appresta a vivere l’Università.

A poco sono valsi gli arroganti tentativi da parte dei dirigenti dell’edificio di far rimuovere gli striscioni: la rabbia e la determinazione a porre critica a tutti questi meccanismi hanno prevalso, con piena approvazione da parte dei candidati che aspettavano il loro turno fuori dall’ingresso.

Entrando nello specifico, l’oggetto della critica è una recente delibera del C.d.A. dell’ateneo palermitano, che ha stabilito che da quest’anno anche i beneficiari delle borse di studio erogate dall’ente locale (ERSU), dunque studenti dichiarati “esenti per reddito”,dovranno pagare la tassa di iscrizione MIUR, bolli, diritti fissi e tasse regionali, corrispondenti a 446 euro. Ultimo di una lunga serie di attacchi alle tasche degli studenti e alle possibilità di accedere al mondo universitario. Inoltre, un singolo bollettino per le tasse dei test costa ben 55 euro (5 euro in più rispetto all’anno scorso), rendendo il costo oneroso se si considera che mediamente uno studente prova 4 test per aumentare le possibilità di farcela. E, nonostante si dica che questi soldi servono ad aumentare l’offerta di servizi, non si ha alcun riscontro di questi anzi la vita universitaria continua ad offrire disagi di ogni tipo.

Oggi è solo il primo passo di un cammino che possa portare gli studenti ad autorganizzarsi, proponendo un diverso modo di intendere il mondo della formazione nell’ottica di riprenderci quanto ad oggi ci viene negato!” recita la parte finale del volantino divulgato durante l’azione di stamattina. Sarà la volontà degli studenti di mettere in discussione questo sistema di cose, nell’ottica di riprendersi diritti, reddito, accessibilità ai saperi l’unica forza possibile da scagliare contro coloro che vogliono rendere sempre più esclusiva l’esperienza universitaria.

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