1 marzo a Torino: 1500 in corteo, italiani e migranti
Per il secondo anno la giornata del primo marzo si conferma un appuntamento importante nella città di Torino. Più di 1500 persone si sono ritrovate al concentramento di fronte alla stazione di Porta Nuova nel tardo pomeriggio, per poi attraversare tutto il centro città fino in piazza Castello, di fronte alla sede del governo regionale del leghista Cota.
La scadenza di quest’anno non è stata preceduta da un evento ravvicinato e fondante come la rivolta di Rosarno, che aveva determinato l’indizione della data lo scorso anno, ma l’anno è stato segnato dall’importante battaglia di dignità condotta dai migranti di Brescia arrampicati sulla gru a 30 metri di altezza.
Il corteo è stato anche profondamente marcato dall’orizzonte politico delle rivolte che stanno attraversando il nord Africa, vero e proprio sisma politica di cui i migranti presenti alla manifestazione portavano i segni con orgoglio. Striscioni, bandiere e i molti interventi tracciavano un ideale continuità tra quanto sta accadendo sull’altra sponde del Mediterraneo e le vicende di casa nostra. Durante il suo passaggio, il corteo ha marchiato con vernice rosso sangue due sedi della Banca Unicredit, collusa e intrecciata con quote partecitative alla famiglia Gheddafi. Momenti di tensione in via Po con le forze dell’ordine poste in difesa di una di queste filiali.
Il corteo, vivo, colorato ma determinato nella partecipazione, ha visto un significativo protagonismo migrante che nelle prime file scandiva gli slogan e la natura dell’appuntamento.
Epilogo amaro, una notizia giungeva a fine manifestazione a ribadire la natura razzista e ricattatoria dell’attuale legislazione sul fenomeno migratorio: un immigrato tunisino di 46 anni si è dato fuoco, dopo essersi cosparso di liquido infiammabile, stamani, a Torino, nel cortile dell’Ufficio Immigrazione della Questura, dopo il rifiuto del permesso di soggiorno.
Portato al Cto di Torino, gli sono state riscontrate ustioni di secondo grado sul collo, con prognosi di 20 giorni. All’uomo il permesso di soggiorno è stato negato perchè condannato dal Tribunale di Torino per alcuni furti.
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